La potenza dell'auto

Classe 3 CK

L’automobile: maschio o femmina?

L’automobile, mezzo potente e oggetto del desiderio di tanti, è un argomento che ha affascinato anche i più grandi poeti della storia. Gabriele D’Annunzio sosteneva che fosse bizzosa e attraente come una donna. Altri intellettuali come i futuristi credevano che l’automobile fosse un esempio di forza maschile.

Alla fine D’Annunzio ebbe la meglio nella disputa,come apprendiamo dalla lettera indirizzata dal poeta al senatore Agnelli in segno di ringraziamento per la FIAT 509 cabriolet ricevuta in regalo.

Mio caro Senatore, in questo momento ritorno dal mio campo di Desenzano, con la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L'Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza. Inclinata progreditur. Le sono riconoscentissimo di questo dono elegante e preciso. Ogni particolare è curato col più sicuro gusto, secondo la tradizione del vero artiere italiano".

D’Annunzio d’altra parte fu animato sempre da un grande amore per le auto, ne aveva un’intera collezione.

Fra le sue predilette, c’era la 6C 2300 Alfa Romeo soprannominata “Il soffio di Satana”, venduta nel 1946 per appianare i debiti del Vate e ritrovata ad un’asta a Firenze nel 2017.

La nascita dell’automobile

Nel XIX secolo nasceva il motore a scoppio, grazie alle intuizioni di alcuni ingegneri italiani e tedeschi, tra cui spiccavano i nomi di Eugenio Barsanti e di Nikolaus August Otto. Il primo, grazie agli studi sullo sparo dei proiettili, sviluppò nel 1853 insieme a Felice Matteucci il primo motore a tre tempi. Il secondo inventò nel 1876 il motore a quattro tempi, anche detto a ciclo Otto.

Da queste grandi invenzioni alla nascita dell’automobile il passo è breve ma intenso, costellato da altre figure, soprattutto quelle degli ingegneri tedeschi Karl Benz, Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach, da cui nascerà nel XX secolo la Daimler-Benz ed il marchio Mercedes-Benz. Il primo brevettò nel 1886 la Patent Motorwagen, un triciclo a motore da molti considerata la prima automobile, mentre i secondi lavorarono allo sviluppo della Reitrad del 1884, la prima motocicletta della storia, e alla Motorkutsche del 1886, ovvero alla carrozza motorizzata. Questi due ingegneri miniaturizzarono il motore di Otto e lo resero applicabile ai veicoli a ruote.

Nel 1889 Daimler presentò all’Esposizione Universale di Parigi la Stahlradwagen, un’automobile a quattro ruote dal telaio molto leggero, equipaggiata da un piccolo motore di 565 cc in grado di sviluppare 1.65 CV di potenza e di spingere la vetturetta alla velocità di 22 km/h.

L’invenzione suscitò l’interesse di alcuni imprenditori francesi quali Panhard e Peugeot, che avevano intenzione di creare automobili con il loro nome. Il primo divenne distributore per la Francia dei motori Daimler, mentre il secondo fu in grado di produrre, nella sua fabbrica, le prime automobili francesi.

Peugeot, nel 1892, riuscì anche a vendere la prima automobile in Italia, la Type 3, una vis-à-vis a trazione posteriore a cui si poteva applicare un pratico bagagliaio di vimini all'anteriore.

Le auto di questo periodo erano molto lente, anche se le prove di velocità cominciavano ad esserci. Nel 1899 la Jamais Contente (la mai contenta), spinta da due motori elettrici nelle ruote posteriori, superò la velocità di punta di 100 km/h, anche grazie alla sua forma aerodinamica di siluro.

Nell’anno 1900 la diffusione di auto elettriche e a vapore era abbastanza consistente. Negli Stati Uniti, dove cominciava ad esserci una buona richiesta di vetture, la percentuale delle auto elettriche (38%) superava quella delle auto con motore a scoppio (22%), mentre la maggior parte del parco circolante era rappresentato da vetture con motore a vapore.

