Meccanica

Viaggio nello studio
di un ingegnere meccanico professionista

Ingegnere Alessandro Perrone


Il gruppo di PCTO interessato a Ingegneria Meccanica, Venerdì 5 Febbraio 2021 ha avuto il grande piacere di intervistare l’ingegnere Alessandro Perrone, che rispondendo efficacemente alle nostre domande ha avuto modo di illustrarci, in tutti i suoi pro e contro, la vita da ingegnere meccanico

professionista, raccontandoci dell’efficacia della sua formazione, di ciò che ancora oggi lo appassiona e di quanto sia importante reinventarsi nei momenti più critici, come quello che stiamo vivendo.


Cosa lo ha portato ad avvicinarsi alla facoltà di ingegneria meccanica?

Quand’ero ancora molto piccolo ho iniziato ad avvicinarmi ed interessarmi al settore meccanico, ho avuto le mie prime esperienze quando avevo circa dodici anni. Ho frequentato il liceo scientifico mi sono appassionato al mondo della meccanica e della tecnica e dunque ho deciso che la ingegneria meccanica sarebbe stata la mia strada e la mia vita.


Di che cosa tratta nel concreto il suo lavoro oggi e cosa la appassiona?

Il mio sogno fin da piccolo è sempre stato quello di aprire un mio studio di ingegneria che potesse occuparsi della materia a 360 gradi, nonostante fossi pienamente consapevole della difficoltà che questo comportava. Però ce l’ho fatta ed il mio lavoro oggi è la risoluzione di qualsiasi problema

tecnico che ha il mio cliente, sia questo di natura meccanica, di natura civile o elettronica: io dico sempre che l’ingegnere meccanico è un “tuttologo specializzato” in quanto è preparato su tutti i campi dell’ingegneria. Quello che mi appassiona di più è che proprio per questo motivo bisogna continuare a

studiare e ad aggiornarsi su ogni ramo.

Quali sbocchi lavorativi il percorso di studi in ingegneria meccanica può garantire? Una laurea simile al giorno d’oggi permette di fare carriera in Italia o bisogna essere disposti ad andare all’estero?

La seconda parte della domanda è un po’ particolare, soprattutto in questo periodo per la pandemia è difficile spostarsi. C’è molta più probabilità di trovare un lavoro all’estero per un ingegnere meccanico, sia perché in Italia a livello di macchine e industrie si sta facendo poco, sia perché la laurea in ingegneria in Italia è ben vista all’estero: presenta sbocchi lavorativi molto vari, l’ingegnere meccanico per come viene formato è in grado di fare tutto, per poi specializzarsi in settori più specifici.

Quali sono i pro e contro di svolgere questa professione?

Sono tantissimi i pro, sia dal punto di vista della carriera lavorativa che dal punto di vista economico si ottengono delle ottime gratificazioni, un altro pro è la possibilità di venire a contatto e lavorare insieme a moltissime persone di ogni tipo di impiego, dal carpentiere al direttore di banca. Un contro potrebbe essere che parlando con un datore di lavoro o con un cliente può capitare che ci siano persone che non capiscono le problematiche. Interagendo con molte persone è facile trovare disaccordi e spesso l’ingegnere meccanico che 99 volte su 100 ha ragione fa fatica a comunicare con il cliente che vuole sempre aver ragione a tutti i costi.

Successivamente al percorso di studi nell’ambito lavorativo le sue aspettative sono state rispettate?

Si assolutamente, ho sempre avuto molte richieste di lavoro e ho altrettanto avuto modo di raggiungere i miei obbiettivi e i miei traguardi. Ovviamente questo non significa che io non sia più in gioco, ho ancora alcuni propositi da realizzare.

Immagino quindi che se tornasse indietro rifarebbe le stesse scelte?

Si assolutamente, non ho alcun rimpianto per le mie scelte e la mia carriera, se potessi tornare indietro nel tempo prenderei sicuramente la stessa decisione.

Quanto tempo occupa la sua professione nell’arco della giornata rispetto alla sua sfera privata?

Dal momento in cui diventi ingegnere tutto dipende dalla tua professione, compresa la sfera privata. Occupa un tempo notevole, più che altro perché se sei indipendente, in ogni momento della tua vita sei un ingegnere e quindi si può aver da fare ance in diversi momenti. Diverso è il discorso se lavori in azienda, lì si fanno le ore stabilite e basta.

Oggi in una realtà complicata di emergenza globale il suo lavoro ha subito modifiche?

Quando lavori in uno studio professionale, diventi capace di gestire le situazioni di emergenza e di trarle a tuo vantaggio, reinventandoti a volte, se necessario. Con l’arrivo del Covid, al posto di far impianti industriali mi sono dedicato ad un progetto di salvaguardia delle persone, ad esempio progettando barriere in plexiglas, progettando macchine produttrici di ozono, che funge da antivirale per il Covid, o di altre macchine che in generale potessero aiutare nella lotta contro il virus. Quindi sicuramente il lavoro è cambiato, anche se con il mio studio siamo partiti in vantaggio essendoci sempre occupati di procedure di sicurezza.

Le nostre aspettative per l’intervista con l’ingegnere Alessandro Perrone erano quelle di approfondire i vantaggi e gli svantaggi di un ingegnere professionista, che da zero apre un suo studio. Queste aspettative sono state largamente rispettate, grazie alla disponibilità dell’ingegnere.

A cura di: Galliani Giacomo, Garoffolo Giovanni, Grillo Francesco