Ognuno ha da ricordare qualcuno che ci ha lasciato. In questa edizione ricordiamo in particolare Giacomo Agrati scomparso nel 2020 che numerosi anni fa ha ideato Mulino Day.
Attraverso il percorso Olona greenway puoi raggiungere (6 Km solo andata) i luoghi dove un tempo sorgevano i lazzaretti. Attraverso alcuni documenti e racconti puoi anche scoprire che cosa è successo nel nostro territorio durante la peste del '600.
Il percorso Olona greenway
(IN RICORDO DELLO STORICO GIACOMO AGRATI)
Il XVII fu un secolo piuttosto drammatico per gli abitanti di Milano e della diocesi retta da Federico Borromeo a causa della peste, che iniziò nel mese di settembre del 1629, portata in Italia dai Lanzichenecchi [...] secondo alcune testimonianze contemporanee, nei periodi in cui più gravemente infierì la pandemia, la città vide morire ogni giorno nelle case, nelle strade e nei lazzaretti più di 1.700 persone [...] anche nei paesi vicini il contagio si sparse con una rapidità incredibile e, grazie ad una memoria scritta del notaio legnanese Giò Pietro Zucchi, morto nel 1634, è possibile stabilire quanto accadde. “Et l’anno 1630 et 31 oltre tante guerre, viene il contagio, et rare furono quelle Terre che fossero esentate [...] - Continua a leggere il capitolo sulla peste manzoniana tratto dal libro "Once sei di acqua di fiume" di Giacomo Agrati - pag. 41-51
Un articolo frutto delle ricerche archivistiche di Raffaele Baroffio con la collaborazione di Maria Grazia Turri, individua (dopo 400 anni) il luogo ove sorgeva il lazzaretto legnanese.
Chiesa di S. Stefano al Lazzaretto
Secondo il notaio Giò Pietro Zucchi San Vittore Olona sarebbe tra i pochi luoghi salvati dalla peste del 1600. La chiesa di origine cinquecentesche di S. Stefano sorge vicino al cimitero e, come testimonia il nome è stata usata anche come lazzaretto.
Il lazzaretto di Canegrate è riportato sulle mappe del Catasto Teresiano del 1723 accanto al fiume Olona in sponda destra appena a nord dell'isola delle Cascinette di Canegrate. Una cappella sorge ancora sul luogo staccata dal fiume ed è visibile dal bosco antico di Canegrate con accesso da via Magenta angolo via San Pietro.
La chiesa della Madonna di Dio'l Sà è stata usata più volte come lazzaretto
Un romanzo di Raffaele Baroffio a carattere storico, racconta il tempo della peste seicentesca, dove solo i personaggi realmente esistiti e i protagonisti di quella stagione hanno nome e cognome. Gli altri, di fantasia, sono anonimi, ma non secondari. Tutt’altro. Intorno a loro verte la vicenda, ambientata soprattutto a Parabiago e nelle vicinanze. Fondata su quanto la storia ci ha consegnato e basata su ricerche archivistiche che l’hanno aggiornata e arricchita.
Un racconto scritto da un ragazzo del Liceo Cavalleri di Parabiago per il premio poesia del 2010 affronta l'argomento di come affrontare la pestilenza.
Paolo Musazzi, Aldo Bosotti, Sergio Parini raccontano una storia per secoli dimenticata di un sacerdote Giovanni Francesco Sonnio nel tempo della peste seicentesca, utilizzando però non l’immaginazione bensì i documenti che sono stati rinvenuti nell’archivio parrocchiale della Prepositurale di S. Stefano durante le operazioni di digitalizzazione del materiale cartaceo.
Nello sfogliare un registro, sono apparse le pagine scritte di pugno dal sacerdote che raccontavano la cronaca di quel terribile tempo!
Un incontro promosso dal gruppo Pro Memoria Nerviano ricostruisce, attraverso documenti inediti, il contagio di peste avvenuto nel 1630. Da questa tragedia, che dimezzò la popolazione del piccolo borgo seicentesco, i nervianesi superstiti decisero di edificare la Chiesetta del Lazzaretto che ancora oggi si trova sulle sponde del fiume Olona.