Niso

Siamo in due

I (intervistatore): Niso, sappiamo poco della tua infanzia. Parlaci un po’ della tua famiglia e di dove sei cresciuto.

E (ego): Certo! Sono nato da una famiglia illustre troiana, che mi ha trasmesso l’amore per la caccia e il senso dell’onore, fondamentale per un guerriero come me.

I: Tu che sei quindi un guerriero molto esperto e abile che ha partecipato attivamente alla guerra di Troia, cosa ne pensi di tutti i conflitti che affliggono il mondo?

E: Questa domanda non ha una risposta semplice, infatti potrei risponderti sia come guerriero che come uomo. L’io soldato ti direbbe che la guerra fa parte della storia dell’uomo da sempre e porta morte e distruzione, ma anche gloria e molti benefici per i vincitori. L’io uomo, invece, rifletterebbe sull’inutilità dei conflitti, poiché causano dolori, insicurezze e paure in coloro che vengono attaccati. Purtroppo, come nel mio caso, la guerra è decisa da altri e noi soldati dobbiamo sottostare agli ordini e sacrificarci per difendere la nostra patria da aggressioni esterne.  

I: Dalla risposta alla precedente domanda, si capisce che dentro di te vivono due “Niso” diversi: l’uomo e il guerriero. Come riesci a farli convivere?

E: Non è affatto facile scegliere se e quando essere un soldato o un uomo, spesso è la situazione e gli eventi che decidono o ti fanno decidere. Io cerco di far emergere il meglio dei due: entrambi sono accomunati dallo stesso sentimento di lealtà, che nel guerriero è verso la patria, nell’uomo verso gli altri.  

I: Ma tu, come eroe, non hai dubbi o punti di debolezza? 

E: L’eroe è un uomo e quindi ha dubbi e debolezze: nel mio caso, la forte amicizia per Eurialo mi potrebbe portare a sacrificarmi per lui e compiere, quindi, scelte avventate e talvolta errate. Mi domando cosa sarei capace di fare se dovessi vedere il mio amico in grave pericolo o addirittura morto! 

immagine: gruppo scultoreo "Eurialo e Niso" (1827) di Jean-Baptiste Roman, Museo Louvre

pagina curata da Luca Macchi