ANALISI TATTICA: IL RILANCIO DELLA JUVENTUS CON IGOR TUDOR
Dopo un periodo turbolento sotto la guida di Thiago Motta, la Juventus sembra aver ritrovato fiducia e ordine con l’arrivo di Igor Tudor. Il tecnico croato ha portato un cambiamento significativo sia dal punto di vista strategico che psicologico.
Il progetto affidato a Motta era nato con grandi speranze, soprattutto dopo l’impresa compiuta con il Bologna, capace di raggiungere la Champions League dopo sei decenni. Per sostenere la visione del nuovo allenatore, la società aveva investito pesantemente su giocatori come Koopmeiners, Douglas Luiz e Khéphren Thuram, puntando a costruire una squadra competitiva al vertice.
Tuttavia, i risultati non hanno rispettato le attese: dopo 42 partite, la Juve è stata eliminata in anticipo da tutte le principali competizioni — Champions League (contro il PSV), Coppa Italia (contro l’Empoli) e Supercoppa (contro il Milan) — chiudendo il campionato solo al quinto posto. La squadra ha totalizzato 13 pareggi e 3 sconfitte (due consecutive contro Atalanta e Fiorentina), con un rendimento vittorioso del 45%, il più basso per un tecnico bianconero negli ultimi anni.
A seguito di queste delusioni, il club ha deciso di interrompere il rapporto con Motta, affidando la squadra a Igor Tudor fino a fine stagione. Ex difensore juventino ed ex vice allenatore, Tudor è stato scelto per la sua conoscenza dell’ambiente e la sua affidabilità, arrivando dopo un’esperienza breve alla Lazio.
Il suo impatto è stato immediato: in 8 partite ha ottenuto 4 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta, raggiungendo una media punti di 1,88, superiore a quella registrata da Motta (1,79). Questo ha permesso alla Juventus di qualificarsi per la prossima Champions League, concludendo a 70 punti grazie al successo per 3-2 sul Venezia. Un risultato chiave che porterà circa 60 milioni di euro nelle casse del club.
PRINCIPI TATTICI: LA FASE DI POSSESSO
Il possesso palla della Juventus targata Tudor è improntato alla velocità e all’efficienza: l’obiettivo è arrivare rapidamente all’area avversaria con pochi passaggi.
Costruzione dal Basso con Locatelli al Centro
In fase di impostazione, il modulo 2-3-2 vede Manuel Locatelli calarsi nel ruolo di centrale difensivo, sfruttando la sua tecnica superiore rispetto agli altri difensori. Da lì dirige la manovra e distribuisce il gioco, coadiuvato da Renato Veiga e supportato da Koopmeiners, Yildiz e Nico Gonzalez, che si accentrano per dare opzioni in costruzione. Thuram, grazie alla sua capacità di avanzare palla al piede, è determinante nel superare le pressioni avversarie.
Vlahović: Faro Offensivo
Il centravanti serbo è il punto di riferimento offensivo. Quando il pressing avversario rende complicata la manovra, si abbassa per ricevere e attirare marcature, creando spazi per gli inserimenti dei compagni. Nei lanci lunghi da Di Gregorio, Vlahović è il bersaglio principale: protegge il pallone, vince contrasti fisici e aiuta la squadra a superare il pressing iniziale.
Dinamismo negli Ultimi 30 Metri
La Juventus costruisce azioni rapide con combinazioni nello stretto, triangoli e uno-due per penetrare le linee difensive. Una dimostrazione efficace è l’azione contro il Lecce: Thuram, Yildiz e Vlahović hanno combinato con rapidità, portando il turco a concludere in rete con freddezza.
TRANSIZIONI E PRESSING
Ripartenze Veloci
Quando la Juve riconquista palla e l’avversario è sbilanciato, parte con contropiedi immediati. Nico Gonzalez guida spesso queste azioni, sfruttando la sua velocità e abilità nel dribbling. I terzini allargano il campo, disorientando la difesa rivale.
Controllo del Campo Avversario
In fase offensiva, la squadra si dispone con un 3-5 che permette di occupare gli spazi tra le linee e mantenere pressione nella metà campo rivale. Questa disposizione aiuta a creare superiorità numerica e consente giocate rapide.
Pressing Coordinato
Quando la Juve perde palla in zona alta, effettua un pressing aggressivo a uomo per bloccare le uscite avversarie e forzare errori. Ogni giocatore marca stretto il proprio diretto avversario per impedire combinazioni e costringere al lancio lungo.
Difesa Compatta: 4-3-2-1
Quando è l’avversario a gestire il possesso, la Juventus si compatta in un 4-3-2-1 che chiude il centrocampo e obbliga a giocare sulle fasce, dove McKennie e Nico Gonzalez supportano i terzini creando superiorità difensiva.
CONCLUSIONE: UN NUOVO CORSO
La Juventus sembra aver voltato pagina dopo una stagione deludente. Che Tudor resti o meno sulla panchina, la squadra ha ritrovato identità e organizzazione, gettando le basi per tornare competitiva sia in Italia che in Europa.
TACTICAL ANALYSIS: JUVENTUS' REVIVAL UNDER IGOR TUDOR
After a rough patch under Thiago Motta, Juventus appears to have found new balance and momentum under Igor Tudor. The Croatian coach has brought both tactical clarity and psychological stability.
Motta’s appointment had generated high hopes, especially after his historic achievement with Bologna — qualifying for the Champions League after 60 years. The club backed him with major signings like Koopmeiners, Douglas Luiz, and Khéphren Thuram to build a top-level squad.
However, reality fell short of expectations. After 42 matches, Juventus was knocked out early from every major competition — Champions League (against PSV), Coppa Italia (against Empoli), and the Supercoppa (against Milan) — and finished only fifth in Serie A. With 13 draws and 3 defeats (two back-to-back), his win rate stood at just 45%, the lowest for any Juve manager in recent seasons.
Following this underwhelming performance, the club replaced Motta with Igor Tudor as interim coach. A former Juventus defender and assistant coach, Tudor brought familiarity and reliability, coming in after a brief stint at Lazio.
He made an immediate impact: in 8 games, he recorded 4 wins, 3 draws, and just 1 loss, averaging 1.88 points per match — higher than Motta’s 1.79. This turnaround secured a Champions League spot, with 70 points thanks to a final 3–2 win over Venezia, bringing an estimated €60 million to the club.
TACTICAL PRINCIPLES: IN POSSESSION
Tudor’s Juventus is focused on speed and directness in possession, aiming to reach the opponent’s box with as few passes as possible.
Build-Up Play: Locatelli at the Core
During build-up, Juventus sets up in a 2-3-2 structure, with Locatelli — nominally a midfielder — dropping into the defensive line. His technical quality allows better ball circulation. Alongside Renato Veiga and supported by Koopmeiners, Yildiz, and Nico Gonzalez, the team constructs from deep. Thuram's ball-carrying ability helps break pressing lines.
Vlahović: The Offensive Anchor
Vlahović plays a central role in attack. When pressured, he drops deep to pull defenders and open spaces. He’s also the main target for long balls from Di Gregorio, using his strength and positioning to maintain possession and launch attacking phases.
Final Third: Quick Combinations
In the final third, Juve thrives on quick, sharp passing moves to break defenses. A clear example came against Lecce: a fluid move involving Thuram, Yildiz, and Vlahović ended with a precise finish by the Turkish attacker.
TRANSITIONS & PRESSING
Aggressive Counterattacks
Upon winning the ball, Juventus attacks quickly, often led by Nico Gonzalez through the middle. The full-backs widen play, destabilizing the opponent’s defensive shape.
Territorial Control
In the opponent’s half, Juventus adopts a 3-5 structure to dominate space and create attacking opportunities through quick combinations or individual brilliance.
Smart Pressing
When losing possession up front, Juve presses tightly man-to-man to force mistakes or long clearances. Each player stays close to their marker, denying space and time.
Defensive Shape: 4-3-2-1
When forced to defend, Juventus drops into a compact 4-3-2-1, blocking central lanes and pushing play to the wings. There, players like McKennie and Nico Gonzalez double up with full-backs to stop dribblers and isolate opponents.
CONCLUSION: THE REBIRTH OF A GIANT
After a disappointing campaign, Juventus is regaining its identity. Whether Tudor remains in charge or not, the team now has a clearer structure and renewed ambition to compete again at the highest levels in Italy and Europe.