Matteo Messetti, Federico Tonoli e Nicolò Negri (3^C)
Venne arrestato a Giardinello dalla polizia di Stato il 5 novembre 2007 dopo una latitanza di 25 anni: insieme a lui sono stati arrestati il figlio Sandro e i reggenti dei mandamenti di Brancaccio e Carini.
Va sottolineato, però, il fatto che queste norme di comportamento rappresentavano un modello teorico del mafioso perfetto, questo modello però quasi mai viene rispettato sul piano pratico: infatti nel corso della storia sono scoppiate diverse lotte interne alla mafia stessa tra due clan o famiglie opposte a causa di frizioni causate dal fatto che non fossero state rispettate queste regole che, anche se non ancora scritte in quel momento, costituivano già la base della mafia in Italia e all’estero.
Tra le più celebri ricordiamo la "guerra castellammarese", scoppiata negli anni Trenta tra il clan Masseria e il clan Maranzano, e la "prima guerra di mafia", svoltasi in Sicilia negli anni Sessanta tra i più potenti capi mafiosi di Cosa Nostra dell’epoca.
Questa prima regola è stata concepita con l’intento di continuare a operare per la propria organizzazione in modo sicuro e strutturalmente solido, basandosi quindi sulla collaborazione tra i membri di essa.
Non è un caso che questa sia la prima regola che Salvatore Lo Piccolo ha deciso di scrivere, perché ciò che descrive sta alla base di tutto il fenomeno mafioso: la collaborazione è tutto e rappresenta sempre una via di salvezza dalle situazioni più difficili.
La fedeltà rappresenta per Cosa Nostra uno dei pilastri fondamentali di tutta la sua struttura, compromettere questo tipo di rapporti instaurati tra le singole famiglie provocherebbe danni al complesso unitario dell’organizzazione portando così alla frammentazione del potere. Vi è quindi la necessità di un rapporto di rispetto reciproco in cui ogni membro non deve interferire con la vita privata degli altri membri.
Il terzo comandamento dichiara che entrare in rapporto con polizia locale e carabinieri che lavorano per lo Stato, rischierebbe di compromettere le azioni illegali su cui si basa la mafia, tra le quali: spaccio di droga, contrabbando di armi e sequestro di persone.
In questo comandamento è compreso anche il fenomeno del PENTITISMO, nato nella prima metà degli anni Ottanta in parallelo al Maxiprocesso. I pentiti sono ex personaggi protagonisti della mafia che decidono di collaborare con la giustizia fornendo informazioni importanti riguardo ex colleghi che potrebbero essere importanti per la polizia per ricomporre il quadro generale della situazione, affinché Cosa Nostra e più in generale la mafia possa essere fermata .
Questa regola è stata realizzata per mantenere la segretezza della mafia, gli uomini d’onore spesso pur di svolgere le loro attività quotidiane si isolano dai centri maggiormente frequentati dalla società.
Nonostante ciò, molto spesso è capitato a persone comuni di entrare in contatto con mafiosi che data la loro segretezza hanno avuta la possibilità di recarsi per le strade, nei negozi e nei luoghi pubblici in generale senza essere scoperti; deduciamo quindi che la mafia è ovunque in mezzo a noi, anche se non ce ne accorgiamo, per cui la mafia è come “l’oscurità che opera alla luce del giorno”.
Inoltre, il vino o in generale l’alcol non devono influenzare la vita e la figura dell’uomo d’onore perché esso potrebbe compromettere l’incolumità della mafia.
Il mafioso deve rispettare costantemente tutti gli impegni necessari allo sviluppo di Cosa Nostra e porli come principale obiettivo giornaliero: il caso della moglie che sta per partorire rappresenta ovviamente il caso più estremo, ma che rende perfettamente l’idea di quanto debba essere forte sul piano teorico il legame di fratellanza che c’è tra i vari uomini d’onore; fratellanza che non sempre viene rispettata e questo è uno dei pirncipali motivi di conflitti interni alla organizzazione stessa.
Riprendendo il concetto del rispetto che deve intercorrere nei singoli nuclei familiari che fanno parte di Cosa Nostra, viene qui adattato al rispetto degli impegni imposti e gestiti dalla stessa organizzazione, in modo tale da garantirne lo sviluppo ottimale e soprattutto costante.
Il saper mantenere la parola data e quindi essere presente a tutti gli appuntamenti prefissati rappresenta anche uno dei valori morali che l’uomo d’onore deve necessariamente rispettare, per questo Salvatore lo Piccolo ha deciso di dedicare a questo aspetto un comandamento intero.
Tale comandamento si rifà ulteriormente al concetto di rispetto reciproco, in questo caso viene sottolineato il rispetto per la propria moglie perché dopo la mafia la famiglia deve essere il primo valore nella vita di un uomo d’onore.
Ciò significa, inoltre, che il ruolo della donna viene considerato tale e quale a quello dell’uomo, da questo emerge quindi che ogni membro ha il suo ruolo per il continuo sviluppo dell’organizzazione.
Questa regola sensibilizza quindi il rispetto che si deve portare verso tutti i membri di Cosa Nostra, in quanto se non si ha il rispetto per una singola persona all’interno della nostra vita, non ha nemmeno senso cercare di avere rispetto per un’organizzazione così grande e complessa come quella mafiosa in cui non è detto che tutti i membri ti apprezzino o ti amino come invece la moglie è sempre disposta a fare.
Bisogna specificare che il comandamento è riferito alla verità che c’è all’interno della organizzazione, perché in caso un membro venga per esempio arrestato non è assolutamente tenuto a dire la verità e a rivelare i piani segreti della mafia, ma anzi è invitato a mentire spudoratamente e a mantenere il giuramento di omertà che permette alla mafia di esistere ancora oggi, anche se in maniera diversa dall’epoca delle stragi e degli omicidi mirati contro membri importanti ma pericolosi all’interno del contesto politico italiano e non solo.
La mafia è una organizzazione che ha anche lo scopo di espandersi a livello collettivo, ma ovviamente ogni famiglia ha i propri affari e intromettersi in quelli di un'altra comporterebbe uno scontro assicurato.
Anche in questo caso va sottolineato il fatto che il comandamento è riferito ai soldi di altre famiglie appartenenti alla mafia perché nessuna regola invece vieta il rubare a casa di altre persone estranee e che la mafia è in grado di sottomettere a causa della sua potenza con tecniche come il pizzo, che consiste nel versamento di una percentuale dell’incasso di una persona.
Per fortuna molti uomini e donne nella storia recente sono riusciti a trovare la forza di ribellarsi a ciò, sporgendo una pubblica denuncia che comporta grandi rischi ma che allo stesso tempo indebolisce fortemente la mafia: tra i più celebri esempi troviamo quello di Libero Grassi, imprenditore italiano che nel 1991 scriveva una lettera al suo estorsore denunciando l’accaduto pubblicamente .
Innanzitutto, per analizzare il decimo comandamento che ha lo scopo di riassumere tutti gli altri bisogna chiarire il concetto di valori morali, perché quelli mafiosi sono diverse da quelli che possiamo intendere noi, perché all’interno della organizzazione criminale i valori come quelli di uccidere, torturare o rubare sono del tutto accettati. Infatti Salvatore lo Piccolo con valori morali intende il rispetto per la famiglia e per Cosa Nostra, la lealtà e la fratellanza.
Solo chi possiede queste capacità è degno di poter entrare all’interno di Cosa Nostra.