La chiesa di Sant'Ignazio di Loyola fu eretta su disegno del matematico gesuita Orazio Grassi, in base ai progetti di Carlo Maderno, la chiesa fu voluta dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV, come ricorda l’iscrizione sulla facciata, quest'ultima è ispirata a quella della vicina chiesa del Gesù, con due ordini di colonne corinzie, arricchita da finestrone, da nicchie a timpano e da cartelle.
L'interno, a croce latina, ha tre cappelle per lato, intercomunicanti tra loro. Le decorazioni del soffitto della grandiosa volta della navata sono di Andrea Pozzo, fratello dell'Ordine Gesuitico, e rappresentano L’ascesa di Sant'Ignazio in Paradiso. Il grande affresco della volta è il centro della decorazione della chiesa. Le pitture esaltano l’attività apostolica della Compagnia di Gesù nel mondo. Pozzo realizza un gioco di prospettiva che dà la sensazione di uno spazio infinito.
La pittura più celebre rappresenta la gloria di sant’Ignazio di Loyola al centro della volta sostenuto da angeli. Il simbolo della Compagnia (trigramma di Cristo) mostra il riconoscimento divino della sua opera. Alle estremità della volta sono rappresentati i mezzi di cui Ignazio si serviva per favorire le conversioni: l’amore di Dio e il timore dei castighi divini.
Dello stesso Andrea Pozzo è la finta cupola situata all’incrocio del transetto. Si tratta di una tela di 13 metri di diametro, sulla quale il Pozzo realizzò l'effetto prospettico della finta architettura. La pittura originaria, compiuta nel 1685, fu distrutta da un incendio; nel 1823, fu riprodotta fedelmente da Francesco Manno, sulla base dei disegni e degli studi lasciati dal Pozzo. Con un gioco di prospettiva l’artista crea una finta architettura attraverso la pittura. L'effetto cattura il visitatore che avanza nella chiesa.
Il presbiterio e l'abside sono opere di Andrea Pozzo. La parete dell’abside sembra poligonale mentre in realtà è concava.
Le pitture illustrano i momenti fondamentali della vocazione di sant'Ignazio e degli inizi della compagnia di Gesù: l'assedio di Pamplona, il servizio agli appestati, l'ingresso di Francesco Borgia nella compagnia e l'invio di Francesco Saverio nelle Indie.
Da ammirare il Monumento a Papa Gregorio XV, opera tardo-seicentesca situata nel vano a destra dell'abside, e la gigantesca Statua di S. Ignazio, opera di Camillo Rusconi del 1728, situata invece nel vano a sinistra dell'abside.
chiesa del gesu'
Costruire la chiesa era stato, già nel 1551, un desiderio di Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti.I primi progetti della chiesa, richiesti da Ignazio, erano stati disegnati da Nanni di Baccio Bigio. Nel 1554, il progetto fu rielaborato da Michelangelo e poi dal Vignola (1568), con due esigenze: 1) una grande navata con un pulpito laterale, per facilitare la predicazione; 2) un altare centrale per la celebrazione dell'eucaristia .La chiesa presenta pianta longitudinale con una sola navata coperta da una volta a botte, affiancata da tre cappelle per lato, un presbiterio, sormontato da una cupola sull'incrocio del transetto. La pianta della cappella è circolare; nella volta, intervallati da teste di cherubini, sono raffigurati i quattro Evangelisti:Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno. L'altare è fiancheggiato da due colonne di marmo africano; nella spezzatura del timpano due angeli sostengono il monogramma del nome di Gesù.
interno
L'affresco centrale della volta della navata dotato di uno straordinario effetto di prospettiva, è il Trionfo del nome di Gesù di Giovan Battista Gaulli. Un punto della navata, contrassegnato con il monogramma «IHS» (le prime lettere del nome di Gesù in greco), indica il luogo di osservazione ottimale per lo spettatore.L'altare dedicato a Ignazio di Loyola, nella grande cappella dedicata al santo è opera di Andrea Pozzo un artista gesuita. Le spoglie del santo riposano in un'urna in bronzo dorato, opera di Alessandro Algardi. Ogni giorno intorno alle 17,30 dietro la grande tela appare, fra musiche e luci, una grande statua dorata del Santo.