Petra e poesia...


P.e.t.r.a

Petra Casa del mio cuore

Poesia fatta di storie e di persone

Lassù

ad un passo dal cielo,

tra fiocchi di neve e sprazzi di sole,

tra fumi di nebbia e aghi di pioggia,

la rivedi onnipotente,

testarda e virtuosa

Scopri

imperi perduti

soldati caduti

arte intrisa di sudore

polvere di stelle, di sale,

di grano e di folklore

Scorgi

vicoli, slarghi, mura di chiese

in mezzo alle case belvederi, fontane, terrazze,

monti e vallate estese

Senti odore di fiaccole arse al vento

rulli di tamburo, fischietti contadini

cordelle, stendardi, nastri e nastrini

pulpiti e contrasti dai borghi vicini

Questo ed altro io amo

della casa del mio cuore

fine e principio

di una storia d’amore.

Agostino Messineo Alfiere


Piccola Petra

Ho sognato una poesia.

L’ho persa nel sonno.

Tu risvegliami un giorno,

piccola Petra.

Agostino Messineo Alfiere





Vie

Vie strette, acciottolate, silenti,

profumate da licheni, erbette,

aria di paese.

Sentieri di una volta,

di sempre.

Antico adusato al tempo.

Suoni, voci, passi eguali,

semplice, inconscia monotonia,

alternanza continua di stagioni,

spostamenti di luce, di ombre

familiari ed animali tranquilli.

Pioggia, vento, sole,

bufere, tempeste

parlano, meravigliano, scuotono.

Corpi sani per meccanismi atavici,

resistono, si adagiano.

Preso da meraviglioso incanto,

seguo i contorni della luce.

Ascolto, medito, fremo.

Cammino e... Bambino,

come una volta,

corro, rincorro la luna


Don Calogero La Placa




La campana di Loreto

Stasera sono stata un po’ sorpresa, un tocco nuovo dolce, mi ha chiamata; era la campana di Loreto, da un po’ di tempo non ha più suonato. Stasera il suo tocco delicato, ha detto a tutti sono ritornata, correte la mia chiesa si è svegliata; e voglio dare a tutti il mio saluto. Ho visto gente, correte per strada, perché quel tocco tutti l’han sentito, naturalmente anch’io ci sono andata; non potevo rifiutare quell’invito. Ognun di noi volle risentire, quel dolce suono verso l’imbrunire; il suono della nuova campana, che richiama il gregge alla fontana. Il gregge corre, felice a dissetarsi; a quella fonte che vuol dir fede, è il solo modo per manifestarsi, e vivere per quello che Lui crede.

Paolina Città La Placa

Petralia Soprana

Petralia Soprana

Terra di artisti,poeti e santi,

a te dal mio cuore affetti e canti.

Tu sorgi alta su questi monti e

per prima conosci albe e tramonti.

Mille colori,mille profumi inebriano il cuore,

guardano il tuo volto con grande stupore.

Ti vorrei viva come ieri,

fresca come la tua aria

come l’orizzonte che alterna e che varia

il color dell’oro e quello del turchino

magnifico quadro d’un pittore del pennello fino.

Mi piaccion le note della banda gioiosa

Che nelle piazze suona festosa.

Assorta io ascolto,

mi metto più vicino,

le emozioni vibrano intense nel grazioso paesino

dove odo il suono del tamburo vicino lo stendardo,

Il frate beato,sacerdoti,attori,hanno lasciato tracce di storia

Del loro valore se n’è fatta viva memoria.

Dal balcone madonita godiamo il fascino della natura

e della sua bellezza,

a tutti l’offriamo con generosità e grandezza.

Il nostro grazie è rivolto a Madre natura

Per l’aria salubre e pure.

Ne rimase estasiato pur il normanno Ruggero

ma ancor prima dell’illustre condottiero,

pure gli storici Plinio e Cicerone

nei loro scritti ne fecero esaltazione

colpiti dal possente panorama

del territorio di Petralia Soprana .

Vennero ancor prima di loro i prodi saraceni,

fu sedotta dalle leggi romane,

fece parte delle civitas decumane;

con i greci coniava monete,

nei musei ce ne sono due se non ci credete.

Se questo borgo fu fondato dai Sicani

lo resero più bello chissà quant’altre mani!

