Saluti dalla Spagna

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Cominciamo il nostro itinerario dal centro della Spagna, dalla Puerta del Sol. Questa grande piazza è il punto di incontro delle principali vie madrilene per cui è sempre molto affollata. In essa si può fotografare il simbolo della Spagna: un’orsa che mangia i corbezzoli (foto 1). L’animale rappresenta la fertilità del territorio circostante, mentre l’albero è segno dell’aristocrazia che per tradizione possiede tutto ciò che cresce dal terreno. Più avanti, un disegno a terra indica il centro esatto della Spagna (foto 2) e intorno ad esso si usa festeggiare il capodanno, mangiando chicchi d’uva ad ogni rintocco di una campana. Nei pressi di Puerta del Sol, i più golosi possono anche assaggiare i famosi 

churros con la cioccolata calda in una pasticceria molto famosa, oppure pranzare nel ristorante più antico d’Europa che risale alla seconda metà dell’Ottocento (foto 3).

Vicino al Parque del Retiro, invece, si può ammirare un grande giardino verticale (foto 4) che decora la facciata di un palazzo con molte piante mediterranee.

Il turista che non si accontenta dei musei e dei monumenti della capitale, può spostarsi in due ore circa, con i treni ad alta velocità, nella modernissima città di Valencia che, con le sue opere di ingegneria più avanzate, la Città della Scienza (foto 5) e Il parco oceanografico (foto 6) più grande d’Europa, appare, a prima vista, come una città del futuro. Nel suo centro, però, nasconde un cuore storico davvero molto affascinante in cui le diverse culture si intrecciano e in cui un occhio attento può trovare tanti piccoli dettagli che caratterizzano la città. Tra i vicoli stretti, alcuni dei quali ciechi, si susseguono i monumenti più antichi: la cattedrale (foto 7) che mostra tre facciate diverse (gotica, romanica e barocca) su altrettante piazze; la Lonja de la Seda, Patrimonio Nazionale dell’Umanità; l’antico Mercato Centrale (foto 8); la Basilica di San Nicola (foto 9) e la Stazione del Nord (foto 10), costruita prima della prima guerra mondiale.

Passeggiando, ci si imbatte in alcune stranezze come la stravagante casa dei gatti, arredata in modo preciso con tutti gli oggetti tipici di una casa e tutt’ora abitata da molti gatti della città. Al numero 9 della Calle Museo, infatti, si può portare da mangiare ai mici e ammirare questa piccola particolarità che ha più di un significato. C’è chi dice che ricorda un’anziana signora che abitava lì e si prendeva cura di questi animali, ma si ritiene anche che possa indicare il livello massimo che l’acqua ha raggiunto durante la terribile alluvione che devastò Valencia nel 1957 a causa dello straripamento del fiume Túria. Quest’ultima ipotesi è anche dimostrata dal fatto che c’è un segno sul muro che indica proprio l’altezza raggiunta dall’acqua.

Particolare è il rapporto degli spagnoli con questi animali con cui spesso vengono identificati e soprannominati perché amano trascorrere molto tempo in strada.

Se questo non bastasse a stupirsi, basta procedere verso la cattedrale e si può notare la casa più stretta d’Europa (foto 11) che contende il suo primato con una costruzione siciliana in provincia di Trapani.

Per i più golosi, è interessante il tour gastronomico nel piccolo villaggio di Albufera, a trenta chilometri da Valencia. Si tratta di un piccolo borgo storico di pescatori, riuniti in comunità, con un’organizzazione sociale piuttosto bizzarra, ma molto accoglienti e simpatici. Essi producono le due materie prime per la realizzazione della paella ed, infatti, è proprio lì che è nata questa gustosa ricetta.

Loro abitano una piccola striscia di terra costiera, formata dai detriti trasportati dalle foci dei fiumi. Nella laguna che si forma nei periodi di piena, pescano e coltivano il riso con tecniche antichissime. Un sistema intelligente di dighe regola il flusso delle acque e alterna periodi di acqua salata, proveniente dal mare, a periodi di secca per la semina del riso, a momenti di acqua dolce quando i fiumi sono in piena.

Nelle varie trattorie della zona, si può gustare la famosa paella valenciana che, stranamente, è condita con le carni bianche, piuttosto che con il pesce, come quella classica. Prima di sedersi a tavola, si può fare una bella escursione nel parco naturale, oppure un giro con le tradizionali barche nella laguna. Il silenzio è assordante e si sentono solo i rumori della natura e gli spari dei coltivatori, utilizzati come tecnica per allontanare gli uccelli che mangerebbero i chicchi di riso. Gli abitanti del posto raccontano la loro storia e in alcune stanze-museo espongono gli utensili e le foto antiche. Questi pescatori vivono in tipiche case con il tetto di paglia spiovente (foto 12) in modo che sia impermeabile durante il periodo delle intense piogge. Il segno che differenzia i diversi capifamiglia è la particolare forma del capello che indossano quando pescano. Fino a poco tempo fa, potevano pescare solo gli uomini e la proprietà della laguna passava di padre in figlio. Nel 1970, le donne si sono ribellate e solo nei primi anni del 2000 hanno ottenuto il riconoscimento del diritto di pesca e di proprietà per le mogli e le figlie.

La Spagna ha questo doppio volto: unisce le tradizioni più antiche alla voglia di sviluppo, progresso e divertimento. 

Buen viaje! (Gianluca Giliberto)

31 luglio 2023