l'opera a lorenzo Cuneo

Vogliamo farvi conoscere la figura di Lorenzo Cuneo, un giovane vissuto nel quartiere Appio Latino e che ha lasciato molte tracce del suo operato nel nostro territorio. Un plesso del nostro istituto, la scuola dell’infanzia Montessori di via Cerveteri, è a lui intitolata.

Il prossimo 9 marzo, nel Parco della Caffarella, vi sarà l’inaugurazione di una statua in marmo in sua memoria realizzata dallo scultore pisano Andrea D’Aurizio.


Lorenzo (1970-1998) era un giovane disposto a dare una mano a tutti, fattivo, pieno di risorse, capace di vedere il buono e il bello ovunque.

A 8 anni si iscrive al gruppo AGESCI 112 come lupetto, rimanendovi per 20 anni, fino a raggiungere il grado di capo.

Ha un grande interesse per l’ambiente, in particolare studia le energie rinnovabili e si interessa al tema della raccolta differenziata.

Si impegna nel riciclo, soprattutto delle lattine di alluminio, che ritiene altamente inquinanti. Tramite un accordo con alcuni gestori di locali del quartiere, riesce a portare ogni mese un camioncino di lattine in un altoforno a Latina. Molti lo ricordano sempre in giro con un camion ‘scassato’ impegnato nella raccolta delle lattine.

Dai 16 anni in poi, per 13 anni, si è impegnato, insieme ai componenti del Comitato del parco della Caffarella, a liberare quella grande area verde diventata un luogo dove venivano versati rifiuti di ogni genere, cosparso di orti abusivi e di baracche, che servivano da alloggi per i senza fissa dimora. Oltre a raccogliere le firme per l’esproprio, ha preparato il “Piano del Parco” e si è adoperato per trovare un terreno dove spostare i tanti orti abusivi, convincendo gli orticoltori a spostarsi. Questi nuovi orti sono tuttora coltivati.

Il parco della Caffarella è stato espropriato per circa il 70% e inaugurato ufficialmente il 9 aprile 2000, mentre la chiesa di S. Urbano, per la cui liberazione da insediamenti abusivi di persone malavitose Lorenzo si è battuto, è stata espropriata e riaperta al pubblico il 19 marzo 2002.

Un altro grande interesse Lorenzo ha dimostrato per i senza fissa dimora della piazza della Stazione Ostiense, dove si recava con alcuni amici ogni giovedì sera, portando ciambelline, bicchieri di plastica e  un fiasco di Chianti rosso, ma soprattutto mettendosi in ascolto delle loro problematiche e difficoltà.

Ancora oggi la parrocchia di San Giovanni Battista de Rossi, frequentata da Lorenzo, prosegue questa iniziativa, denominata il “giro del giovedì”: una cinquantina di volontari  portano un pasto caldo, un panino e una bevanda agli indigenti che frequentano le stazioni Ostiense, Termini, Tuscolana.

Nel portabagagli della sua auto Lorenzo portava sempre un kit di attrezzi e arnesi di ogni tipo, sempre pronto a soccorrere chiunque si trovasse in stato di necessità.

Fra le tante attività Lorenzo non ha trascurato lo studio, si è diplomato presso il liceo aeronautico ed era prossimo alla laurea in Scienze Naturali.

Il 23 ottobre 1998, Lorenzo è stato travolto e ucciso da un camion, mentre sulla corsia di emergenza dell’autostrada A1 stava aiutando un automobilista in difficoltà.

Lorenzo si è fermato e non è passato oltre, come il buon samaritano della parabola evangelica, suggellando una vita a servizio del prossimo.

Di seguito l’intervista ai genitori di Lorenzo, Dora e Claudio Cuneo.

Siete orgogliosi di vostro figlio Lorenzo?

Non ci piace la parola “orgogliosi”, preferiamo la parola soddisfatti, contenti. Si, siamo contenti, anche se il dolore per la sua morte è stato enorme.

