Post date: 31-dic-2012 16.52.20
Il recente decreto legge n. 158 obbliga i concessionari a fornire informazioni sulle probabilità di vincita dei vari giochi. Tale obbligo è stato probabilmente festeggiato con caviale e champagne nei piani alti delle sedi dei fornitori di gioco in quanto offre una buona occasione di promozione dei giochi. E' possibile infatti finalmente dimostrare, cifre alla mano, che "vincere è facile", esattamente come affermato negli spot pubblicitari.
E' proprio vero? Si, se non si conoscono i trucchi.
Prendiamo un esempio: il Gratta & Vinci, in particolare il concorso "Oro e Diamanti" della Lottomatica per capire il meccanismo d'azione dell'azzardo industriale.
Vediamo il regolamento pubblicato sul sito AAMS e i dati su biglietti vincenti e monte premi.
- Biglietti n. 36 milioni al costo di 10 euro l'uno.
- Biglietti dichiarati vincenti = 17.775.096, ovvero il 49 % del totale. Questo significa che quasi un biglietto su due è vincente, e quindi probabilità di vincita elevatissime.
Se andiamo più in dettaglio, il regolamento dice che 15.210.000 biglietti "vincono" 10 euro, cioè semplicemente rimborsano il costo del biglietto. Il trucco sta qui, nel considerare "vincita" quello che vincita non è. Nella assai improbabile ipotesi che il giocatore incassi la "vincita" ed esca dal punto gioco egli avrà la stessa identica somma con cui era entrato, pur avendo incassato il payout. Ma ciò che è una parte del monte premi per il concessionario, non è un guadagno per il giocatore.
Se si escludono i biglietti che "vincono" 10 euro, la probabilità di trovare un biglietto vincente crolla a circa il 7% !!!
Quasi il 55% del monte premi è erogato senza far vincere alcunché di reale al giocatore. Che senso ha tutto questo? Semplice, è incentivo, è promozione, è un invito all'acquisto immediato di un secondo biglietto. Sul piano comportamentale infatti se una persona è disponibile a spendere 10 euro per un biglietto del gratta e vinci, sicuramente ne acquisterà un altro se si ritrova tra le mani gli stessi 10 euro di prima. La seconda volta facilmente li perderà, ma se ne andrà con la (falsa) consapevolezza che la vera vincita sia a portata di mano.
Il fine ultimo del concessionario è vendere tutti i biglietti del concorso perché così facendo l'incasso previsto è garantito. Il vero problema non è far perdere il giocatore, ma di farlo continuare a giocare anche se sta perdendo. Ciò implica che non è possibile che un gioco d'azzardo abbia successo se non va a rafforzare le illusioni e le false credenze (i pensieri erronei o distorti, direbbero i cognitivisti) delle persone che giocano. A loro volta i pensieri distorti sul gioco sono un fattore di rischio per lo sviluppo di dipendenza, e ciò mette fine alla presunta neutralità del venditore di azzardo nella complessa dinamica che porta alla dipendenza.
Vorrei far notare infine che dei due milioni e mezzo di biglietti realmente vincenti, un milione e ottocentomila restituiscono 20 euro, ovvero 10 euro più di quanto speso. Anche in questo caso siamo di fronte a biglietti incentivanti più che premianti. Nel concorso "Oro e Diamanti" i biglietti che danno una vincita uguale o superiore ai mille euro sono 9996 su 36 milioni, ovvero meno di 3 su 10.000.
Quando Lottomatica, giusto per fare un esempio, mette online le informazioni sulle vincite e afferma, come riportato anche da Jamma.it, che la probabilità di vincita alle VLT calcolata su dati del 2011 è del 29.61% dobbiamo allora pensare che vincere è davvero facile? Molti giocatori sicuramente lo faranno, con grande gioia di chi vende questa "nuova droga".