L’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi. Secondo il World Economic Forum, che ogni anno stila una classifica mondiale del divario di genere, l’Italia si posiziona al 70esimo posto su 149 Paesi.
Tuttavia, entrando nel dettaglio dei dati del report, l’Italia risale al 61esimo posto per quanto riguarda i risultati scolastici, mentre crolla al 118esimo per quanto riguarda la partecipazione alla vita economica, toccando addirittura il 126esimo posto sulla parità di salario tra uomini e donne per lo svolgimento di lavori simili.
Parità di genere significa anche porre fine alla violenza di genere. Fattore che in Italia è sempre più sentito e in aumento, basti guardare i dati dei femminicidi e della violenza contro le bambine, le ragazze e le donne.
Sulla percentuale sugli omicidi in Italia, quelli femminili sono il 37,1%.
A luglio, l’Italia ha approvato una legge che ha introdotto il reato di tortura. Ma, a dicembre, il Comitato contro la tortura ha evidenziato che la definizione di tortura contenuta nella nuova legge non era conforme alla Convenzione.
Inoltre la nuova legge non prevedeva l’applicazione di altre norme fondamentali, tra cui la revisione dei metodi d’interrogatorio della polizia e le misure per il risarcimento delle vittime.
A settembre, il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa ha reso pubblico il rapporto della sua visita compiuta in Italia ad aprile 2016. Il Cpt ha raccolto denunce di maltrattamenti, tra cui l’uso non necessario ed eccessivo di forza da parte di agenti di polizia e di custodia, in praticamente tutte le strutture detentive visitate.
Un esempio di uso improprio della forza da parte degli agenti di Polizia, è il caso di Stefano Cucchi un ragazzo Italiano ucciso nel 2009 da tre poliziotti, dopo questa vicenda la sorella della vittima Ilaria Cucchi rilasciò queste dichiarazioni “In questo nostro Stato manca un fondamento, quello del reato di tortura. Non è uno Stato di diritto quello che permette che un uomo venga torturato in carcere”.
E per chiedere giustizia per tutte le vittime di tortura, Ilaria ha lanciato una petizione su change.org che più di 240mila persone hanno firmarono la petizione per introdurre il reato di tortura.
Ed infine Ilaria Cucchi riassumette la situazione con queste parole "Purtroppo da anni vediamo che l’Italia preferisce pagare le sanzioni facendo finta che il problema non esista”, continua Ilaria – “E mi rendo conto che la questione dei diritti umani non interessa a nessuno, perché di tutto si sente parlare fuorché di questo”.