28 giugno 2024

Albatro, meglio che albatros

Albatro è il «[n]ome comune dato agli uccelli procellariformi del genere Diomedea, rappresentato da circa 130 specie sparse in tutti i mari» (Treccani). Il termine deriva dall’inglese albatross e dal francese albatros, a loro volta probabilmente dallo spagnolo e portoghese alcatraz, nome di una specie di pellicano, incrociato con il latino albus 'bianco'.

In italiano oggi è molto comune il semiadattamento albatros: una forma ibrida, scritta con grafia francese ma pronunciata all'inglese (àlbatros; mentre in francese la pronuncia è pressappoco albatrós).

Essendoci un adattamento pieno, registrato da tutti i dizionari e usato da scrittori di vaglia, parlando e scrivendo in italiano questo è preferibile all'adattamento parziale.

La pronuncia di albatro è sdrucciola, àlbatro.

Mentre albatros è naturalmente invariabile in italiano («un albatros, due albatros»), albatro è regolarmente variabile («un albatro, due albatri»).

In alternativa, in molti casi si può usare diomedea (femminile, pronunciato diomedèa); nell'uso letterario, anche uccello diomedeo, locuzione registrata nel DOP, con diomedeo riportato al suo valore originario d'aggettivo.

Se si vuole comunque usare il semiadattamento, ricordiamo che bisogna scriverlo in corsivo (in quanto forestierismo) o, se non si dispone di questa possibilità tipografica, tra virgolette. Per esempio: