Gli ospedali

GLI OSPEDALI

com'era la sanità nel 500'?

Ai medici si ricorreva di rado, solo in casi estremi, la spesa era infatti ingente. La diagnosi poi, per lo più incomprensibile per l’ammalato e la sua famiglia e adornata di belle parole, non si basava sull’osservazione del corpo, ma sulle nozioni apprese dai libri (le prime dissezioni anatomiche furono eseguite a Bologna alla fine del XIII secolo, e solo gli anatomisti del Rinascimento modificarono veramente le concezioni medievali), nozioni che a loro volta si basavano sul sapere antico, sugli antichi trattati di Ippocrate o Galeno accessibili solo tramite traduzioni spesso fuorvianti; spesso i medici (come anche i copisti che glossavano i manoscritti) giungevano al significato di un termine dall’etimologia, secondo il principio tutto medievale per il quale i nomi sono conseguenza delle cose (nomina sunt consequentia rerum) e visto che il medioevo non conosceva il greco antico spesso la stessa etimologia era sbagliata o anche inventata ad hoc. Né deve stupire che un’epoca gerarchica e teocentrica come quella medievale si cercassero nella Sacra Scrittura risposte anche a questioni mediche vedendo, ad esempio, gli organi del corpo femminile, come “progettati” da Dio al solo fine di procreare, unica finalità assegnata alla donna dal Creatore e dalla Scrittura.

Gli unici gesti che i medici compivano era tastare il polso del paziente ed osservare le sue urine in un vaso di vetro. I rimedi consigliati erano perlopiù salassi o, per chi le conosceva si ricorreva alle erbe medicinali, note ad esempio, attraverso l’Herbarium di Lucio Apuleio riferito da Plinio. Anche per questo i medici erano spesso vittima dell’ironia dei novellieri e degli artisti.

Una preghiera era spesso considerata più utile del consiglio di un medico; gli stessi farmacisti erano bene consapevoli del limite dei loro rimedi, infatti nelle botteghe di farmacisti e speziali si potevano trovare ex-voto di cera, che rappresentavano la parte del corpo guarita grazie all’intercessione di un santo e che il fedele deponeva sulla tomba del protettore in segno di riconoscenza.

Ma rimedi e pozioni veri e propri erano monopolio delle donne; costrette a vivere chiuse in casa e uniche responsabili della salute dei figli erano “funzionalmente” costrette ad imparare le virtù delle erbe e tramandare la conoscenza alle loro figlie. Spesso sono le donne ad intervenire con pratiche di tipo medico su molte malattie femminili; le donne assistono i parti, praticando talora anche tagli cesarei, specialmente se la madre muore durante il parto prima che il bambino sia uscito dal suo ventre, accudiscono il neonato e se necessario gli somministrano medicine.

Inutile dire che dalla medicina alla stregoneria il passo è breve. Molte donne venivano accusate di fabbricare unguenti magici e compiere malefici soprattutto nei confronti di bambini piccoli; se un bambino non cresceva, perché gracile o malato, poteva essere ritenuto uno “scambiatino” cioè un bimbo che era stato sostituito dal diavolo con una creatura infernale destinata a non cambiare mai. Lo sfortunato bimbo poteva essere sottoposto a crudeli riti volti a costringere il diavolo a riportare il bimbo rapito. La mortalità infantile era altissima, così come la malnutrizione e le malattie che ne erano conseguenza, per questo si trovavano spiegazioni e capri espiatori di ogni sorta; naturalmente il diavolo si prestava bene in ogni evenienza.