Icon was created in 8 september a.d.2000
Descrizione dell’icona della Nostra Signora dell’Eucarestia
“Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.” (At 1,14)
“È il Corpo e Sangue di Dio, che dopo la consacrazione sono sull’altare è vengono offerte al Padre, diventano la comunione dell’amore per tutti, rinforzandoci nell’unione dello Spirito Santo, per costruire la Chiesa: questo Corpo e il Sangue mantengono l’aspetto primordiale di Maria.
I Essa quel Corpo e Sangue sono stati preparati prima, l’ha offerto alla Parola come dono da tutta la famiglia umana, per far sì che esso ne se rivestisse, potendo così diventare il nostro Redentore, il più Grande Sacerdote e Sacrificio.
Cosi nelle radici del Eucarestia si trova la vita vergine di Maria, la sua sovrabbondante esperienza di Dio, la sua strada di fede e amore, che grazie allo Spirito Santo trasformeranno il suo corpo in un tempio, e il suo cuore in un altare: partorì contro natura, ma attraverso la fede, in un atto libero e assolutamente consapevole, in un atto di obbedienza (…)
Cristo, nato per diventare un’offerta pura, santa e immacolata, depose sull’altare della croce un sacrificio unico e perfetto, che a ogni Santa messa viene rinnovato. In questo unico sacrifico ebbe la sua partecipazione Maria, la prima tra i riscattati, Madre della Chiesa. Era accanto al Crocifisso, nel dolore più profondo con il suo unigenito: con il sacrificio di Lui collego la sua anima di madre, con amore accetto la sua distruzione da martire: Ha sacrificato Lui e Se stessa al Padre.
Ogni Eucarestia e il ricordo di quel sacrifico, che riporto nuova vita al mondo; ogni Santa Messa ci introduce nella più stretta comunione con Lei, madre, della quale il sacrificio si rende presente, come si rende presente il sacrificio del Figlio nelle parole della consacrazione del Pane e del Vino, pronunciate da ogni sacerdote.”
(Giovanni Paolo II Angelus Domini, 5 Giugno 1983)
L’icona della Nostra Signora dell’Eucarestia
Icona che rappresenta il personaggio celeste di Maria con un’ostia spezzata a meta, presente nelle sue mani.
Questa icona porta in sé il desiderio di rivelare un frammento del segreto, che e l’eucaristica identità di un cristiano. In Maria per prima. In Maria, la quale nella sua tenera maternità, e capace di farci traslocare in sicurezza la, dove lei stessa è stata per prima.
In questa icona Maria ci invita: entra all’interno…. entra all’interno dell’Eucarestia.
Nelle mani di Maria e riposta l’Ostia
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23). Queste parole di Gesù ci mostrano una nuova prospettiva sulla profondità della nostra identità, che ha aperto per noi il battesimo.
Il primo passo di ognuno che cerca l’unione con Dio è la decisione: “scelgo la povertà spirituale”, perché “solo un vaso vuoto si può riempire”.
San Giovanni Battista annunciava, che saremmo battezzati con lo Spirito Santo e fuoco (Mt 3,11). In riferimento al nostro argomento riguardante l’unificazione con Dio, basandoci sull’esperienza dei mistici, possiamo dire che avremo bisogno di acquisire l’esperienza di essere battezzati con l’umiltà di Gesù, che avremo bisogno dell’esperienza di essere amati incondizionatamente dal Padre, e dell’esperienza di essere fusi nel Purificante Fuco Dello Spirito Santo. (Sal 3,6).
Per quale scopo?
- Per perdere la “mia” conoscenza e la “mia” fede di Dio, e conoscere il Dio nel Dio.
- Per poter sperimentare in ogni cellula del mio spirito e del mio corpo cosa significa essere salvato e giustificato da Dio.
- Per riavere me stesso e la mia liberta, e capire cosa significa essere umani,
- Per far sì che l’amore di Dio si versi nel cuore ma anche nei rami della storia della nostra vita.
- Per farci diventare non più forti, ma ancora più deboli.
- Che la conoscenza faccia spazio all’intelligenza.
Il gesto dell’Ostia presente nelle mani di Maria desidera comunicarci:
- Che non noi possediamo Dio, ma e Dio che possiede noi.
- “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.” (1 Pt 5,5).
- Perché in quelli che sono stati “annientati” nell’umiltà di Cristo, si vede Dio.
L’Ostia Spezzata
Maria adora il Corpo Donato e il Sangue Versato di Cristo.
Lei stessa, nell’immenso dolore del Figlio di Dio, fu spezzata come il pane eucaristico.
Maria, Madre della Chiesa – Madre del Corpo di Cristo, ci invita alla contemplazione dell’eucarestia. I invita: Entra all’interno…
Osservando l’ostia spezzata possiamo di nuovo sentire le parole di Gesù: “Io sono la porta…” (Gv 10,9).
Per far sì che la porta si apra dentro di noi, per passarla e andare oltre, cioè più in profondo, nella felicita e nell’unione con Dio. Avvolte dentro di noi si deve spezzare qualcosa, avvolte deve capitare qualcosa che ci spezzerà: e quando avremo l’esperienza che abbiamo perso tutto, e smetteremo di sentire ogni cosa, a parte la sensazione di aver toccato il fondo, in quel momento, il Corpo Donato e il Sangue versato di Cristo ci ridarà la speranza e ci costruirà un nuovo io.
