The Weakest Goeth to the Wall - An Anonymous Elizabethan Play

first printed in 1600 and registered in the "Stationers' Register" on the 23rd October 1600

The Weakest Goeth to the Wall

di anonimo Elisabettiano: temi, tecniche e convenzioni

Tesi di Laurea di Maria Pietrogiovanna - Anno accademico 1990/1991

Relatrice: Chiar.ma Prof.ssa Anna Maria Busi

Università degli Studi di Milano - Facoltà di Lettere e Filosofia - Laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne

Capitolo 3 - Analisi dell'opera

3.2. Il genere

Considerando la complessità della struttura di The Weakest Goeth to the Wall, risulta difficile definire il genere di questo dramma, poiché‚ l'impiego di un unico termine si dimostra insufficiente. Anche in questo caso, The Weakest Goeth to the Wall non costituisce un'eccezione, in quanto, durante il periodo elisabettiano, la fluidità delle varie forme teatrali portò alla creazione di nuove etichette che combinavano i termini di tragedia, commedia, storia e pastorale ([1]).

I vari critici che hanno tentato di classificare The Weakest Goeth to the Wall hanno sottolineato in particolar modo gli elementi romanzeschi e storici di quest'opera. La Levenson parla, infatti, di dramma romanzesco e di ‘romance’ storico ([2]), mentre Everitt ritiene  che  si  tratti  di  una  commedia  romanzesca ‘tinged with a pseudo-historical flavor’ ([3]). In modo simile, Frank Humphrey Ristine vi vede un intreccio romanzesco adattato ad una cornice pseudostorica ([4]), mentre Robert Grams Hunter ne sottolinea solamente gli aspetti romanzeschi ([5]).

Un'‘romance’, per essere definito tale, deve rispettare varie convenzioni. In primo luogo, esso deve presentare una trama intricata e ricca d'azione, ed ancora  determinati  avvenimenti,  temi  ed  espedienti. Per esempio, tra i tratti tipici di questo genere si possono annoverare il girovagare dei personaggi in terre lontane per lunghi periodi di tempo, il susseguirsi senza sosta di avventure in parte meravigliose, la separazione dei vari membri di una famiglia  a  cui  fa  seguito  una  riunione  e,  se necessaria, anche una riconciliazione, la morte apparente di alcune figure, la perdita ed il successivo ritrovamento di uno o più figli, ed ancora il casto amore  ostacolato  ed  alla  fine  vittorioso  di  due giovani, la punizione dei personaggi malvagi, i travestimenti, gli scambi di persona, i riconoscimenti fortuiti che evitano pericoli imminenti ([6]). Di conseguenza, nonostante vi possano essere gravi rischi per la vita o si arrivi persino alla morte in alcuni casi, l'atmosfera generale ed il finale sono fondamentalmente comici; in effetti, i personaggi positivi vengono premiati, mentre quelli negativi sono puniti ([7]).

I protagonisti, inoltre, devono appartenere ad una classe sociale elevata, sebbene vengano introdotte anche delle figure minori di origini più umili, a cui spetta il compito di creare episodi divertenti.

Di solito, i personaggi altolocati, divisi in modo netto tra buoni e cattivi, sono psicologicamente inconsistenti. Nella maggior parte dei casi, essi agiscono spinti da un'unica passione e danno vita a tipi convenzionali, come la moglie paziente, il padre tirannico, oppure l'amante devoto. Le loro azioni mancano di motivazioni profonde, in quanto essi non devono intralciare l'azione ma favorirla. Le decisioni, i pentimenti, così come i cambiamenti di opinione sono improvvisi e sembrano scaturire da un comportamento impulsivo ([8]).

Stereotipati sono pure gli ambienti in cui tali figure si muovono ed agiscono; quando non si tratta di luoghi remoti e meravigliosi, appaiono scenari medievali caratterizzati da castelli, corti, monasteri, abbazie, montagne, fiumi, fontane, mari, ed ancora da spazi misteriosi come foreste, boschi e deserti. Alcune volte, vi è la contrapposizione tra ambienti urbanizzati e la campagna incontaminata ([9]).  

