Il Sanbe in tutti gli ordini e gradi!

Progetto "Pechete"

Scritto da Marcolongo Rebecca, Piccolo Elena e Spigolon Alessandro ;                   foto di Matteo Mingardo

Il giorno 19 aprile 2023, i ragazzi delle classi seconde SSIG dell’Educandato San Benedetto sono stati protagonisti del progetto “Pechete” proposto dalle associazioni Gal Patavino e Murabilia. Anche noi, in veste di rappresentanti del “Sanbe News”, ci siamo trovati immersi in questo progetto a fianco dei ragazzi. Ma in cosa consiste ? Il programma prevedeva degli incontri e delle uscite “dentro e fuori dall’aula” guidati da una rappresentante delle associazioni, Silvia Raimondi. Il tutto aveva il fine di appassionare i ragazzi al territorio, creando poi un momento di restituzione con abitanti e turisti. Con l’occasione, gli undici gruppi di ragazzi delle classi seconde (in particolare delle sezioni B, C e D) si sono ritrovati presso il Duomo di Montagnana e hanno coinvolto i presenti raccontando loro le curiosità dei vari punti di interesse, soffermandosi soprattutto sulla via di Pellegrinaggio “Romea Strata” e sul Duomo di Montagnana. Assistendo alle presentazioni, insieme alle altre classi dell’Istituto che hanno partecipato come spettatori, abbiamo potuto apprendere nuove curiosità sul territorio, notando anche come sia arrivato ai ragazzi il messaggio del progetto. Chiedendo poi ai ragazzi cosa ne pensassero, abbiamo riscontrato l’interesse comune tra tutti i partecipanti che, come ci hanno riferito alcuni di loro, si sono appassionati a un territorio a volte anche diverso da quello in cui si vive abitualmente. Ringraziamo di cuore la referente prof.ssa Valentina Borin che ci ha dato la possibilità di presenziare all’incontro e un applauso ai ragazzi per il grande lavoro che hanno svolto! 

Caccia al tesoro al Sanbe
Attività in inglese organizzata dai liceali per gli studenti delle scuole medie

Scritto da Linda Brogin

Per ringraziare la professoressa L. Crema che a San Valentino ha organizzato un'attività didattica per le classi 4A LCE e 3C SS1G, gli studenti del liceo hanno voluto ricambiare il pensiero e ideare una caccia al tesoro per la classe 2D SS1G del San Benedetto. Dal momento che è stato tutto garantito dalle professoresse di inglese, l'attività si è svolta interamente in lingua, ma ciò non ha creato alcun minimo di problema per gli allievi in gara tra loro. Infatti, si sono dimostrati tutti disponibili e collaborativi nei confronti dei compagni sia delle proprie squadre che di quelle altrui. I biglietti sono stati nascosti dalla classe 4A LCE nei vari piani dell'istituto, come la sala audiovisivi, la biblioteca e l’aula informatica, e in poco tempo il gioco è arrivato alla conclusione: per tutti i partecipanti sono state condivise caramelle e dolcetti. Il bello di questo tipo di attività è che si può percepire il senso di unione e comunità anche tra gradi differenti di scuola e il San Benedetto è proprio tutto questo: famiglia, armonia e connessione. 

"Camminiamo insieme"

Scritto da Spigolon Alessandro e Piccolo Elena; foto di Spigolon Alessandro

Il giorno 19 maggio 2023 i ragazzi della classe 3°C SSIG dell’Educandato San Benedetto sono stati protagonisti del progetto Dalla non discriminazione all’accettazione socialeproposto dall’ educatrice L. Bruschetta con la partecipazione della dott.ssa P. Pasotto.

L’incontro proposto aveva lo scopo di far ragionare i ragazzi sul tema della diversità; tutti loro erano disposti a forma di semicerchio in modo da confrontarsi e condividere un momento di riflessione insieme.

Inizialmente si è affrontato cosa significhi diversità, utilizzando una metafora per far capire ai ragazzi che, quando due mondi diversi si incontrano, si ha la tendenza di creare una distanza perché si vede l’altro mondo come una minaccia, un qualcosa da cui tenersi lontano per le caratteristiche diverse che possiede. 

E questo perché? Come hanno detto i ragazzi, a causa dei pregiudizi e degli stereotipi che sono presenti nella società.

Ma come si possono contrastare? 



Da una riflessione generale, la dott.ssa si è poi spostata in uno specifico ramo della paura della diversità: l’omofobia, lasciando poi spazio ai ragazzi di porre delle domande o condividere delle riflessioni.

Vogliamo sottolineare una parola molto importante, EMPATIA: tutti noi dovremmo metterci nei panni di chi ha affrontato un lungo percorso di accettazione (anche verso di sé) prima di dichiararsi alla società.

“Per alcuni sentirsi in un vestito sbagliato, lo rende inadeguato, però purtroppo questo vestito non si può cambiare da un giorno all’altro…” per questo tutti noi dovremmo incontrare questo mondo che sembra diverso, accettarlo, capire la sofferenza di queste persone e soprattutto integrare tutti in un unico gruppo.

Speriamo che questo incontro abbia piantato un semino nei ragazzi su cui farli ragionare.

Kant: una storia per bambini

Scritto da Eleonora Slanzi; disegni dei bambini delle classi 2A e 2B della Scuola Primaria 


Quando ero piccina mia madre, prima di andare a letto, era solita raccontarmi storie di eroi invincibili e di mondi incantati: da "Biancaneve e i sette nani" a "La volpe e l'uva”, passando poi per fiabe frutto dalla sua fervida immaginazione, che erano anche le mie preferite.

