Il reticolo idrico e le zone umide

Le zone umide dal cielo


Un territorio ricco di acqua

Il parco dei Mulini è caratterizzato da tre corsi di acqua principali: fiume Olona, torrente Bozzente e Canale Villoresi

Le zone umide nel Parco dei Mulini sono numerose:

  1. il laghetto del Parco Castello per una superficie di circa 6000 metri quadri alimentato da pozzo artesiano e, dal 2022, da roggia del fiume Olona (trova sulla mappa

  2. la Foppa di San Vittore Olona per una superficie di circa 6000 metri quadrati, alimentata dalla roggia Bellona del fiume Olona,

  3. La zona umida Selvatica una superficie di circa 500 mq, alimentata dalla roggia Selvatica del fiume Olona,

  4. il Riale di Parabiago per una superficie di circa 40 metri quadri, alimentato dalla roggia Rienta-Boschetta del fiume Olona,

  5. l'Oasi 007 per una superficie di 1870 metri quadri, alimentata dalla roggia Rienta-Boschetta del fiume Olona,

  6. l'Oasi Parades per una superficie di circa 5000 metri quadrati, alimentata dalla roggia Rienta-Boschetta del fiume Olona,

Nel Parco Roccolo abbiamo invece:

  • l'Oasi Cinin di circa 10 metri quadri

  • nuova zona umida realizzata nella cosiddetta Brughierezza che si aggiunge alla zona umida nel Comune di Casorezzo in zona cave di pochi metri quadri.

Nel Parco del Roccolo ci sono inoltre le due cave di Arluno dove è stata segnalata la presenza del gruccione nidificante e la cava Cantone di proprietà dei Comuni del Parco che hanno buone potenzialità sia dal punto di vista naturalistico che ecosistemico.

Nel Parco dei Mulini grazie al recente ampliamento del PGT di Parabiago verso il Parco dei Mughetti troviamo inoltre la cava tra San Lorenzo di Parabiago San Vittore Olona e Cerro Maggiore dove, anche qui, nidifica il gruccione. Di notevole potenzialità, però al di fuori dei parchi abbiamo la cava tra Parabiago e Nerviano con un ampio specchio d'acqua e la cava di Nerviano vicino all'ex macello di proprietà del Comune di Nerviano.

La situazione delle zone umide è interessante e presenta molte possibilità di miglioramento sia per le aree di proprietà pubblica attraverso progetti di riqualificazione, sia per le cave di proprietà privata con una condivisione sulle finalità di utilizzo naturalistico nell'interesse generale.

Serbatoi di biodiversità

I dati sulla situazione delle zone umide che abbiamo ottenuto già a partire dagli anni 90, grazie alle associazioni naturalistiche attive sul territorio, come la Lipu, i parchi e gli esperti del settore commissionati dagli enti come ERSAF testimoniano che le aree di maggiore interesse naturalistico della nostra zona sono proprio le aree con presenza permanente di acqua, incluse quelle vicine ad attività produttive, o che hanno un carico annuo di visitatori troppo elevato. Ad esempio nella zona settentrionale del Parco Mulini tra la Foppa di San Vittore Olona e il Parco Castello di Legnano tra il 2016 e il 2018 sono state avvistate oltre 100 specie di uccelli (approfondimenti).

Più di recente ERSAF ha commissionato uno studio per il monitoraggio dell'avifauna (dal 2018 al 2020) e dei Lepidotteri Ropaloceri (2019/20), per misurare le condizioni di salute degli ecosistemi interessati dal progetto Averla piccola per la ricostruzione ecologiche compensative della piattaforma di EXPO 2015. I risultati di queste ricerche sono sorprendenti anche per la parte a sud del Parco Mulini. Le 28 specie di farfalle rilevate (alcune anche rare) sono buoni bioindicatori in quanto hanno la capacità di rispondere velocemente ai cambiamenti degli ecosistemi e quindi la loro presenza rappresenta un importante segnale sulla salute delle due stazioni rilevate a Parabiago. Per quanto riguarda gli uccelli emerge come le aree oggetto di riqualificazione presentino una potenziale idoneità all’instaurarsi, negli anni futuri, di cenosi complesse. In particolare, l’area umida Parades di via Unione presenta già attualmente un’elevata ricchezza specifica, essendo caratterizzata dalla presenza sia di specie ecotonali, sia legate ad habitat acquatici. Soprattutto nel secondo caso, un ruolo importante come aree sorgente sono quelle zone umide, presenti più a monte (Foppa di San Vittore e Parco Castello), da cui possono partire dinamiche di colonizzazione da parte di specie legate ad habitat palustri. E’ il caso ad esempio del tuffetto e della folaga, osservati in periodo di nidificazione nell’area umida Parades. Molto interessante è l’osservazione della beccaccia in periodo di svernamento.