Prendendo in considerazione le vicende narrate in The Weakest Goeth to the Wall, si può notare come quest'opera presenti numerosi particolari definibili romanzeschi. Due delle vicende svolte dal dramma sono, difatti, incentrate sulla disgregazione e riunione della famiglia del duca di Borgogna e sull'amore ostacolato ed infine ben accetto di due giovani. Inoltre, molte sono le convenzioni tipiche del ‘romance’ che vengono utilizzate. Per esempio, vi è il figlio creduto morto e riconosciuto solo nel momento in cui la sua vita è in serio pericolo. Vi sono pure la moglie e la figlia pazienti che si ricongiungono al capofamiglia dopo varie prove e sofferenze. È presente anche la figura del padre tirannico che ostacola senza ripensamenti il matrimonio della figlia, in quanto crede che il genero sia un trovatello abbandonato da genitori poveri ed adulteri, mentre si tratta, in realtà, di un giovane di nobili origini. Vi sono esempi di identità celate, come nel caso di Lod'wick durante l'esilio e di Ferdinand ed Odillia dopo la fuga dal ducato di Brabante. Inoltre, Mercury cela il proprio nome per poter assassinare a tradimento sia Hernando sia Epernoun. Viene impiegato anche l'espediente del mancato riconoscimento; difatti, Lod'wick non riconosce il figlio, mentre, successivamente, sarà costui a non riconoscere nel suo generale il sagrestano che lo ha aiutato. Il succedersi delle varie avventure segue un ritmo abbastanza rapido; in effetti, sono sufficienti solo tre scene per descrivere la partenza del re, il tradimento di Mercury, lo scoppio della guerra civile, la codardia dei francesi, la vittoria di Mercury e l'inizio dell'invasione spagnola. Oltre a ciò, alcuni personaggi fuggono attraversando i territori di due diverse azioni. Il finale, per di più, vede il trionfo dei buoni e la punizione dei malvagi, cioè degli invasori spagnoli e del duca traditore.

Anche i personaggi di The Weakest Goeth to the Wall sembrano rispettare le convenzioni romanzesche. Difatti, i protagonisti sono tutti di origine nobile ed in particolar modo si tratta del re di Francia e di alcuni membri di tre differenti casate ducali. Durante il susseguirsi delle loro avventure, essi vengono affiancati da figure minori comiche, ossia dal sarto inglese, dall'oste olandese, dal parroco francese e dal mercante. Il compito di costoro, soprattutto nel caso dei primi tre, è quello di allentare la tensione drammatica, prendendosi gioco di alcuni vizi umani.

I personaggi nobili sono definibili romanzeschi, in quanto caratterizzati da una psicologia semplificata e tipificata. Per esempio, Lod'wick, Oriana e Diana, di fronte a qualsiasi sventura, accettano senza ribellarsi ciò  che  la  Fortuna  ha  in  serbo  per  loro,  si accontentano del poco che è loro rimasto, e attendono con pazienza il ritorno di un nuovo periodo favorevole. Mercury, invece, mostra, in ogni situazione, la propria natura traditrice e subdola, mentre Emanuel, padre di Odillia, è mosso dal desiderio di vedere punito il proprio genero. Guidati dall'amore sono, invece, i personaggi di Odillia e Ferdinand ([10]).

Gli ambienti in cui si muovono queste figure non presentano tratti meravigliosi, ma sono, comunque, tipici di un'opera romanzesca. Vi sono, infatti, la corte di King Louis, il palazzo del duca di Brabante, varie cittadine, ma anche l'aperta campagna con i suoi villaggi rurali. In due dialoghi, inoltre, si riferiscono altrettanti episodi svoltisi rispettivamente in una foresta attraversata da un ruscello e durante un viaggio per mare.

Come si è già detto, The Weakest Goeth to the Wall è, però, caratterizzato da un'ambientazione pseudostorica. Le avventure, infatti, si svolgono parallelamente ad avvenimenti politici che avrebbero scosso il regno francese durante il Medio Evo.

Sembra, quindi, che l'autore di The Weakest Goeth to the Wall, similmente ad altri drammaturghi del periodo elisabettiano, abbia ripreso vicende e nomi di personaggi realmente esistiti nel passato e riproposto vari concetti politici del tempo con l'unico scopo di attribuire alla sua opera un aspetto di verosimiglianza, trascurando così gli intenti didattici che nel Cinquecento venivano attribuiti alle vicende storiche ([11]). 