La storia dell’automobile è segnata dall’esperienza di Ford agli inizi del ‘900; l’assemblaggio veniva effettuato grazie all’utilizzo della catena di montaggio: un sistema di produzione che rivoluzionò totalmente il lavoro artigianale.

Henry Ford nacque a Springwells Township, era il primogenito di sei figli. Cresciuto in una prospera fattoria, mostrò fin dall’inizio un grande interesse per la meccanica; tale abilità gli permise di diventare uno dei più grandi industriali al mondo.

Il suo metodo produttivo chiamato Fordismo, si ispirava ai principi del Taylorismo: era importante per un’industria arrivare ad ottenere il massimo risultato con il minimo di fatica.


Tale modalità di lavoro si diffuse sia negli Stati Uniti che in altri paesi, estendendosi non solo all’industria automobilistica, ma anche a quella manifatturiera.

Nel 1908, in Michigan, Henry Ford iniziava la produzione del Modello T, una vettura, con motore anteriore a benzina e trazione posteriore. Veniva con essa implementata la catena di montaggio, come linea di assemblaggio di parti intercambiabili.

Ben 15 milioni di Ford Model T vennero prodotte dalla sua uscita fino al 1929, decretando la diffusione delle auto con motore a scoppio e relegando le elettriche a vetture di nicchia.

In Italia la produzione di vetture ispirata a Ford porta il nome della fabbrica FIAT, in origine di proprietà della famiglia Agnelli; il fondatore Giovanni ebbe uno storico incontro nel 1912 proprio con Henry Ford, per apprendere da lui le caratteristiche fondamentali di questo nuovo modello industriale.

Nel 1916 iniziò la costruzione dello stabilimento di Lingotto, sede storica della FIAT nel cuore di Torino, che entrerà in funzione nel 1923.

Fra i primi modelli ricordiamo la 3 cavalli ½ (detta anche 4HP) costruita in soli 26 esemplari.

L’invenzione della macchina cambiò la vita degli uomini, permettendo di accorciare le distanze geografiche, in più regalò loro maggiore facilità e comodità negli spostamenti oltre ad un notevole risparmio di tempo.


Concept car

Dopo questa attività di ricostruzione storica, abbiamo fatto un disegno di auto da noi ideata. Siamo partiti ispirandoci ad alcuni sketch disponibili su internet e creando delle forme particolari di concept car.

Cos’è la potenza dell’auto?

Questa è la domanda che ci siamo posti e che abbiamo approfondito durante le lezioni di Tecnologia.

La potenza dell’auto è quanto essa può accelerare e ci dice con quale velocità il motore riesce a generare energia e poi a trasmetterla all’auto.

La coppia di un’auto invece, è la forza che un motore riesce ad imprimere alle ruote.

Per passare al pratico,abbiamo indagato potenza e coppie di auto possedute dai nostri genitori o di auto dei nostri sogni raccogliendo i dati con un modulo Google e trasferendo su un grafico Excel tutto ciò che abbiamo raccolto.

Dai grafici prodotti abbiamo visto qua ’è tra quelle da noi scelte, l’auto con maggiore potenza.

Abbiamo realizzato il grafico sottostante che riporta i valori di coppia massima e del relativo numero di giri per ciascuna auto.

Le auto con maggior numero di coppia sono la Porsche 911, la Dodge Charger R/T e la Bugatti Divo. Tra queste tre auto è la Dodge Charger R/T che ha un motore più pronto alla spinta perché raggiunge la coppia massima ad un numero di giri inferiore.

Abbiamo infine graficato la potenza delle auto analizzate:

Le auto più potenti sono la Lamborghini Huracan, la Lamborghini Veneno e la Bugatti Divo: queste sono le auto che trasmettono la stessa velocità in minor tempo rispetto alle altre.