Il castello fu costruito inizialmente come mausoleo per l'imperatore romano Adriano e la sua tomba fu eretta sulla riva del fiume Tevere e le sue ceneri furono poste qui un anno dopo la sua morte. Anche le ceneri di sua moglie, Sabina, e di suo figlio, Lucio Elio, furono poste qui. Anche le ceneri degli imperatori successivi, fino a Caracalla nel 217 d.C., sono state depositate qui.
Nel 403 l'imperatore d'Occidente Onorio incluse l'edificio nelle Mura aureliane: da quel momento l'edificio perse la sua funzione originaria di sepolcro, diventando un fortilizio, a difesa di Roma. Fu allora che il mausoleo venne indicato per la prima volta con l'appellativo di castellum. Salvò la zona del Vaticano dal sacco dei Visigoti di Alarico del 410 e dei Vandali di Genserico del 455.
Agli inizi del VI secolo venne adibito a prigione di Stato da parte di Teodorico.
Fu successivamente convertito in una fortezza dall'imperatore Aureliano, rendendolo un punto strategico per la guerra romana.
Nel 590 Papa Gregorio ebbe una visione dell'arcangelo Michele che rinfoderava la sua spada sul castello, a indicare la fine della peste, un evento che diede il nome alla struttura. Castel Sant'Angelo passò attraverso le mani di vari Papi e servì come residenza, prigione, tribunale, oltre ad essere una fortezza.
Il papa Alessandro VI incaricò l'architetto Antonio da Sangallo il Vecchio di ulteriori lavori di fortificazione, in seguito ai quali l'edificio assunse il carattere di vera e propria roccaforte militare: furono costruiti quattro bastioni pentagonali, dedicati ai santi Evangelisti, che inglobarono le precedenti strutture.
Le opere di fortificazione di Alessandro VI permisero a papa Clemente VII, 32 anni dopo, di resistere sette mesi all'assedio dei Lanzichenecchi, che il 6 maggio 1527 diedero inizio al sacco di Roma.
Il sacco di Roma dimostrò l'utilità del castello ai papi, che intrapresero grandiosi lavori di adattamento e vi installarono una vera e propria residenza papale.
Durante il Rinascimento, Castel Sant'Angelo subì una completa trasformazione sotto il Cardinale Della Rovere. Egli preferì risiedere all'interno del Castello piuttosto che nel Palazzo Vaticano.
Le dieci statue che vediamo oggi sul ponte furono ideate da Bernini nel 1668 e le due statue di San Pietro e San Paolo alla fine del ponte furono erette nel 1624.
Il castello ha un basamento quadrato sul quale s’innalza una mole cilindrica che è sovrastata da un tumulo erboreo a forma di cono; in mezzo si erge una costruzione quadrata simile ad un’ara che sorregge una quadriglia di bronzo. I quattro torrioni laterali furono aggiunti nel Cinquecento.
La statua dell’Angelo dalla quale deriva il nome il Castello risale al 1600, epoca in cui l’Angelo apparve al papa San Gregorio Magno per annunciare la fine della peste nella città.
La statua è stata sostituita più volte ( sei ) per consunzione. L’Angelo attuale, di bronzo, è opera di Pietro Van Verschaffelt.
Campo de’ Fiori è una delle piazze più famose di Roma. Ha una doppia anima: al mattino è un mercato popolare dove risuonano le voci dei romani che vendono frutta e verdura; di sera è una piazza animata, soprattutto da turisti, attratti dai localini che circondano la piazza.
Questa piazza è l'unica piazza di Roma senza una chiesa.
STATUA DI GIORDANO BRUNO
Una prima statua era stata eretta nel 1849 durante la Repubblica Romana, poi fatta abbattere da Pio IX. Vollero poi la statua attuale gli studenti dell’Università La Sapienza e il Comune di Roma accettò anche con un contributo di 200 lire. Il primo bozzetto proposto dallo scultore Ettore Ferrari fu però rifiutato perché raffigurante Giordano Bruno in atteggiamento di sfida davanti al tribunale dell’Inquisizione.
Fu invece accettata la statua attuale, ma nessuno si accorse dei segnali simbolici anticlericali inseriti nel monumento. La statua è a figura intera, Giordano Bruno ha le braccia incrociate, tiene in mano un libro, la testa è coperta da un cappuccio. La statua è montata su un alto piedistallo.
Nella parte superiore del piedistallo su ciascun lato ci sono due bassorilievi inghirlandati raffiguranti personaggi storici che, secondo lo scultore, erano seguaci di Bruno, o furono giustiziati o uccisi per motivi religiosi, o furono perseguitati per le loro opinioni e credenze – Jan Huss, John Wycliff, Michele Serveto, Antonio Paleario, Giulio Cesare Vannini, Pietro Ramo, Tommaso Campanella e Paolo Sarpi. Ma attenzione: c’è un nono medaglione, fateci caso, nascosto in quello che immortala Vanini: vi è rappresentato addirittura Martin Lutero. La sfida al Vaticano può dirsi completata.
Nel Medioevo via Giulia si chiamava “magistralis” poiché si trattava di una via maestra. Sisto IV della Rovere nel 1478 ristrutturò questa via denominata “mercatoria” perché collegava piazza di Ponte S. Angelo con i mercati di Campo de’ Fiori e di piazza Navona. Ma nel 1508 papa Giulio II della Rovere commissionò a Donato Bramante il progetto della prima e più lunga strada di Roma, denominata “strada Julia” dal nome del pontefice. La strada fu una delle prime importanti realizzazioni urbanistiche della Roma papale. L’apertura della via serviva all’edificazione di un grande viale circondato da edifici per testimoniare la grandezza della chiesa.
Nonostante la morte del papa due anni dopo, la nuova strada divenne fin da subito uno dei centri principali del Rinascimento a Roma. Numerosi palazzi e chiese furono costruiti dai più importanti architetti dell'epoca, come Raffaello Sanzio e Antonio da Sangallo il Giovane, i quali spesso scelsero anche di trasferirsi nella via.
Nel periodo barocco l'attività edilizia, diretta da artisti dell'epoca come Borromini, Carlo Maderno e Pietro da Cortona, proseguì, e la strada divenne teatro di tornei, feste e sfilate carnevalesche.
Dalla metà del XVIII secolo, lo spostamento del centro della città verso il Campo Marzio causò la cessazione dell'attività edilizia e l'abbandono della strada da parte della nobiltà. Questa venne sostituita da una popolazione artigiana con le sue botteghe.
A partire dalla metà del Novecento la strada ha vissuto una rinascita, e ora è di nuovo uno degli indirizzi più prestigiosi della città.