L’ostia spezzata, sparte saggezza eucaristica, che bisogna spezzare non per lo scopo di dividere, ma per spargere l’amore, spargerlo con più efficacia, non con le proprie forze, ma nel Corpo Donato e Sangue Versato di Cristo.
“Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).
L’Ostia Spezzata risposa nelle mani di Maria come in monstra.
Samo come una monstra riempita dalla presenza di Dio, che ci ama.
“Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? (…) Il tempio di Dio, che siete voi, è santo.” (1 Co 3, 16-17).
Un cristiano e qualcuno che e sempre grato, perché ha ricevuto tutto… perché ha ricevuto tutto grazie all’amore!! L’unica ragione della nostra presenza davanti a Dio è la gratitudine, reciprocità, simpatia con il Cuore di Dio.
Veniamo per l’Adorazione, pregiamo, che le nostre giornate odierne, tra lavoro e un oceano di impegni, possano respirare un po’ di “ossigeno” della vita. Rinasciamo, vivendo con la gratitudine verso Dio.
Sappiamo che vale la pena di “togliere i sandali” e mettere davanti al “cespuglio che brucia” se “stessi”, per far sì che ogni particella della nostra anima e del corpo sentano le Sua voce: “ECCOMI”. Questo accende la nostra gratitudine e simpatia nel rispetto di Dio.
Gratitudine, ringraziare Dio per ogni cosa quasi fino alla pazzia, ci trasforma in persone felici! E soltanto un uomo felice può emanare gioia e permettere che anche gli altri di sentirsi felici. Nasce una nuova cultura, un nuovo metodo di relazionarsi con le persone.
La gratitudine verso Dio ci rende persone capaci di ricevere il dono della libertà e rispetto verso la libertà altrui: nasce la capacita di vivere in empatia verso la realtà, che esiste nell’esterno di noi stessi.
La Nostra Signora dell’Eucarestia è la Madre dei Martiri
L’ostia spezzata è il simbolo di un cancello spirituale, di una “rottura” spirituale, ciò il passaggio attraverso il sacrificio del Corpo Donato e il Sangue Versato di Cristo. Un Cristiano vive nell’amore del Padre Eterno attraverso Gesù Cristo e lo Spirito Santo. Un Cristiano sa che in questo amore lui rinascerà, per amare ed essere amato per sempre.
Maturando nella fede, nella speranza e nell’amore attraversiamo varie prove di fedeltà della scelta, attraverso lo stretto cancello delle esigenze del amore (Mt 7,13-14).
Leggiamo nell’Apocalisse di San Giovanni 7,13-14: Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: «Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?». Ed io gli dissi: «Signore mio, tu lo sai». Egli allora mi disse: «Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello.
Il frutto del martirio spirituale e la liberta dall’vecchio uomo che viveva dentro di noi, la liberta dalla paura, cioè amore, l’unione con Dio nel Dio. Nasce in noi “Il Cuore di un’bambino” (Mt 18,3-4), il quale, avrà da offrire a Dio le cose più preziose, il Sangue dell’Agnello e le lacrime della gratitudine…
Sperimentando in noi stessi l’amore gratuito di Dio, vivendo con Dio nell’amore reciproco, maturiamo per poter sporgere testimonianza verso il mondo:
· Fedele al amore in mezzo alla moda all’infedeltà
· Nascosti nella preghiera di Maria, rispondendo con silenzio ai urli dell’aggressione e dell’cinismo
· Per ogni costo obbedienti a Gesù, in un mondo che impone soggettivismo verso le verità della fede.
· Per ogni costo umili nell’Umiltà di Gesù.
· Umile ad ogni costo nell'Umiltà di Gesù di fronte alla forza comunicativa della mentalità creata dall'apoteosi dell'io umano.
· Nel mondo “senza peccato”, come quelli, che ritornano al confessionale.
Vivendo con Dio nell’reciproco amore, maturiamo per poter sporgere testimonianza verso il mondo, ma essendo sempre vigli che con noi stessi non succeda qualcosa di peggio: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini” (Lc 18, 9-14).
E ricordando sempre: “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?” (1 Co 4, 7).
Viviamo e moriamo in Dio, che è amore. (1Gv 4,16) facendo la sua volontà, “che l’amore sia amato” ora e per sempre (San Francesco di Assisi).
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Maria, tutta nell'Eucaristia, Madre dei Martiri,
Madre dei cristiani - le persone che portano la felicità dell'Eterna Gratitudine, guidano la nostra fede in modo sicuro attraverso la Porta Aperta di ogni prova.
Maria, Madre nella veste celeste,
come se fosse tessuto dalle Lacrime dei tuoi Figli, guida la nostra speranza alle Sorgenti Splendenti dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose.
Maria, tutta nell'Eucaristia, Madre dei Martiri,
guidaci attraverso l'interno dell'Eucaristia, attraverso il Mistero del Corpo Donato e il Sangue Versato, conduci il nostro cuore, Madre dei Martiri, al Padre che ha creato l'AMORE.
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Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
“Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate”.
E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.
(…)
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita.
Chi sarà vittorioso erediterà questi beni;
io sarò il suo Dio ed egli sarà mio figlio.
(Ap 21, 3-7)