Storia che si racconta con le tradizioni,

narrata dalle nuove entusiaste generazioni:

Viva il matrimonio baronale,

viva la novena di Natale,

viva l’incontro di Pasqua, viva S.Giuseppe e Santa Lucia,

viva le sagre, le feste di un tempo che non fugge mai via

ma che resta immobile,paziente negli anni,

stordendo le preoccupazioni, scanzando gli affanni.

Don Calogero La Placa




A spicuzza

Accampata a una una,

la favuzza

spiducchiata ccu sti manu,

sti piduzzi

ccu li scarpi spirtusati,

sudatu, arripizzatu e tuttu luordu

viviennu a li vadduna,

durmiennu e chissi chissi

manciannu rinfacciuna,

tra Voscienza e scappiddati

chistu, chistu lu me piattu!

Pa festa, Natali e Pasqua,

ppu nzincu e qualche tavulata

tagghiarini ccu sucu, ccu sucu

chi biddizza!


Sursannu, affirrannu ccu li mani,


nta madida!

Ma poi, poi, tutti i siri,

stancu e ppi gghiunta affumazzatu


nto pagghiaru,

ccu l’armali,

favuzzi, favuzzi pizzicati

e poi a notti, v’immaginati,

chi granni cannunati!

Chisti, chisti li ma mangiati

Don Calogero La Placa




U suli

Duoppu na iurnata

di furriari,

si ietta stancu

nta lu mari.

Chistu diventa tuttu d’oru

spicchialia

s’annaca, si pittinia.

Avi u sulu!

Di tutti si fa ammirari.

Poi a picca a picca

cumincia arrussicari

diventa nigru.

Avi vrigogna

Ca si fici babbiari

Giugno 81

Don Calogero La Placa



Piccolo grand’ Infante,

millenni d’attesa

e … interminabile presenza!

Qui tra gli uomini

che chiami fratelli, cancelli il tempo,

e dai sapori di infinito.

Povero, disprezzato, inerme

trasformi, ami.

Quali stelle, pianeti,

impazzite schegge vaganti,

meteore…,

gli umani eventi,

misteriosamente attratti,

entrano ne l’orbita tua divina.

Don Calogero La Placa



VIE


Vie strette, acciottolate, silenti,

profumate da licheni, erbette,

aria di paese.

Sentieri di una volta,

di sempre.

Antico adusato al tempo.

Suoni, voci, passi eguali,

semplice, inconscia monotonia,

Alternanza continua di stagioni, spostamenti di luce, di ombre

familiari ed animali tranquilli.

Pioggia, vento, sole,

bufere, tempeste

parlano, meravigliano, scuotono.

Corpi sani per meccanismi atavici,

resistono, si adagiano.

Preso da meraviglioso incanto, seguo i contorni della luce.

Ascolto, medito, fremo.

Cammino e… bambino,

come una volta,

corro, rincorro la luna.

Don Calogero La Placa




LE BORGATE DI PETRALIA SOPRANA


Comi sti fila acculurati

sunnu ntra d’iddi tutti intrizzzati,

s’ammiscanu e si canusciunu

satariannu pi li madonii,

sunnu ognuna n’amuri,

graziusi hanno l’antichi vii.

Ogni paisi e’ comi un culuri:

beddu friscu,particulari

comi un beddu xhiuri.

Fannu tutti riferimientu ad un paisi

atu comi stu pilastru,

fieru li italia d’a zona ddu castru.

Di idda’ s’affaccia comi un beddu suli ,

comi un patri chi pur di luntanu

li proteggi ‘un lassannuli mai suli.

Matilde La Placa



Stendardieri


Girandole acrobatiche

Che accarezzano il cielo

Con movimenti decisi

d’equilibrio

saltellano,

giocano, si mostrano ritmicamente

componendo figure che allietano, impressionano

immobilizzando lo sguardo

con stuzzichevole emozione.

Accompagnando il battito del cuore.

Scambi di spazi.

Simboli di alternanza di stagione

Un affidamento a Dio

E ai santi

Di devozione.

Un ringraziamento perenne, secolare,

una tradizione tramandata da generazione nel particolare.

Un drappo al vento vellutato,

un simbolo perfettamente ricamato,

un sorriso, un applauso

da sempre degnamente meritato.

Matilde La Placa