Tuttavia, sebbene The Weakest Goeth to the Wall non si basi su una cronaca ma su una novella ed in esso l'accento principale sia posto sulle vicissitudini romanzesche, la Levenson ritiene che questo dramma adempia agli stessi seri fini perseguiti dalle opere storiche del periodo ([12]).

In esse, gli eventi del passato venivano interpretati in modo da diventare strumenti adatti alla glorificazione dell'Inghilterra ed all'analisi della situazione pubblica contemporanea. Essi divenivano sia esempio e guida per il presente sia sostegno di teorie politiche. Oltre a ciò, la storia veniva trasformata per mostrare come le vicende umane fossero guidate direttamente dalla Provvidenza divina e come queste seguissero un piano razionale predisposto da Dio nella sua infinita saggezza e giustizia ([13]).

Analizzando gli intrecci di The Weakest Goeth to the Wall, si può notare come, in realtà, alcuni di tali compiti tipici degli storici siano stati perseguiti anche nell'ambito di quest'opera teatrale.  

Se si accetta come probabile l'ipotesi della Levenson, che vede nelle figure drammatiche dei due duchi antagonisti, Lod'wick e Mercury, la rappresentazione fittizia ed allusiva dei personaggi reali di Cecil ed Essex ([14]), The Weakest Goeth to the Wall viene ad assumere un importante aspetto didattico.

Benché la cornice dei vari episodi sia pseudostorica, essa può essere ricondotta ad avvenimenti realmente accaduti, in quanto la lotta per il potere e le guerre hanno sempre rappresentato degli elementi  costanti  nella  storia  di  ogni  paese. Per questo motivo, si potrebbe dire che il dramma, partendo da ciò che già è successo, trae un esempio utile per il presente ed il futuro. The Weakest Goeth to the Wall sembra, infatti, ricordare alla regina i pericoli che incomberebbero sul regno inglese qualora ella non scegliesse un successore e permettesse una suddivisione del potere tra più persone. The Weakest Goeth to the Wall, inoltre, sembra persino indicare quale dei due contendenti la regina debba scegliere. La trama suggerirebbe ad Elisabetta I di rivolgersi verso il paziente, equilibrato e maturo Cecil, raffigurato da Lod'wick, e le consiglierebbe di non fidarsi dell'impulsivo, bellicoso e giovane Essex, ravvisabile in Mercury ([15]).

Oltre a ciò, le vicende narrate in The Weakest Goeth to the Wall sottolineano l'importanza attribuita dai Tudor all'obbedienza dei sudditi. Per rafforzare la propria posizione, gli appartenenti a questa dinastia assegnavano ai regnanti delle connotazioni divine, in quanto attraverso di essi Dio avrebbe governato il mondo. Per tale motivo, ribellarsi al re, fosse egli buono o malvagio, significava opporsi al volere divino. Ciò che rimaneva ai sudditi era, quindi, l'obbedienza ([16]).

La morte di Hernando de Medina, comandante dell'esercito spagnolo, e la punizione che incombe su Mercury divengono, perciò, esempi che mostrano al pubblico elisabettiano le possibili conseguenze a cui vanno  incontro  coloro  che  non  sottostanno ai voleri del sovrano. Mercury, infatti, tenta di usurpare la corona francese, mentre Hernando sostiene che, quando il  re  non  si preoccupa  del  bene  dello  stato,  i cittadini non hanno alcun dovere nei suoi confronti. La morte dello spagnolo assume connotati ancora più significativi, quando si consideri che egli viene ucciso durante un combattimento da Lod'wick, che nel dramma rappresenta il suddito obbediente per eccellenza.

Le alterne vicissitudini di Lod'wick e dei suoi familiari, per di più, dimostrano come Dio e la Provvidenza, benché in apparenza sembrino crudeli e ingiusti, agiscano in realtà seguendo un disegno di equità e di giustizia. Alla fine, infatti, i torti vengono riparati e premi e castighi distribuiti secondo i meriti.

