Come lo sterpaio che lontano

Testo pubblicato in I nomi del fuoco, a cura di C. A. Sitta, Edizioni del Laboratorio,

Modena 1993, p. 116 (lo si riproduce qui con la correzione di un refuso)


                                                           Laissons l’énergie et retournons à l’énergie

                                                                                                           René Char


Come lo sterpaio che lontano

arde tra i campi sepolti nella notte, come

il focolare quieto in cui precipita

la falena impazzita di luce

come la cera acre delle veglie – come tutto

ciò che lento e doloroso brucia –

così crepita il nostro cuore fragile


Ma la buona pioggia verrà a domare

il lungo fuoco delle stagioni, gli anni

che feroci ci inseguono –

cadrà la pioggia nel vento perfido che ruba

la cenere dai sepolcreti antichi, scenderà

sulle gemme ubriache di sole

tutta l’infinita pace dell’autunno


In certe notti d’inverno sembra corra

per il gelido cielo un chiaro brivido –

noi dovremo ancora essere fuoco