Prefazione a Sparta Ovunque

Esiste una parola, di derivazione (purtroppo) inglese, per definire quest’opera: fanfiction (o fanfic) – anche se, come vedremo, questa definizione non vale per tutti i sette racconti che compongono questo libro. Si usa questo termine per «tutto ciò che si scrive su qualcosa che non viene dalla nostra testa ma da quella di qualcun altro, anche solo se si usa un’ambientazione altrui. Esempio: fare una storia ambientata nel mondo di Harry Potter senza utilizzare i personaggi del libro è comunque una fanfiction. In breve: Fiction scritte da fan!»[1] Bene, in questo caso la testa che ha creato l’ambientazione originale è quella di Carlo Menzinger, mentre i fan in questione, che hanno contribuito ciascuno con una storia, sono, oltre al sottoscritto, nomi prestigiosi quali Donato Altomare, Sergio Calamandrei, Linda Lercari, Paolo Ninzatti e Pierfrancesco Prosperi. A questi si aggiunge lo stesso Menzinger, presente pure lui, ed è questa l’eccezione a cui accennavo prima.

Il termine apocrifo mi piace di più in realtà, ma non è altrettanto preciso. Al di fuori dell’ambito religioso, questo infatti «assume il significato di documento “non autentico”, “non genuino”, che non è dell'autore o dell'epoca che gli sono attribuiti»[2]: famosi sono gli “apocrifi holmesiani”, ma anche quelli tolkeniani, anzi si può dire che non esiste personaggio o “mondo secondario” (per dirla con Tolkien) celebre che non sia in qualche modo sopravvissuto al proprio autore. Questo è indice della grandezza del genio del “creatore di mondi” in questione: quando la propria creazione ispira altri, inizia a vivere di vita propria, quando si crea altra letteratura parallela al canone.

Quando qualcuno crea un mondo affascinante, convincente, dettagliato, sarebbe uno spreco assurdo utilizzarlo una tantum per un solo romanzo, o anche per un’intera saga, e farlo morire con l’autore. Il mondo dominato da Sparta immaginato da Carlo Menzinger, grande creatore di universi ucronici (nella biografia che ho scritto su di lui lo definisco appunto “sognatore divergente”[3]), non sarà famoso come la Terra di Mezzo, Hogwarts, l’universo di Star wars o quello di Star Trek, ma non ha nulla da invidiare a queste grandi saghe quanto a complessità e fantasia.

Il canone in questo caso è rappresentato da una trilogia, quella di Via da Sparta (a cui Menzinger ha lavorato per un decennio, tra il 2009 e il 2019). Con l’uscita del terzo volume, La figlia del Ragno, era chiaro che la saga sarebbe in qualche modo continuata. Le vicende della coraggiosa Aracne ci avevano appassionato, ma più ancora ci aveva affascinato l’ambientazione. Questo mondo alternativo, per il cui dominio si scontrano due grandi imperi – quello spartiate e quello dei samurai di Nippon-koku – è crudele, sanguinario, primitivo: un postaccio insomma in cui vivere (l’autore sembra volerci dire, tra le righe, “per quanto il nostro mondo sia imperfetto, consoliamoci: poteva andarci decisamente peggio!”), eppure ci affascina, ci fa sognare, soddisfa la nostra immaginazione, ci fa evadere dal grigiore dei nostri giorni – soprattutto in questa reclusione forzata da pandemia – ed è terreno fertile per gli autori versati per il fantastico.

Quando mi è stato proposto di partecipare a questo progetto mi trovavo nel mio consueto ritiro estivo a Sappada, sulle Dolomiti friulane (quanto pare lontana quell’estate!): ho accettato al volo, con grande piacere, e ho scritto il mio testo, Lo scisma, esattamente in quelle due settimane che è durato il mio soggiorno alpino, di getto. Ho messo la parola “fine” proprio la sera prima del mio rientro a Firenze. Una storia ambientata in questo universo narrativo non può che essere una storia di guerra e così pure io, pacifista convinto, mi sono ritrovato a scrivere di scontri armati, così come gli altri autori: ma mi è venuto naturale.

Sono stato il primo a rispondere all’appello, mi dicono. Sono poi arrivati gli altri contributi, che leggevo via via; li ho trovati tutti all’altezza del canone e sono rimasto stupito di come, pur venendo da penne così diverse, i vari racconti si incastrassero come tessere di un puzzle. Un’opera collettiva sviluppatasi in un arco ti tempo narrativo lunghissimo – ben 2339 anni![4] – che fa venire in mente la cronologia del Signore degli Anelli: un progetto di amplissimo respiro, quasi un manuale di storia di uno degli infiniti universi ucronici possibili scaturiti dalle due divergenze storiche (la vittoria di Sparta a Leuttra e la sottomissione della Cina da parte del Giappone) postulate da Menzinger.

Che altro dire? Menzinger, padrino di questo progetto, ha descritto bene il suo mondo nell’introduzione: il resto è chiarito nei vari racconti (riportati in ordine cronologico, ma leggibili anche separatamente o in altro ordine). Dunque, benvenuti nel terrificante mondo guerresco e impudico di Sparta ovunque!

Massimo Acciai Baggiani

Antese, 1° Munichione, anno olimpico 2796[5]

[1] https://www.galeonedeifolli.it/manuale_del_pirata.htm

[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Apocrifo

[3] Acciai Baggiani M., Il sognatore divergente, Firenze, Porto Seguro, 2018.

[4] Dall’anno olimpico 471 (il nostro 302 a.C.) al 2810 (2034 d.C.).

[5] Firenze, 15 aprile 2020

Torrino Santa Rosa, Firenze 15/07/2021: Pierfrancesco Prosperi, Carlo Menzinger, Massimo Acciai e Sergio Calamandrei.