Patti Prematrimoniali Italia

Dopo anni di grandi dibattiti finalmente siamo arrivati al giro di boa. Nei prossimi mesi, infatti, i patti prematrimoniali potrebbero essere introdotti nell’ordinamento italiano, segnando così una vera rivoluzione del diritto di famiglia. Nel nostro Paese se ne parla da tanto oramai, ma fino ad oggi gli accordi prematrimoniali sono nulli perché ritenuti contrari all’ordine pubblico.

Nei Paesi di tradizione anglosassone (Regno Unito, America e Australia), come pure in Europa (vedasi il caso di Germania e Spagna), i contratti prematrimoniali sono una realtà oramai consolidata. I coniugi, infatti, possono disporre preventivamente dei diritti patrimoniali conseguenti allo scioglimento del vincolo matrimoniale e stabilire ad esempio l’ammontare dell’assegno di divorzio e del contributo al mantenimento dei figli, o a chi sarà assegnata la casa coniugale.

Gli accordi prematrimoniali, qualora dovessero essere introdotti nel nostro ordinamento, consentiranno ai futuri coniugi di stipulare, prima di contrarre matrimonio, degli accordi volti a disciplinare i rapporti dipendenti dall’eventuale separazione personale e dall’eventuale scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Come si legge nel testo del disegno di legge delega sottoposto dalla Presidenza del Consiglio ai Ministri (all’articolo 20 lett. b), in caso di approvazione il Governo sarà delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione e integrazione del codice civile, al fine, tra l’altro, di «consentire la stipulazione tra i nubendi, tra i coniugi, tra le parti di una programmata o attuata unione civile, di accordi, in forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, aventi efficacia obbligatoria, intesi a regolare tra loro, nel rispetto delle norme imperative, dei diritti fondamentali della persona umana, dell’ordine pubblico e del buon costume, i rapporti personali e quelli patrimoniali e i criteri per l’educazione dei figli».

L’estrema concisione del testo lascia intendere che il contenuto del disegno di legge debba essere ulteriormente sviluppato poiché ci sono dei punti poco chiari. Ad esempio non è affrontato il problema della responsabilità della crisi familiare. Se tale proposta di legge fosse approvata stabilire la colpa della crisi familiare non avrebbe più alcuna rilevanza, con potenziale danno soprattutto dei soggetti deboli, che potrebbero non avere la possibilità di contrattare condizioni eque in ambito prematrimoniale.

Un altro problema che si pone riguarda l’educazione dei figli. Nel testo, infatti, si fa riferimento al fatto che i genitori, attraverso i patti prematrimoniali, possono mettersi d’accordo su come educare i figli, ancora prima che nascono, ma l’educazione di un minore presuppone di conoscerlo e non si può concordare a tavolino.

Patti Prematrimoniali Italia 2019, a che punto siamo?

Nel nostro ordinamento non è data ai coniugi la facoltà di disciplinare l’assetto dei rapporti patrimoniali in caso di fallimento del matrimonio. Secondo la giurisprudenza, infatti, un accordo di questo tipo limiterebbe il diritto di difesa nell’eventuale giudizio di divorzio e quindi avrebbe una causa illecita poiché finirebbe per condizionare il comportamento delle parti nel giudizio, ambito in cui la facoltà di scelta e il diritto di difesa devono essere sempre garantiti.

Dei vantaggi però ci sono sia per i futuri sposi (o le parti di un’unione civile) che per le coppie già unite in matrimonio. Sottoscrivere un contratto prematrimoniale con il quale poter regolare e modificare all’occorrenza quegli aspetti che sono oggetto di contenzioso nei giudizi di separazione e divorzio significa anche alleggerire il carico di una situazione già emotivamente compromessa, non solo per la coppia, ma anche e soprattutto per i figli.