L'Eco Storico

Convegno: Ai Margini del Caos. Antonia Colamonico. Firenze, 21/11/2008 - Palazzo Strozzi.Carta della propagazione d'evento: l'Eco Storico nello Spazio-Tempo crea le Creste d'evento.

La Struttura della Storia è un frattale, con biforcazioni in biforcazioni che le danno una forma a Spugna.


Osservare la topologia della Storia come un corpo unico a uno/tutto, permette di distinguere:

  • I vuoti, le dinamiche che non hanno preso storia, a seguito di una deformazione dello Spazio che ha preso un altro senso-direzione.

  • I pieni, le realizzazioni storiche, quali costruzioni vitali che hanno avuto realtà.

L’evoluzione della storia non segue un iter lineare-sequenziale, come un’unica dinamica che si implementa secondo un ritmo regolare di causa-effetto, ma si auto-organizza a differenti velocità, come i cieli di Van Gogh, che presentano dei campi di forze con accelerazioni, decelerazioni, fughe in avanti, stalli, esplosioni, implosioni.

A. Colamonico, Fatto Tempo Spazio. OPPI, Milano (1993).

L'osservatore storico (ogni uomo) si muove sempre in una successione di tempi 0 (stati di presente). In tale posizione temporale, rintraccia dei segni, appigli informativi, che dilatano il suo sguardo-occhio ai campi del passato e del futuro.

Lo stato di eterno presente è limite non solo spazio-temporale, ma soprattutto cognitivo che rende lacunosa la conoscenza, a sua volta con pieni e vuoti che forma nel suo uno/tutto la Spugna del pensiero.

L'osservatore per apprendere, dovrà valicare tale confine a tempo 0 e aprire lo spazio-mente all'immaginazione, quale facoltà della mente a visualizzare i mondi passati e futuri che non sono la realtà naturale, ma una semplice impronta-eco che sopravvive in quel segno-appiglio isolato, a t. 0.

L'impronta-eco è la traccia storica che permane come informazione evolutiva di una possibilità di percorso vitale:

  • Si pensi al seme di una pianta che non è la pianta, ma ha in se l'informazione di una possibile evoluzione.

Organizzazione di una muffa
La porosità della Spugna eco-storica

La porosità della vita con le sue zone di ombre/luce è un tutto informato che ha perso/preso spazio, in un dato stato di presente.

L'aver perso spazio non vuol dire che sia andato perduto il processo evolutivo di una data cresta storica, ma che l'informazione è quiescente, come una traccia-memoria onirica (dormiente) che si ricompatterà non appena si creeranno le condizioni di campo-habitat favorevoli al riprendere forma (relazione seme-pianta)

Se si volesse visualizzare l'eco storico, si dovranno indagare i mutamenti di spazio, poiché ogni fatto-evento produce una perturbazione nel campo vitale, modificandolo. Lo studio delle modifiche è il campo di lettura dell'osservatore che dovrà interpretarle, datarle, collocarle, definirle, giustificarle e tramandarle.


Giovanni Bruzzi, Spugna grande
La caratteristica della Spugna è la porosità, con nicchie e creste di vuoti/pieni.
Vincent van Gogh, Notte stellata, 1889

La Vita, letta con un occhio-finestra a campo massimo, è un processo d'emergenza, come una nascita che prende corpo da un vuoto che non è vuoto-nulla. Esso possiede almeno una vibrazione quantistica teoricamente e praticamente ineliminabile, la fluttuazione del vuoto:

  • "Il vuoto quantistico è un'entità dinamica dotata di incessanti fluttuazioni energetiche (le cosiddette “particelle virtuali”), una sorta di background del mondo fisico da cui “emergono” le particelle “reali”, direttamente rivelabili, che conosciamo: elettroni, quark, mesoni, neutrini, fotoni, gravitoni" Ignazio Licata.

Il Valore etico della Vita

Se il Sistema Storia è un tutto informato che permane in ogni tempo 0 e tende all'infinito, allora si può ben comprendere il valore storico di ogni singolo atto vitale con la corrispettiva responsabilità storica:

  • ogni risposta alla vita apre ad un grado di disordine/ordine... di morte/vita, saper rispondere alla vita, comporta l'assunzione del compito storico di vivente (= colui che vive, che è) e agire cercando di ridurre l'entropia-morte. Il saper rispondere comporta un grado di apprendimento, processo neghentropico.

Si comprende così il valore etico dell'essere un vivente che sa di saper vivere (3° livello della Coscienza storica):

  • "Nella costruzione di Realtà il fine per cui s'indaga è il bene. L'osservare, l'ideare, il fare hanno come obiettivo finale la riuscita che è il valore di: ben-visto, ben-immaginato, ben-fatto. Il bene non è parola antiquata che sa di Chiesa, ma qualcosa di molto concreto e profondo, insieme. Solo puntando ad esso si potrà parlare di “riuscita storica”, in ogni campo dalla politica, all'economia; dalla tecnologia alla finanza; dalla famiglia, alla Società. Dante lo aveva compreso, quando organizzò la Commedia (divina) intorno a tale “verità”: Il Bene muove tutte le cose. Egli costruì una pluralità di personaggi che agendo con una molteplicità di sfaccettature, hanno dato forma a tante bontà (processo moltiplicativo) e, infine, pose a “Sommo Bene” Dio: “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” (Inferno c. XXXI, vv 119-120). Se ogni lettura ha l'ago magnetico che punta al bene, allora come nasce il male? Dall'ignoranza, come incapacità a indirizzare lo sguardo-azione al naturale verso della Storia-Bios (Vita). Il vero ignorante è chi non ha compreso la trama storica della Vita. Compito della Scuola non è educare ai bisogni dell'economia, ma all'essere bussole di verità. ..."


