Outer Wilds

Perché ha tanto da insegnare ai giochi open world di oggi

Fin troppo spesso ci troviamo tra le mani dei titoli tripla A con mondi giganteschi che si basano su regole create ormai più di un decennio fa: l’open world, purtroppo, è diventato un genere estremamente derivativo e poco innovativo che però continua a venire proposto da ormai centinaia di titoli usciti nell’ultimo periodo. In mezzo a questo enorme mucchio spiccano piccole perle molto spesso provenienti dal sempre più grande mercato indie.

Outer Wilds è un videogioco indie sviluppato da Mobius Digital e pubblicato dalla lungimirante Annapurna Interactive (resa nota nell’ultimo periodo dalla candidatura al Game Of The Year di Stray, indie pubblicato dal medesimo publisher) ambientato in un sistema solare costruito “a mano” (ovvero non affidato a software che generano forme partendo da modelli matematici, ma progettato e realizzato con modellatori CAD) interamente esplorabile che vanta 7 pianeti con annessi satelliti tutti da esplorare. Outer Wilds spicca subito per unicità e innovazione per via delle regole che amministrano questo mondo fantascientifico: ogni pianeta possiede fantastiche ambientazioni memorabili tutte regolate da una forza di gravità variabile basata sulla massa dei globi che rappresentano i principali punti d’interesse della densissima mappa del gioco.

I 7 bellissimi pianeti sono creati con una grande attenzione ai dettagli e con grande cura alla credibilità del sistema solare che nonostante sia fantascientifico riesce a far immergere completamente il giocatore nel viaggio del nostro protagonista che mediamente dura una ventina d’ore. Una durata a dir poco modesta rispetto alle centinaia di ore che sono diventate un titanico standard per le produzioni moderne che presentano mondi grandi quanto vuoti, pieni di piccole attività secondarie piazzate quasi proceduralmente create solo per rubare tempo al giocatore.

In Outer Wilds non è presente nessun diario delle missioni, nessun obiettivo luminoso sulla mappa e nessuna missione secondaria. L’unica cosa a muovere il giocatore è la propria curiosità nello scoprire il mondo che lo circonda e le storie delle antiche popolazioni che lo popolavano. Outer Wilds si basa su dei loop temporali lunghi 22 minuti reali in cui allo scadere del tempo dopo un certo avvenimento si resetterà tutto, compresi i progressi del giocatore che si troverà costretto a amministrare le sue sessioni esplorative con metodo. Il tempo in Outer Wilds è estremamente rilevante per il proprio ecosistema: nel gioco come negli altri open world è presente un ciclo giorno-notte che però regola l’accessibilità ad alcune zone nel gioco. Prendiamo per esempio il caso dei Gemelli Clessidra, due pianeti che per via del loro legame che va ben oltre la loro vicinanza vengono chiamati gemelli. il pianeta più grande è soprannominato gemello brace ed il più piccolo gemello cenere. Questi due pianeti sono legati tra loro da un tornado di sabbia che porta la sabbia di cui è ricoperto gemello cenere verso gemello brace. All’interno del pianeta più grande dei gemelli sono presenti numerosi punti d’interesse che dopo 11 minuti inizieranno a riempirsi di sabbia sottratta al gemello minore che rivelerà numerosi edifici sulla sua superficie. I mondi di Outer Wilds sono fatti di tante piccole interazioni che stimolano il giocatore alla continua esplorazione senza mai annoiarsi.

Outer Wilds e la conoscenza come progressione

Spesso nei titoli open world è necessario sbloccare tutti gli strumenti per poter finire la campagna principale. In Outer Wilds è possibile raggiungere i titoli di coda durante i primi 22 minuti di gioco dato che i due strumenti principali vengono donati al giocatore durante il prologo. Eppure, non abbiamo le conoscenze necessarie per sapere come finire il gioco. Nessun dettaglio dei pianeti che ci circondano viene svelato fin dall’inizio e spetta a noi scoprire tutte le piccole cose necessarie per arrivare al finale. Per capire tutti i segreti che celano i 7 astri ci vogliono costanza e ingegno e prenderò come esempio un altro pianeta per dimostrarlo: Profondo Gigantesco. Profondo Gigantesco, come dice il nome, è un pianeta dalla superficie piena d’acqua popolata da numerose isole spostate spesso da tornadi creati dal vento regolato dall’orbita del pianeta che travolgono le isole e le spostano su tutto il globo. All’interno del pianeta c’è il nucleo posto al centro di quest’ultimo, protetto da forti correnti che rendono impossibile il raggiungimento dei tesori celati all’interno di Profondo Gigantesco. Il giocatore per arrivare al nucleo ha 2 opzioni: dedurre il metodo leggendo i manufatti negli altri pianeti, parlando con i pochi NPC (personaggi non giocanti) presenti sulla mappa oppure può sperimentare fino a riuscire a raggiungere senza nessun aiuto il centro del pianeta. Molte informazioni non possono essere scoperte senza un pizzico di arguzia da parte del giocatore che si troverà a speculare sulle miriadi di dati che riceverà per l’intera durata del gioco. Negli open world moderni è difficile trovare casi in cui la principale qualità del giocatore che permette di proseguire nel gioco è la curiosità. (Lorenzo Maria Granieri)

28 gennaio 2023