Nerino Bisca

Alfonsine, 18 febbraio 1927 - Porto Corsini, 5 dicembre 1944


Operaio di Villa Pianta (frazione di Alfonsine), Nerino Luciano Bisca a soli 17 anni è animato da forti sentimenti antifascisti.

Inizia la sua carriera come partigiano volontario il 10 giugno del 1944. Insieme ad un gruppo di coetanei di Voltana, nella primavera del 1944 mette in atto un attacco contro esponenti fascisti di Giovecca. Visto il fallimento dell’attacco e l’imminente chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana, Nerino decide di nascondersi e nell’autunno del 1944 entra nel Distaccamento partigiano “Terzo Lori”, con base all'isola degli Spinaroni. Durante la battaglia delle Valli, di inizio dicembre 1944, che ha lo scopo di liberare Ravenna, muore il giorno 5 colpito da una raffica di mitragliatrice. È sepolto nel cimitero di Lavezzola.

Il partigiano Nerino Bisca è ricordato nel cippo eretto in località Porto Corsini, tra via Goro e Piazzale W. Soprani1 e nelle targhe dedicate ai caduti della II guerra mondiale a Voltana, Lugo2 e ad Alfonsine nella lapide posta sulla facciata del Municipio, in piazza Gramsci, in occasione del decennale della battaglia del Senio in memoria dei partigiani alfonsinesi caduti in combattimento3.

Fonti:

1 https://www.mappadellamemoria.it/mappa.html?id=90

2 https://www.mappadellamemoria.it/mappa.html?id=33

https://www.mappadellamemoria.it/mappa.html?id=32

https://www.mappadellamemoria.it/mappa.html?id=112

3 Gianfranco Casadio, La memoria della Resistenza nelle iscrizioni dei cippi, lapidi e monumenti della provincia di Ravenna, vol. II, Longo editore, Ravenna, 1995 p.14.

APPROFONDIMENTI



BATTAGLIA DELLE VALLI

Con questo nome si ricorda l’offensiva scatenata dai partigiani della 28^ Brigata Garibaldi contro le truppe tedesche, avvenuta tra la notte del 3 dicembre e l’8 dicembre 1944. Questa battaglia è parte integrante e determinante del piano che portò alla liberazione di Ravenna. 

Mentre prendeva il via la suddetta battaglia, il Distaccamento Terzo Lori e le SAP (Squadre di Azione Patriottica) di Ravenna liberarono Porto Corsini, mentre il Distaccamento Sauro Babini e la “Colonna Wladimiro” riuscirono a cacciare temporaneamente i tedeschi dai paesi a nord di Ravenna fino a Sant’Alberto. 

È l’alba, il Distaccamento Terzo Lori libera con facilità Porto Corsini, Mandriole. I tedeschi resistono poco convinti, non sono preparati per un tale attacco quindi ripiegano verso Longastrino e Alfonsine, fino alle valli di Comacchio. Liberata l’intera zona i partigiani aspettano l’avanzata degli inglesi con i carri armati, che non arrivano e, passate alcune ore, i tedeschi contrattaccano avanzando per la strada di Savarna con camion di truppe, cannoni e carri armati. I partigiani sono soli e lo scontro è impari; chiedono ancora aiuto agli inglesi, ma questi rifiutano l’intervento degli aerei per la troppa nebbia. La battaglia continua, ma i partigiani, non riuscendo a fare saltare il ponte Cilla, ritenuto strategico per l’avanzata dei carri armati, ripiegano su Mandriole. Inizia uno scontro prolungato, la battaglia dura fino a sera e il mattino seguente i tedeschi ripiegano. Tra i partigiani si contano 6 caduti e 13 feriti.


LA COLONNA WLADIMIRO

Dal nome di battaglia del suo comandante Mario Verlicchi, aveva il compito di ostacolare i tedeschi che si ritiravano sulla via Reale direzione Ferrara e di condurre i distaccamenti Strocchi e Babini verso l’isola degli Spinaroni. Era composta dai GAP (Gruppi di Azione Patriottica) e dalle SAP del Distaccamento “Aurelio Tarroni”.

In attesa dell'azione, il comando militare le assegna la zona di Madonna Boschi, gli uomini vengono distribuiti nelle aziende agricole e si verificano subito alcuni scontri con i tedeschi: il primo, casualmente, quando una pattuglia entra in contatto con una postazione di contraerea nemica; il secondo, quando il giorno seguente molti tedeschi entrano nell’azienda agricola detta “Pileria del riso” dove incontrano più di 50 partigiani che prima sparano e poi si dileguano.

Segue un’altra lunga battaglia tra partigiani e le forze corazzate tedesche, che coinvolge anche le famiglie che vivono sulla via per Anita, in questa occasione i tedeschi subiscono molte perdite.

Il comandante Wladimiro, dopo un contatto con Bulow, decide di sganciarsi. Si forma una lunga colonna composta da uomini armati, che percorrendo l’argine sinistro del fiume Reno arriva fino a Cà di Bosco Forte. In questo luogo tutti insieme trascorrono la notte preoccupati e consapevoli di potere essere scoperti. Vengono informati della liberazione di Ravenna e il mattino seguente i tedeschi non ci sono più. Il comandante Wladimiro però, si accorge che gli Alleati non arrivano, gli inglesi si sono fermati; preoccupato, organizza posizioni difensive sulle strade in direzione di Longastrino, Mandriole e Savarna. I tedeschi, consapevoli che i partigiani sono rimasti soli, ritornano a Sant’Alberto.


L’ISOLA DEGLI SPINARONI 

E' un sito di alto valore ambientale e storico, legato alla battaglia per la liberazione della città di Ravenna.

All’ interno di queste zone umide, i partigiani decidono di costruire una base clandestina permanente. Le zone paludose e la ricca vegetazione aiutano a nascondere centinaia di partigiani che fanno parte del Distaccamento di valle intitolato al caduto Terzo Lori. Da questa base i partigiani partono per gli atti di sabotaggio nei confronti dell’esercito tedesco.

La mobilitazione partigiana arriva al culmine il 4 Dicembre 1944, quando con l’aiuto di oltre seicento partigiani e staffette inizia la Battaglia delle Valli per la liberazione definitiva di Ravenna.

Fonti:

Classe 3^C a.s. 2023/2024