Da A. Colamonico, La Società della Conoscenza: L'Uomo “bussola cognitiva” nella costruzione di Realtà in L'Eco di Acquaviva, 6 Dic. 2019 - Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6


'andamento storico, se letto come una dinamica vincolata a scelte di riposte fattuali, assume un andamento fluttuante di congiuntura positive e negative.
Relazione conoscenza-vita. La vita tende all'entropia-morte, la conoscenza risalendo la deriva storica, permette di negare l'entropia e svolgere un'azione correttiva.
La conchiglia del mare ha con sé il suono dei venti e dell’onde; e dell’acque profonde, conserva segreti e misteri, che soltanto racconta a chi sa sognare. A. Bettozzi
Gli echi di immagini sovrapposte in Octavio Ocampo.
William-Adolphe Bouguereau, The Shell. 1871

Quale sguardo per visualizzare la Complessità?


La lettura in Contemporaneità degli stati passati, presenti e futuri (organizzazione a trame) richiede un occhio e una mente di tipo spaziale, Spazioliberina, che sappia osservare in simultaneità su più scale di grandezza per visualizzare le immagini e le derive, aprendo la mente ai molteplici versi di significato:

  • Un occhio sì fatto si muove in uno spazio di lettura a 5 dimensioni, de-focalizzato, come un occhio di mosca.

Leggere, insieme, il dentro/fuori delle dinamiche è un livello di lettura da 3° occhio inteso, non in senso paranormale, ma come un semplice fenomeno ottico-visivo, facile anche da rilevare nella lieve alterazione della simmetria dell'asse ottico di chi attua l'azione di lettura.

Tale capacità osservativa è innata, ma la mente non è educata a identificarla, non è un caso che dietro a grandi menti che hanno saputo usare tale forma di lettura ci siano stati maestri di grande valore nell'arte del parlare e del ragionare:

  1. Alessandro Magno, Aristotele suo maestro di logica;

  2. Dante Alighieri, Brunetto Latini, suo maestro di retorica.

Antonia Colamonico © 2010

L'apertura degli spazi economici ha differenziato le Società, come una deriva in rive altre. La riva è un'approdare verso una sponda, la deriva è il perdere l'orientamento nel saper approdare, ma tale perdita spinge verso nuovi approdi. L'iimagine del mare-riva rende l'idea del valore della conoscenza che apre sia gli spazi immaginativi e sia quelli attuativi. In tale legame immagine-azione si crea la cucitura storica vita-osservatore.
La struttura naturale di un Pensiero ben organizzato è una forma frattale.

Dall'economica di Mercato all'economia di Tempo

Antonia Colamonico

In L'Eco di Acquaviva, 29 Nov 2019

Rubrica: Lo sguardo eco-biostorico, p.6

Si parla molto di Uomo Tecnologico, ma riflettendo la tecnologia è solo la “cornice” delle produzioni umane, mentre il “quadro” è il Pensiero.

Ogni Epoca ha avuto la sua tecnologia, ma il sapere fare è la Costruzione del Pensiero, quale “nucleo” centrale di ogni attività. Per capire come si aprano gli spazi immaginativi da cui “germogliano” le idee e le azione, occorre ragionare sul legame occhio-mente-mano che mette in contatto ogni uomo con il campo-Habitat.

Il processo di Conoscenza è scritto nella Vita, ogni nuovo nato (neonato) per vivere dovrà imparare a “essere abitante”, interagendo con lo Spazio che lo accoglie (relazione Uomo-Habitat). La forma iniziale del Pensiero è simile a un seme che ha in sé l'informazione dell'albero futuro. Come il seme ha bisogno della terra per germogliare, così il neonato ha bisogno dell'habitat-casa, per iniziare a sviluppare le capacità fisico-mentali, imparando a relazionarsi con la madre, con la culla... In tali “azioni dell'imparare”, inizia a tessere la relazione occhio-mente-mano, dialogando su 3 livelli logici - 1. l'Osservazione, 2. l'elaborazione, 3. la Manipolazione - per ricavare informazioni da investire in Futuro. Con l'occhio, infatti egli isola “qualcosa”, che, poi, il cervello-mente proverà ad elaborare, chiamare... per scoprire cosa sia e cosa farne. Con la mano, infine, riuscirà a trasformare l'appreso in qualcos'altro. Tali “connessioni” sono le basi eco-biostoriche per compiere ogni azione, dalle più semplici, portare un cucchiaio alla bocca, alle più elaborate, costruire un elicottero lego. L'azione fatta-bene con effetto di ritorno dà un senso di benessere. Per agire ed essere felici quindi occorre avere uno sguardo, una mente, una mano “allenati” a vedere, a ideare, a realizzare. ...

Tutti i diritti sono riservati. © 2010 Antonia Colamonico