Inoltre, nelle parti comiche di The Weakest Goeth to the Wall, e più precisamente nel personaggio di Barnaby Bunch, è possibile ravvisare una vena di nazionalismo patriottico. Il sarto inglese che vive in terra straniera  sostiene, a  volte  in  modo  scherzoso, che tutto ciò che appartiene alla sua madrepatria è sicuramente il meglio che possa esistere, sia che si tratti del linguaggio, della birra, del tempo, delle pulci o ancora dell'igiene.

Oltre a ciò, la sconfitta degli spagnoli da parte dei francesi potrebbe anche essere, come già detto, un modo per celebrare la vittoria inglese sulla Spagna di Filippo II.

Riassumendo, si può dire che The Weakest Goeth to the Wall è fondamentalmente un dramma romanzesco di impianto pseudostorico che non rinuncia tuttavia a condurre anche un serio discorso politico, attraverso possibili, se non trasparenti allusioni ai problemi dinastici dell'Inghilterra contemporanea.

Note a piè di pagina

 ([1]) Cfr. Madeleine Doran, Endeavors of Art: A study of form in Elizabethan drama, Madison, Milwaukee, and London, The University of Wisconsin Press, 1954, p. 101.

 

([2]) Cfr. Jill L. Levenson, A Critical Edition of the Anonymous Elizabethan Play The Weakest Goeth to the Wall, New York & London, Garland Publishing, 1980, pp. 28 e 32.

 

 ([3]) Cfr. E. B. Everitt e R. L. Armstrong, Six Early Plays Related to the Shakespeare Canon, “Anglistica”, vol. XIV, Copenhagen, Rosenkilde and Bagger, 1965,  p. 62.  

 

([4]) Cfr. Frank Humphrey Ristine, English Tragicomedy. Its  Origin  and  History,  New  York,  Russel  & Russel, 1963, pp. 84-85. Inoltre, Ristine, assieme a Marvin T. Herrick (Tragicomedy, Urbana, The University of Illinois Press, 1955, pp. 246-247), analizza The Weakest Goeth to the Wall come dramma intermedio nell'ambito del processo di identificazione tra ‘romance’ e tragicommedia che ebbe luogo in Inghilterra durante l'ultimo quindicennio del XVI secolo.

 

([5]) Cfr. Robert Grams Hunter, Shakespeare and the Comedy of Forgiveness, New York and London, The Columbia University Press, 1965, p. 35.

    

([6]) Cfr. Madeleine Doran, op. cit., pp. 103 e 172; Jill L. Levenson, op. cit., p. 30; Ernest C. Pettet, Shakespeare and the Romance Tradition, London, Staples Press, 1949, p. 28 e pp. 83-84; Stanley Wells, “Shakespeare and Romance” in Later Shakespeare, gen. eds. John Russell Brown and Bernard Harris, “Stratford-upon-Avon Studies” 8, London, Edward Arnold, 1966, p. 50.

 

([7]) Cfr. Jill L. Levenson, op. cit., p. 31 e Ernest C. Pettet, op. cit., pp. 28 e 83.

 

([8]) Cfr. Jill L. Levenson, op. cit., pp. 30-31 e Ernest C. Pettet, op. cit., pp. 29-31, 65, 85-86 e 89.

 

([9]) Cfr. Ernest C. Pettet, op. cit., pp. 32 e 89.

 

([10]) Per un'analisi dei personaggi si veda nello stesso capitolo il quarto paragrafo.

 

([11]) Cfr. Irving Ribner, The English History Play in the Age of Shakespeare, London, Methuen & Co., 1965, p. 25.

 

([12]) Cfr. Jill L. Levenson. op. cit., pp. 33-36.

 

 ([13]) Cfr. Irving Ribner, op. cit., p. 24.

 

([14]) Vedi cap. 1, pp. 21-23.

 

([15]) Cfr. Jill L. Levenson, op. cit., pp. 34-36. Anche Robert Boies Sharpe ritiene che The Weakest Goeth to the Wall mostri una certa preferenza per Cecil (The Real War of the Theaters. Shakespeare's Fellows in Rivalry with the Admiral's Men, 1594-1603, Boston, London, Heath, Oxford University Press, 1935, p. 15).

 

([16]) Per un'analisi dei concetti di obbedienza e ribellione si veda E. M. W. Tillyard, Shakespeare's History Plays, Harmon­dsworth, Penguin Books, 1986, pp. 70-76.