Affari sporchi in Europa

Pietro Massarenti, Oscar Hu e Lorenzo Coghi (3^C)

Immaginate che vostro padre venga ucciso da un’organizzazione criminale mafiosa e dover scappare dalla propria città natale per trasferirsi a Modena.

Questa è la storia di Giovanni Tizian, giornalista calabrese che si impegna nella lotta alla mafia, che parla di come la sua vita sia stata stravolta dalla ‘ndrangheta, una delle più diffuse organizzazioni criminali mafiose di tutto il mondo.

La ‘ndrangheta è un’organizzazione criminale mafiosa, famosa per il suo grande traffico di droga, cocaina ed eroina, e si arricchisce principalmente attraverso i porti del Mediterraneo. Questa mafia, però, è famosa per il suo grande sviluppo nel nord Europa e soprattutto in Germania, dove la caduta del muro di Berlino del 1989, fu la rampa per l’organizzazione di stati criminali.

La ‘ndrangheta, assieme alle altre mafie italiane, ha interesse diversi su dove espandersi, facendo sembrare le loro imprese legali. Questo accaduto, ha sicuramente creato molti pregiudizi, mostrando una brutta immagine del nostro Paese. Ma questo perché succede?

Il motivo che spinge la mafia a spingersi fuori dall’Italia è proprio il poco controllo e il non sospetto verso di loro: è sicuramente più semplice lavorare in modo sporco in un paese che non ti conosce.

Giovanni Tizian

Le possibilità introdotte negli ultimi anni dalla globalizzazione dell’economia (circolazione di persone, di capitali, di denaro e di merci) hanno fatto sì che numerose associazioni mafiose potessero operare in più Stati contemporaneamente, gestendo un giro di affari che tra il 2012 e il 2016 ha raggiunto il picco 110 miliardi di euro, ovvero più dell’1% del PIL europeo.

Questi guadagni derivano prevalentemente dal traffico di droghe, ma anche da quello di esseri umani e armi.

Un altro fattore a favore del successo della mafia in Europa sta nel fatto che ogni Paese ha le proprie leggi e i propri metodi riguardo alla lotta contro la criminalità organizzata e in particolare contro la mafia.

Per questo da diversi anni il Parlamento europeo sta cercando di introdurre una legge comune a tutti gli stati dell’ UE, in particolare prendendo spunto dall’articolo 416bis italiano, che - come sappiamo bene - venne introdotto nel 1982 e che sancisce per la prima volta il reato di associazione mafiosa. Questa proposta rimane comunque ancora un miraggio “per colpa” di alcuni Stati membri che si sono opposti. Tutti provvedimenti secondari e operazioni anti-mafia si possono trovare sul sito del Consiglio dell’Unione Europea.

I dati forniti dalla cartina e dalla tabella (fonte: “L’Unità Europea”) mostrano che nella maggior parte degli Stati dell’UE l’organizzazione criminale più ricorrente è proprio la mafia italiana (Cosa Nostra, Camorra, ‘ndrangheta, Sacra Corona Unita pugliese, etc).

La principale associazione mafiosa presente in Europa è proprio la ‘ndrangheta, che si diffuse in tutta Europa già nel dopoguerra e con l’emigrazione, comprendendo ben presto le potenzialità dei giri di affari europei. Come già detto, lo Stato in cui la ‘ndrangheta, e in realtà anche la Camorra, si diffuse maggiormente fu la Germania, dove oltre che ai traffici di droga la mafia si rese protagonista il 15 agosto 2007 di un terribile attentato a Duisburg, dove persero la vita sei persone, tra cui anche un ragazzo che aveva compiuto diciotto anni quel giorno.

Per la prima volta nella sua storia la Germania sperimentò il terrore causato dalla mafia.

Attentato di Duisburg, 15 agosto 2007

Un’altro Stato vitale e fondamentale per la mafia e la sua economia sono i Paesi Bassi, che grazie alla propria politica, posizione e gestione dei controlli riguardo alle droghe favorisce il commercio di queste, e che in poco tempo diventa il nodo logistico per lo spaccio, ma anche degli affari nel settore immobiliare; o la Spagna nella ristorazione.