Avete sempre approvato le scelte di Lorenzo?

No, perché prendeva troppi impegni.

Siete stati contenti che la scuola dell’infanzia di via Cerveteri, che fa parte del nostro istituto, sia stata intitolata a Lorenzo (molti di noi l’hanno frequentata)?

Si, siamo molto contenti che a Roma, in via Cerveteri, una scuola dell’infanzia montessoriana abbia il suo nome. La proposta è venuta dall’allora Preside, prof. Gaetano Scancarello, che casualmente è venuto a conoscenza della figura di Lorenzo. L’ iter burocratico dell’intitolazione è  durato circa 10 anni.

Di che cosa era appassionato Lorenzo quando aveva la nostra età (10/11anni)?

Dello scautismo (faceva parte del Gruppo Roma 112 dell’Agesci) e delle attività che qui vi venivano svolte, dello sci (ha partecipato a varie gare con successo), del basket e dei giochi all’oratorio. A Carnevale era contentissimo di mascherarsi. Leggeva volentieri i giornalini («Vittorioso», «Topolino», «Corriere dei Piccoli»).

Come era il rapporto di Lorenzo con la famiglia?

Normale, parlava poco, era contento quando trovava il cibo che era di suo gradimento, preferiva la pizza napoletana, giocava volentieri con il fratello Tommaso e gli leggeva le favole.

Le attività di Lorenzo a favore dell’ambiente e del prossimo  riuscivano ad attirare altri coetanei?

Sì, coinvolgeva anche i coetanei, non era mai solo, soprattutto nella raccolta delle lattine di alluminio (molto inquinanti) che poi portavano ad un altoforno a Latina. Nel ‘giro del giovedì’, da lui pensato, tuttora partecipano persone da lui coinvolte.

Quale reazione avete avuto alla notizia dell'incidente di Lorenzo?

Ci pesa molto rispondere a questa domanda. Dolore, smarrimento immenso. La nostra fede ci ha molto aiutato. Siamo convinti che il buon Dio ha permesso tutto ciò per affidargli compiti più grandi, più urgenti. Crediamo che la sofferenza sia un grande valore, perciò l'abbiamo offerta  affinché gli amici di Lorenzo  abbiano tutti il dono della fede”

Vi rende felici onorare la memoria di Lorenzo continuando a svolgere le sue attività?

Si, continuando solo alcune delle sue attività, ci ha fatto scoprire tante cose, tanti altri amici, ci ha reso più forti. L’Associazione Lorenzo Cuneo Onlus ha 25 anni, in quanto è sorta qualche giorno dopo la morte di Lorenzo ad opera del fratello Eugenio, due cugini e due amici. Fra le iniziative portate avanti ricordiamo con gioia e soddisfazione principalmente il rimboschimento del Bosco Sacro in Caffarella dove abbiamo messo a dimora circa 250 alberi del genere quercus, attribuendo ad ogni albero il nome di un neonato. Poi il Concerto alla Luna, evento portato avanti per più di 20 anni, che si svolgeva nella vallecola Tacchi Venturi nella sera del plenilunio di giugno: la musica veniva offerta gratis da un’orchestra costituita da suoi amici, il gruppo Acustimantico, che ha composto per Lorenzo un brano musicale dal titolo "Tu sei la Terra da giovane”, che veniva regolarmente eseguita durante il concerto. Infine l’apertura settimanale per più di 5 anni della chiesa di Sant’Urbano in Caffarella, con notevole affluenza di persone: ora la chiesa è chiusa per ignoti motivi. (Alunni classe primaria 5C, plesso via Mondovì)

Cerimonia di collocazione, 9 marzo 2024

L’opera a Lorenzo Cuneo nelle parole dell’autore

Andrea D’Aurizio, è nato a Vicchiano (PI) nel 1969. Dopo essersi diplomato all’Istituto d’Arte di Lucca, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Firenze. È scultore ma anche restauratore di mobili antichi. I suoi lavori come scultore riguardano l’arte sacra. Presso il suo studio a Pietrasanta ha allestito un laboratorio che mette a disposizione di chiunque voglia condividere con lui questa passione. Ha partecipato a mostre di rilievo internazionale e sue opere si trovano in molte chiese italiane ed estere. (N.d.R.)

