di Chiara Sabato
“Io ho davanti a me un sogno, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali”. È questo uno degli appelli più famosi che il pastore protestante afroamericano Martin Luther King pronunciò nel suo memorabile discorso dell’agosto 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington. Per l’estrema importanza di questa frase, durante la settimana dal 21 al 25 marzo la nostra scuola ha ospitato la mostra “60 Volti per 60 Anni”, prestata dall’organizzazione non governativa Amnesty International in occasione del 60esimo anniversario della sua nascita. La nostra classe 4BAFM, insieme ai suoi docenti Laura Albanese, Riccarda Crivelli e Daniel Grandi, si è fatta promotrice e organizzatrice dell’evento. Rispetto alle caratteristiche originali, abbiamo stravolto completamente gli schemi iniziali e suddiviso i 60 volti della mostra di Amnesty in quattro categorie ben distinte: gli uomini e le donne legate all’attivismo politico, i condannati alla pena capitale, i prigionieri di coscienza e i vincitori del Premio Nobel per la Pace.
Ci siamo divisi in due macro gruppi e ci siamo alternati vicendevolmente nella esposizione, raccontando sinteticamente le storie di quei personaggi che nella loro vita hanno combattuto per i diritti umani e che, attraverso la loro forza e volontà, hanno permesso che tali diritti facessero parte, oggi, di un patrimonio collettivo. Sostenuti dal proverbio cinese “Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”, fatto proprio dal fondatore di Amnesty International fin dal 1961, il nostro sforzo si è concentrato sul tentativo di mostrare quanto la volontà e il coraggio di queste donne e questi uomini sia stato fondamentale per illuminare di speranza il futuro dell’umanità, davanti alle ingiustizie della politica e alle prevaricazioni costanti dei più forti sui più deboli, in tutti gli angoli del pianeta.
La mostra, esposta al pian terreno della scuola, ci ha permesso sicuramente di aprire gli occhi sulla necessità di sfatare una delle più importanti massime in materia di storia: che essa serva, di fatto, a non ripetere gli errori del passato. Mai come oggi viviamo, infatti, in un mondo dove regnano sangue, corruzione e violenza, diviso da guerre e rovinato dall’egoismo umano. Rispetto al secolo scorso il mondo oggi non sembra aver imparato nulla dalla storia e questa, piuttosto, sembra ricordarci quanto gli esseri umani siano solo esseri imperfetti, pronti a commettere sempre gli stessi errori, negando quotidianamente i diritti degli altri.
L’organizzazione di questo evento ci ha decisamente convinto del fatto che sia necessario accendere non una, ma migliaia di candele per illuminare la vita delle persone e che, se non è il peso della storia a far progredire l’umanità in materia di diritti umani, lo sono almeno le azioni di quelle persone - Buone e Giuste - affamate di libertà e giustizia.
 60 volti per 60 anni - Catalogo.pdf
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