È la prima volta che scrivo per un giornalino scolastico in veste di professore. La prima volta che siedo dall'altro lato della cattedra, anzi, permettetemi visto il periodo, dello schermo.
Non è trascorso molto tempo da quando sedevo tra i banchi, così come poco, pochissimo, è stato, almeno per quest’anno s’intende, il tempo passato a scuola.
Era fine gennaio quando arrivò la chiamata per una supplenza, tutto succede in fretta in questi casi, all'improvviso si cambiano vita, lavoro e abitudini.
Giusto il tempo di arrivare a scuola, conoscervi, cominciare a memorizzare i vostri volti che, qualche attimo dopo, ecco cambiare tutto, di nuovo, ancora di fretta.
Fare il professore è un vero piacere, un bel lavoro e non credo che questo mio modo di pensare sia diverso da quello di molti colleghi.
Non è stata un’impresa facile diventare “smart” e adattarsi, per la seconda volta in poco tempo, ad una nuova vita e ad un nuovo modo di lavorare. Tutto nuovo, in tutto e per tutti, e alla fine, chi più e chi meno, ce l’abbiamo fatta, verrà il tempo per recuperare.
Un grosso aiuto è arrivato da voi ragazze e ragazzi, avete dimostrato quanto è facile adattarsi e riuscire a trarre il meglio dal peggio. Ci avete tenuto compagnia (a volte anche troppo eh) in questi giorni diversi, dandoci la motivazione per imparare nuove cose e per insegnarne di altre.
Vi auguriamo buone vacanze. Continuate ad essere smart, giovani con i vostri sorrisi e la vostra allegria a tener compagnia al mondo, noi ci vedremo presto e questa volta senza nessuno schermo di mezzo.
Ps: Dicevo, credo che buona parte di questi pensieri siano condivisi da molti, permettetemi quindi di non lasciare un solo nome e firma.
Con affetto, non me ne vogliate cari colleghi, i vostri Proff.