Architettura

Civile


PALAZZO COMUNALE

Edificato nella seconda metà del XIX secolo, fu un persistente Convento dei Carmelitani. (prospetto in stile Neo-Gotico).

Si trova nella piazza principale “Piazza del Popolo” all'interno del centro storico di Soprana. Il palazzo comunale si sviluppa su due versanti, oltre alla piazza, si affaccia sul Belvedere dal quale si può ammirare un panorama inestimabile che domina su tutta le Madonie.


Piazza del popolo


Una larga piazza quadrangolare la cui sistemazione attuale risale al 1929, quando fu rasa al suolo l’antichissima chiesa del Carmelo. Al centro ospita un monumento in bronzo di Antonino Ugo, dedicato ai caduti di tutte le guerre. Alla base di un' altra stele marmorea è simboleggiato l’altare della Patria, raffigurante l’eroe, la madre e il figlio. Sulla piazza si affacciano diversi palazzi, tra cui il Palazzo Pottino risalente alla seconda metà dell’800.


Palazzo Pottino

L'importanza acquisita dalla famiglia Pottino nella Petralia Soprana dell'800/900, traspare dal numero dei palazzi dei vari rami della famiglia che costellano il centro storico. Il più imponente, quello di cui ci occuperemo, campeggia all'incrocio fra Piazza del Popolo e corso Umberto e appartenne al ramo dei marchesi di Eschifaldo e baroni di Capuano. Si tratta di una costruzione della metà dell'800 che ha preso il posto del seicentesco palazzo Lo Squiglio, dimora di una più antica famiglia nobiliare di origine romana (da Esquilius).


Nella vecchia carta del catasto borbonico del 1840 circa, quindi precedente alla realizzazione del palazzo, si può leggere infatti che l'intero isolato, indicato con il numero 4, apparteneva a quell'epoca alle suore del Collegio di Maria, alle quali, probabilmente era stato ceduto dai Lo Squiglio.

Per avere un'idea della situazione originaria dei luoghi bisogna considerare che la facciata principale del palazzo dava su di una via stretta e non godeva come oggi dello spazio di Piazza del Popolo, dato che sino al 1929, tale area era occupata dalla chiesa della Madonna del Carmelo ed erano presenti notevoli dislivelli stradali che furono appianati solo a fine 800, con la creazione del Corso Umberto e di via Medici. Molte case si videro interrare un intero piano, mentre Palazzo Pottino subì al contrario una fuoriuscita delle fondamenta.

I muri esterni del palazzo ci parlano tuttora di queste modifiche, recando tracce evidenti del mutamento di livello del piano stradale. La freccia indica il livello dell'originario piano terra ed è ben visibile la linea sottostante delle fondamenta.

La famiglia Pottino

Don Michele Raimondo Pottino (Petralia Soprana 15.2.1807-13.3.1887) di famiglia originaria di Nicosia, figlio di Gaetano e di Vincenza Sabatino, e nipote di Don Nicolò, sposò nel 1834 una discendente di uno dei casati più potenti delle Madonie, Maddalena Sgadari dei baroni della Celsa (1807-1891), che discendeva dai Bongiorno di Gangi, e che quindi, per effetto delle nozze, portò poi al primogenito dei Pottino la baronia di Capuano e il marchesato di Eschifaldo, insieme ad altri titoli.

Nel 1840 Michele Pottino decise di dotarsi, nella sua città natia di Petralia Soprana, di un palazzo rappresentativo della sua situazione familiare e sociale, e scelse quindi, per la loro centralissima posizione, davanti al Municipio e alla Chiesa del Carmine, i locali del vetusto Palazzo Lo Squiglio. Per la realizzazione, venne scelto un architetto di grido nella Palermo della prima metà dell'Ottocento.



L'architetto Patti

Don Giuseppe Patti, di nobile famiglia di Partinico, aveva collaborato con l'architetto regio Carlo Chenchi (o Chenchè), pupillo del Vanvitelli, alla realizzazione della Real Cantina Borbonica di Partinico. Egli aderiva alla corrente stilistica allora dominante, il neo-classicismo, e con un intervento che all'epoca attuale avrebbe fatto scandalo, fu lui a "modernizzare" la chiesa arabo-normanna della Magione a Palermo, dotandola di una facciata nuova di zecca, giustapposta a quella storica originaria, realizzando un duplice loggiato con colonnato in stile dorico e una copertura neo-classica. Non ne rimane oggi più traccia, perché nel 1927 il tutto venne demolito e l'originaria facciata rivide la luce.


Fu sul finire della sua carriera che l'architetto Patti disegnò il progetto di quello che doveva divenire Palazzo Pottino.


Le vicende successive del palazzo

Il primogenito di don Michele Pottino, Francesco (1839-1923) ereditò del palazzo, ma non ebbe figli, e quindi trasferì per anticipata successione al nipote Ettore Eugenio Pottino (figlio del fratello Gaetano), tutti i suoi titoli, così come il palazzo. Successivamente l'edificio venne ereditato dai discendenti in linea retta di Ettore Eugenio, cioè il figlio Gaetano e poi il nipote Ettore, che infine lo vendette. In ultimo, nel 1989 è stato acquistato dalla Provincia di Palermo.

FONTANA QUATTRO CANNOLI


Piazza Quattro Cannoli si trova nel cuore di Petralia Soprana. E’ una caratteristica piazzetta chiamata in questo modo per la fontana, realizzata in marmo di Billiemi. Questa fontana ha rappresentato per la popolazione del paese un grande punto di riferimento: era l’unica fonte presente nell’abitato che portava l’acqua dalla montagna fino a Petralia. E' molto suggestivo nei momenti di silenzio sentire il rumore dello sgorgare dell'acqua che rievoca un'atmosfera antica tipica delle vie del borgo.


PIAZZA FRATE UMILE PINTORNO


Piazza Frate Umile Pintorno è stata costruita nel 1952 in onore di Giovanni Francesco Pintorno nato nel 1601,entrato nell’ordine dei Frati Minori Riformati. Operò in Sicilia dove si stima che scolpì 33 crocifissi di cui uno si trova nella Chiesa Madre del Paese. Morì il 9 febbraio 1632 a causa di una ferita all’occhio sinistro

PORTA SERI


Oggi resta solo porta Seri, un arco a sesto acuto che si apriva sulla terrazza che discendeva verso Petralia Sottana. Le altre erano, procedendo in senso orario: Porta Del Castello, Porta Dei Gessaiuòli, Porticella, Porta Di Cella, Pustierla, Porta San Teodoro e Porta Dell’Urgia( o Porta Dell’Urgi).



PIAZZA SAN MICHELE


Prende il nome dall'omonima chiesa dedicata al santo (XIV secolo), costruita su un'altra chiesa preesistente nel XVII secolo. Di fronte fa da sfondo Palazzo Sabatini-Salvia.