Nell'estate del 2021 ricevo una mail dall’Associazione Rocca dei Papi di Montefiascone che mi invita a partecipare alla selezione per la realizzazione di due sculture monumentali da porre sul sagrato della cattedrale. Con mia grande gioia e stupore scopro che il presidente della giuria è il cardinale Gianfranco Ravasi e la commissione spazia tra le massime autorità culturali come Antonio Paolucci, Claudio Strinati e Micol Forti dei Musei Vaticani. Con tutto il cuore ed enfasi mi immergo nel lavoro e durante il sopralluogo a Montefiascone, ospitati dalle suore del Sacro Cuore, faccio amicizia con i coniugi Dora e Claudio Cuneo una coppia già su con gli anni che con le loro voci rauche e altalenanti ci parlavano amorevolmente del loro figlio Lorenzo morto in odore di santità e per il quale è in corso la causa di beatificazione.

Passano gli anni ed anche se non vinco il concorso, in compenso nell'agosto del 2022 mi chiama Dora e mi dice: «André se so rubati la scultura del nostro Lorenzo ce la faresti di marmo? Il comune di Roma ha un avanzo di bilancio di 20000 euro!» Ed io subito rispondo: «Certo! Con quella cifra ti faccio il ritratto di Lorenzo a grandezza naturale!»

Il 9 marzo 2024 alle ore 11.00 ci sarà l'inaugurazione nel parco della Caffarella a Roma. 

Interverranno l'assessore alla cultura Riccardo  Sbordoni e il presidente del Municipio VII Francesco Laddaga. 

La scultura in marmo di Carrara, è alta due metri sopra un basamento di 72 cm sul quale è incisa sui tre lati una poesia del padre di Lorenzo dal titolo “Una melanzana in paradiso”.

Lorenzo viene raffigurato in piedi appoggiato a un albero, è a piedi nudi e fa il gesto di indicare l'orologio in segno di affrettarsi ma con serenità. Dietro di lui è poggiata su un ramo una colomba, con la quale condivide lo sguardo: non a caso la scultura viene posta all'interno del parco perché è grazie al lavoro di Lorenzo che è diventato, da discarica, parco pubblico, oggi amministrato come Ente parco. Le opere e gli impegni di questo ragazzo sono stati tanti e a vari livelli, da studente in Scienze Naturali alla Sapienza a consigliere comunale, si è speso per il suo quartiere dando il via al ripristino della chiesa abbandonata sempre nel parco e ‘tirando giù dal letto’ il presidente del municipio andavano a bloccare i camion che scaricavano detriti, da capo scout Agesci partiva per ogni missione umanitaria in Romania, Jugoslavia e Bielorussia. Era talmente preso nei suoi vari impegni che anche in famiglia non sapevano tutto quello che facesse.

È morto in autostrada travolto da un TIR mentre prestava soccorso ad un automobilista in difficoltà.

Il padre di Lorenzo mi raccontava che proprio al suo funerale ha preso coscienza di quante persone erano state aiutate da suo figlio, grazie alle molte testimonianze dei presenti che riportavano cosa aveva fatto questo ragazzo e alla mia domanda di come facesse a fare tutte queste cose contemporaneamente mi ha risposto che quando vedeva suo figlio che parlava con qualcuno, esaurito l'argomento guardava l'orologio e diceva «S’è fatta una certa»… e se ne andava.

Questo aneddoto è stato di ispirazione per raffigurare Lorenzo e riportare l'attenzione alla sua memoria e all'uso che ha fatto del presente mettendo la sua vita a piedi nudi al servizio degli altri e in ascolto di Dio. (Andrea d’Aurizio)

4 marzo 2024