Orfeo

Musica ed amore


INTERVISTATORE: Salve, Orfeo. La tua abilità nel suonare la lira ha colpito tutti noi e così  il modo in cui la musica ti abbia aiutato a superare i momenti di difficoltà della vita; potresti dire di più riguardo a questa tua passione?

ORFEO: Certamente. La mia passione per la musica risale alla mia infanzia; un giorno ricordo che stavo passeggiando in campagna da solo quando vidi tra le sterpaglie, in parte nascosto tra l'erba, un grosso strumento abbandonato da qualcuno. Decisi di prenderlo, per evitare che andasse a marcire e a rovinarsi in quel prato. Solo in seguito scoprii che si trattava di una lira e che, dopo essermi consultato con le mie amiche Muse, era stata la grazia di Apollo a condurmi a tale ritrovamento, avendo visto in me la figura di un predestinato alla musica, oltre che un grande talento. Ecco che iniziai ad esercitarmi, grazie a mio padre Eagro, che era già re della Tracia, e soprattutto le care Muse, sebbene siano stati la mia dedizione e il continuo esercizio ad avermi consentito di raggiungere la maestria che ho oggi nel suonare questo mio caro strumento. Una grande riconoscenza nutro per Apollo e per la sua provvidenza divina.


I: E’ straordinario come tu abbia superato le tue paure grazie alla musica, fino a sfidare il destino nel tuo viaggio nel regno dell’Ade. Cosa ti ha spinto a condurre questa impresa? 

O: Quando la mia amata Euridice è morta per colpa di quel maledetto serpente, mi è crollato tutto il mondo addosso. A quel punto, ero consapevole di come lei rappresentasse per me tutto e perciò ero disposto anche a sfidare l'impossibile pur di riuscire a riportarla nel regno dei vivi: non avevo più nulla da perdere. Gli dei mi concedevano ancora una possibilità, un'occasione. Così decisi di utilizzare il suono della mia lira per farmi strada nell'Oltretomba.

Tutte le anime rimasero meravigliate all'udire un suono così gradevole, tanto da consentirmi, senza porre alcuna resistenza, di arrivare a parlare con Dite e Proserpina, i guardiani dell'Oltretomba. Essi, persuasi dalla melodia, decisero, ad una sola condizione, di darmi ciò che volevo: il ritorno di Euridice tra i vivi.


I: Purtroppo nel momento in cui l'impresa sembrava compiuta, hai forse avuto quella mancanza di fiducia o sicurezza che ti ha fatto voltare verso Euridice, infrangendo proprio la condizione che ti avevano posto i guardiani dell'Ade. Cosa ti ha spinto a questo gesto? Ci sono motivazioni di cui non siamo a conoscenza?

O: Purtroppo, come dici tu, ho avuto un momento di leggerezza che ha infranto il mio sogno sul più bello; sono stato ingenuo in quella situazione! Eravamo da soli, lei dietro di me, ma non ero sicuro che realmente lo fosse. Era come se i suoi passi divenissero sempre più leggeri mano a mano che ci avvicinavamo al regno dei vivi, fino a non percepire più alcun rumore dietro di me. A quel punto non potevo comunicare con lei ed ero preso dal timore che Euridice fosse caduta o si fosse stancata del lungo tragitto che avevamo affrontato fino ad allora. Istintivamente mi sono girato verso di lei, che effettivamente era ancora lì presente, ed in pochissimi istanti, prima ancora di poterla abbracciare per l'ultima volta, l'ho vista risucchiata violentemente da una forza misteriosa verso l’Ade. La mia disattenzione è stata pagata a carissimo prezzo. Spero almeno che la mia vicenda sia d'aiuto a chiunque possa ritrovarsi in una simile situazione!

I: Chiarissimo, grazie per l’intervista, Orfeo

O: Figurati, non c’è di che.

pagina curata da Mattia Varalli