Una lunga storia sotto i nostri piedi

Classe 2 FS

Noi alunni della 2FS ci siamo sempre chiesti come mai, al piano -1 del centro commerciale Quasar, alcuni curiosi murales sulle pareti raffigurano dei mammut. È possibile che siano la testimonianza di qualcosa? È mai possibile che in passato nel nostro territorio ci fossero i mammut?

In virtù di questo, la scuola secondaria di primo grado Benedetto Bonfigli ha invitato, a metà novembre, il paleontologo e docente universitario Marco Cherin, che ha trattato tale questione nell’incontro con le classi 2 FS e 3 FS.

Tutti gli alunni hanno contribuito all’organizzazione dell'intervista all’esperto, mentre cinque di noi hanno avuto l’onore di porgli le domande, addirittura a telecamere accese!

Le informazioni principali che il docente ci ha fornito sono quelle relative ai ritrovamenti di resti fossili di vertebrati del Pleistocene, avvenuti tra il 2011 e il 2013 ad Ellera di Corciano, nel luogo di costruzione del centro commerciale Quasar Village.

Gli scavi e gli sbancamenti del cantiere erano controllati dall’archeologa Tiziana Caponi, perché si pensava fosse probabile ritrovare in quel sito resti di una strada romana.

Il 21 aprile 2011, alla vista dei primi fossili, la studiosa informò la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria che, a sua volta, contattò il nostro intervistato Marco Cherin, il quale si precipitò immediatamente sul luogo del ritrovamento.

Il docente, data l’entità dei ritrovamenti, coinvolse negli scavi e nelle ricerche paleontologiche anche (fortunati) studenti universitari dei suoi corsi.

Il gruppo di ricercatori scavò con tutti i mezzi a loro disposizione ma purtroppo, a un certo punto, la priorità venne data al cantiere in costruzione e non tutto venne portato alla luce.

Dai reperti che sono stati rinvenuti, si può affermare con certezza che nel nostro territorio, circa un milione di anni fa, erano presenti i seguenti animali:

- Ippopotamo (Hippopotamus antiquus)

- Mammut (Mammuthus meridionalis)

- Cervo (Pseudama farnetensis e Praemeglaceros verticornis)

- Testuggine palustre (Emydidae inteterm.)

- Cavallo (Equus)

- Bisonte ancestrale (Eobison degiuilli)

- Arvicola (Arvicolidae indet.)

- Toporagno (Soricidae indeterm.)


I resti più importanti sono certamente quelli di mammut di cui sono stati rinvenuti due scheletri quasi completi, zanne comprese.

Quelli dell’ippopotamo sono i più abbondanti e comprendono ossa, denti e cranio (evento rarissimo!). Della iena invece non sono state ritrovate parti di scheletro, bensì… escrementi fossili! (formatisi perché evidentemente l’animale aveva sgranocchiato ossa). Il termine scientifico è coproliti e noi abbiamo avuto il privilegio di tenerli in mano!

Ma facciamo il punto della situazione: cos’è la PALEONTOLOGIA? cosa sono i fossili?

La paleontologia (il termine deriva dal greco palaiòs = antico, onton = essere lògos = discorso) è una scienza naturale che studia, grazie ai fossili, le forme di vita succedutesi nel corso della storia della Terra.

I FOSSILI sono resti di esseri viventi racchiusi nelle rocce o più precisamente testimonianze lasciate da organismi vissuti nel passato.

La paleontologia, a differenza dell’archeologia, si interessa di studiare i resti di esseri viventi da quando c’è la vita sulla Terra, mentre l’ARCHEOLOGIA studia le popolazioni umane del passato tramite le tracce e i manufatti lasciati da esse.

I paleontologi svolgono un lavoro molto difficile perché la formazione dei fossili – la FOSSILIZZAZIONE - è molto rara (il loro sviluppo è lentissimo e avviene in condizioni molto particolari). La maggior parte dei fossili nasce all’interno delle rocce SEDIMENTARIE (rocce che si sono formate in ambienti acquatici per accumulo di granelli di sabbia in milioni di anni e che poi si sono sollevate a causa di movimenti tettonici).

Dunque, la maggior parte dei fossili (compresi i nostri di Corciano) sono resti di esseri viventi che abitavano in ambienti acquatici, marini o lacustri.

La zona di Ellera infatti faceva parte di un complesso sistema (a forma di Y rovesciata) di ambienti lacustri, palustri e fluviali interconnessi tra loro, che si estendeva in Umbria da Sansepolcro a Nord fino a Terni e Spoleto a Sud Ovest e Sud Est.

Grazie all’incontro con il prof Cherin, abbiamo scoperto anche che nella zona di Città della Pieve, dove circa 2 milioni di anni fa arrivava l’attuale Mar Tirreno, sono stati ritrovati addirittura resti fossili di balene!

A spiegazione di ciò, il paleontologo ci ha illustrato il significato della parola GEODIVERSITÀ, cioè la diversità di elementi geologici in un preciso territorio, una caratteristica di cui è molto ricca la nostra regione e a cui corrisponde una grande PALEODIVERSITÀ.


Durante l’incontro, una vera e propria lezione specialistica durata più di due ore, sono emerse altre interessanti informazioni, tra le quali una molto personale, ovvero l’origine della passione del professor Cherin per la paleontologia, nata sorprendentemente a dieci anni attraverso la visione del film Jurassic Park.

Infine, al termine dell’intervista, abbiamo chiesto se, e dove, questi fossili si possano vedere. Marco Cherin ci ha risposto che per il momento i reperti sono situati presso il Dipartimento di Geologia dell’Università di Perugia e si possono tranquillamente andare a visitare, contattandolo.

In futuro invece è previsto un allestimento permanente dedicato alla paleontologia presso l’Antiquarium del Comune di Corciano e noi non vediamo l’ora che questo progetto venga realizzato.