Purtroppo nel parco dei Mulini rileviamo sempre più specie alloctone come l’anatra sposa e l’anatra mandarina, ma anche nutria, gambero della Luisiana, siluro e scoiattolo grigio che hanno creato notevoli danni all'ambiente (approfondimenti).

Straordinaria è la presenza nell'Oasi Cinin nel parco del Roccolo di 25 specie di libellule nella pozza per gli anfibi e nelle roggie circostanti (approfondimenti).

Le rogge del fiume Olona

Infine ma non per importanza vi è il reticolo idrico di Bonifica del consorzio Est Ticino Villoresi E quello del consorzio del fiume Olona. Da sempre le pozze che vi si formano durante la stagione primaverile sono luoghi di riproduzione degli anfibi; dal 2010 il Parco dei Mulini ha iniziato ad utilizzare queste rogge in modo permanente anche d'inverno, realizzando così piccoli corsi d'acqua e limitrofe zone di acqua stagnante con risultati straordinari dal punto di vista naturalistico; Un interessante giro dell'acqua anche in inverno riguarda la roggia Rienta-Boschetta che dalle Cascinette di Canegrate porta acqua al Riale di Parabiago, all'Oasi 007 e all'Oasi Parades, per poi tornare a confluire nel fiume Olona nella zona dell'Oasi Parades. E' stata così recuperata e ripristinata una delle antiche colature che riportavano l'acqua al fiume dopo aver alimentato le marcite della Valle Olona ora non più esistenti.

Anche per la roggia Bellona che a San Vittore Olona prende acqua al Mulino Montoli e alimenta la Foppa per poi disperdersi nei prati nella zona aree di laminazione, sarebbe interessante recuperare le colature nel fiume.

Nel Parco dei Mulini è poi prevista a breve in San Vittore Olona l'uso di una terza roggia la Selvatica per alimentare una piccola zona umida nei pressi del Vallo per il ripopolamento degli anfibi.

Due sono le cose fondamentali quando si affronta il tema delle rogge:

- il primo e' cercare sempre di avere acqua costante tutto l'anno,

- il secondo e' che le colature siano collegate ad un corso d' acqua che funga da ricettore, ma che, in certe occasioni, possa funzionare anche da adduttore, in modo da funzionare bilateralmente.

Quello della gestione dell'acqua di un fiume piccolo come l'Olona e in tempi di cambiamenti climatici è un lavoro complesso, ma con il Consorzio fiume Olona siamo in buone mani!

Sono aumentate le necessità idriche per gli ecosistemi naturali, ma purtroppo sono diminuite quelle richieste dall'agricoltura. I paesaggi millenari dei prati irrigui lungo il fiume stanno scomparendo, ed è per questo che dobbiamo sostenere l'agricoltura locale.

Giochi d'acqua nel Parco Mulini. Quello che abbiamo fatto.

Quello che abbiamo già progettato

Nell'ambito delle mitigazioni ambientali delle opere di laminazione fiume Olona sono previste due nuove zone umide. >>maggiori informazioni

Quello che potremmo fare

Le rane in risaia

L'Università di Pavia il 29 ottobre del 2004 organizzò un convegno a Vercelli dal titolo "Le rane in risaia - Tradizione, scienza e risorse"

Per leggere gli atti del convegno, cliccare QUI

La strategia si potrebbe replicare, non solo nelle risaie, ma in tutti gli ambiti che vengono irrigati anche nei nostri Plis.

Abbiamo già qualche idea per l'Olona...