Tra tutte però una in particolare aveva attirato la mia attenzione, tanto da ricordarla perfettamente ancora oggi.

In un promontorio verdeggiante circondato da un vasto lago smeraldo, sorgeva una piccola città dai palazzi colorati e ricchi di vegetazione prolifera. Le persone che vi ci abitavano avevano un aspetto cordiale e amichevole, indossavano abiti stravaganti e vivevano in pace e armonia, lontani da odi e conflitti, da armi e missili.

Erano una comunità molto chiusa, i suoi cittadini vi dimoravano da generazioni e nessun forestiero era mai riuscito ad accedervi. Si diceva in giro che gli abitanti dovessero sempre indossare degli occhiali dalla spessa montatura rosa impossibili da togliere. Ti immagini come sarebbe se tu dovessi vedere il mondo soltanto attraverso delle lenti rosa?


Queste lenti facevano sì che gli abitanti della città sperimentassero un mondo perfetto, ideale, immacolato, nel quale da ogni angolo sbocciavano nuove piante, in cui animali e uomini condividevano gli stessi spazi, in pace e armonia, lontani da odi e conflitti, da armi e missili. Così alle persone piaceva vedere il mondo, come un sogno da cui mai si sarebbero svegliati. 

Ricordi che prima ho detto che nessuno, per alcun motivo, poteva vedere il mondo senza gli occhiali rosa? Bene, nessuno tranne un bambino, proprio come lo sei tu. Si chiamava Immanuel e le sue prime foto lo ritraevano già con gli occhi velati dai simpatici occhiali. Tutto procedeva secondo il volere della tradizione. Immanuel, come del resto tutti i neonati, imparò ben presto ad adattarsi alla scomodità di questo accessorio che spesso gli scendeva nella punta del naso e che pazientemente la mamma riposizionava all'altezza degli occhi. 

Un giorno, ma non uno qualsiasi, bensì il primo giorno di scuola, Immanuel, armato di zaino, pennarelli colorati e candidi quaderni, si diresse, stringendo con forza la mano della madre, all'entrata dell'edificio. Guardandosi intorno non vedeva altro che volti seminascosti, mai aveva intravisto il colore dei suoi occhi o la loro forma, e tanto meno quelli dei suoi genitori. "Chissà che cosa c'è sotto agli occhiali di quella bambina? E di che colore saranno gli occhi di quel bimbo laggiù?" si domandava. Improvvisamente si sentì mancare il terreno sotto ai piedi e con un tonfo sommesso si ritrovò a gambe all'aria. Oltre ad una piccola sbucciatura non sembrava essersi fatto nulla, solo un grande spavento, eppure nelle sue guance si faceva strada una timida lacrima che si affrettò ad asciugare. 


Si guardò attorno per assicurarsi che nessuno avesse notato il suo capitombolo ma a un tratto il paesaggio si scurì, le nuvole si ingrigirono e gli alberi persero tutte le loro gemme. D'impulso Immanuel socchiuse gli occhi, convinto non fosse altro che un orribile sogno, ma la realtà si presentò nel peggiore dei modi. Immediatamente altre lacrime si aggregarono alle prime e il suo pianto attirò l'attenzione di un gruppo di adulti. "Tanto fumo, niente fiori, niente alberi, armi, missili, guerra." Tentò di farfugliare il piccolo, ottenendo come risultato delle grasse risate da parte dei genitori. Gli occhiali rosa erano a terra, completamente distrutti. Intorno ad Immanuel il mondo scorreva lento. I rifiuti erano dovunque, un fumo nero gli appannava la vista, la rigogliosa foresta era soppiantata da una grande fabbrica, gli animali erano fuggiti, gli uomini non facevano altro che litigare violentemente tra loro. Come sfondo la guerra. Mai, prima di allora, il bambino aveva visto qualcosa di più terribile. 

“Ecco a cosa servono gli occhiali rosa, a vedere il mondo per com'è davvero, distrutto dall'uomo." Pensò Immanuel. "Mamma, mamma togliti gli occhiali! Guarda il cielo, guarda la terra. Abbiamo rovinato la natura!" La esortò il bimbo disperato. Gli adulti increduli, inizialmente indugiarono, in fin dei conti nessuno prima di allora aveva mai provato a vedere il mondo senza le lenti rosa. Poi, mossi dalla curiosità, aprirono gli occhi alla realtà, e si tolsero gli occhiali. La visione del pianeta in caduta libera lì terrorizzò. Alcuni decisero di indossare nuovamente le lenti, troppo spaventati e non ancora pronti ad affrontare la verità. Altri invece, nonostante la forte angoscia, si guardarono attorno, consapevoli di aver provocato gravi danni all'ambiente che li circondava e che con tanta premura li aveva accolti, ma decisero di rimboccarsi le maniche, decisero che la verità li avrebbe salvati. Da quel giorno, infatti, sempre più persone si convinsero a guardare il mondo con i propri occhi, non più ingannati dal leggero riflesso rosa con il quale erano stati cresciuti. Gli occhiali rosa però non vennero gettati, si scoprirono ottimi per proteggersi dai raggi del sole che, dopo tante fatiche, gli uomini erano riusciti a scovare dietro alle grigie nubi. Gli abitanti della città questa volta vivevano davvero in pace e armonia, lontani da odi e conflitti, da armi e missili.


Ringraziamo caldamente la maestra Anna Buson, insegnante di arte alla scuola primaria dell’Istituto San Benedetto, che ha coinvolto le classi 2A e 2B. Gli alunni hanno realizzato i disegni che rappresentano alcune scene della storia, incrementando quindi la loro creatività e immaginazione, in un'ottica di collaborazione verticale proficua.