di Giorgio Zennaro
I primissimi videogiochi nascono nelle università americane negli anni Cinquanta: si tratta di giochi gestiti da un dispositivo elettronico che consente di interagire con le immagini di uno schermo. Uno dei primi rudimentali videogiochi venne sviluppato nel 1958 da Willy Higinbotham al Brookhaven National Laboratory. Per attrarre gli studenti che venivano a visitare il laboratorio di elettronica, Higinbotham ed il suo collega Robert V. Dvorak avevano creato, mediante un oscilloscopio, una specie di tennis in cui un puntino veniva fatto rimbalzare orizzontalmente da un lato all'altro dello schermo. Mediante una specie di joystick era possibile colpire la pallina ed assegnarle una traiettoria allo scopo di non colpire la rete centrale. Il gioco, che fu battezzato Tennis for Two, fu un successo e gli studenti ne furono fortemente attratti. Ovviamente, però, fu considerato solamente un curioso passatempo, smontato dopo qualche tempo. Il videogioco ha avuto il suo sviluppo commerciale a partire dagli anni Settanta.
Tra i giochi più famosi dell’epoca ci sono:
OXO
OXO permetteva al giocatore singolo di ingaggiare una partita di tris contro il computer. La schermata di gioco era visualizzata su uno dei tre oscilloscopi a fosfori verdi sempre collegati all'EDSAC per controllarne lo stato logico, in particolare quello adibito all'ispezione dei banchi di memoria. I dati contenuti nel banco selezionato venivano visualizzati in una matrice di 35x16 punti.
Space Invaders
La modalità di gioco è piuttosto semplice: il giocatore controlla un cannone mobile che si muove orizzontalmente sul fondo dello schermo, e deve abbattere uno ad uno gli alieni che piano piano si avvicinano alla Terra. Le tappe di avvicinamento degli alieni al mondo seguono uno schema univoco, un ampio e ordinato zig-zag che li porta lentamente ma inesorabilmente a raggiungere il fondo dello schermo decretando l'avvenuta invasione e la conseguente fine della partita.
Pac-Man
Il giocatore deve guidare una creatura sferica di colore giallo, chiamata Pac-Man, facendole mangiare tutti i numerosi puntini disseminati ordinatamente all'interno del labirinto e, nel far questo, deve evitare di farsi toccare da quattro fantasmi, pena la perdita immediata di una delle vite a disposizione. Per facilitare il compito al giocatore sono presenti, presso gli angoli dello schermo di gioco, quattro "pillole" speciali che rovesciano la situazione rendendo vulnerabili i fantasmi, che diventano blu e, per dieci secondi esatti, invertono la loro marcia; per guadagnare punti, è possibile in questa fase andare a caccia degli stessi fantasmi, per mangiarli.
Una volta fagocitati, però, questi tornano alla carica sotto forma di un paio di occhi, per rigenerarsi e attaccare di nuovo Pac-Man. Completato un labirinto attraverso la fagocitazione di tutti i puntini, Pac-Man passa a quello successivo, identico nella struttura; le varie fasi sono intervallate da scenette umoristiche che vedono protagonisti Pac-Man e il fantasma Akabei.
Pong
Pong è un videogioco sportivo bidimensionale che simula in modo molto semplificato il tennistavolo. Il giocatore controlla una racchetta sotto la forma di una barra bianca che può muovere verticalmente lungo un lato dello schermo. È possibile giocare in singolo contro il computer o a due giocatori. L'obiettivo del giocatore è colpire una palla, simulata da un piccolo quadrato, e rispedirla all'altra racchetta: il giocatore che non riesce a rispedire la palla concede un punto al suo avversario. La palla si muove con moto rettilineo uniforme e può rimbalzare sui lati superiore e inferiore dello schermo.