Scrittura di forestierismi, nomi stranieri e simili

In questa pagina sono sintetizzate le buone norme per il trattamento grafico di parole e nomi non italiani. Per informazioni sull'uso, visita invece quest'altra pagina.

Corsivo

I forestierismi si scrivono in corsivo:

Un sondaggio sui leader più popolari in Italia.

L’habitat dei topi è molto esteso.

Hitchcock è il maestro della suspense.

Se il corsivo non è disponibile, bisogna usare le virgolette:

Un sondaggio sui «leader» più popolari in Italia.

L’«habitat» dei topi è molto esteso.

Hitchcock è il maestro della «suspense».

Le virgolette più proprie della tradizione italiana sono le virgolette basse doppie (« »).

Per coerenza, è preferibile usare il corsivo per tutti i forestierismi, anche quelli di uso oggi comune (computer, standard, partner, test, eccetera). Per i forestierismi, infatti, il corsivo serve per marcare non tanto una scarsa frequenza della parola rispetto all'uso italiano, quanto un diverso carattere strutturale.

Nomi propri

I nomi propri stranieri di norma si scrivono in tondo:

Il presidente francese François Hollande.

Almodóvar è un regista famoso.

Mi piace molto l'architettura di Gaudí.

Nel caso di nomi composti da elementi di significato facilmente traducibile (tipicamente nomi d'istituzioni, eventi, e simili), preferibilmente si tradurrà il nome in italiano; se per qualche ragione non è possibile, il corsivo si può usare, e potrebbe essere anche consigliabile. Sarà la sensibilità dello scrivente a guidare nelle varie situazioni.

Pseudoforestierismi

Il corsivo va usato anche per gli pseudoforestierismi (termini di forma straniera ma in realtà non usati, o usati con senso diverso, nella lingua di cui imitano le strutture):

Facendo l'autostop conobbe persone interessanti.

Sposta il transpallet, per favore.

Una nuova protesta dei no-vax.

Parole ibride

Le parole ibride sono quelle composte da pezzi italiani e pezzi non italiani. Si riportano con la parte italiana in tondo, e la parte non italiana in corsivo:

Accedendo al portale e downloadando i materiali…

Con una rapida googlata non si trova nulla.

Dopo l’ultima topica, molti utenti hanno unfollowato il ministro su Facebook.

In generale le parole ibride appaiono pesanti e poco gradevoli, per cui si tenderà ad evitarle:

Accedendo al portale e scaricando i materiali…

Con una rapida gugolata non si trova nulla.

Dopo l’ultima topica, molti utenti hanno smesso di seguire il ministro su Facebook.

La scrittura metà in corsivo e metà in tondo può apparire strana, ma, in caso di necessità, è la soluzione più logica e semplice per trattare graficamente le parole ibride.

Non di rado càpita che ci siano parole pienamente integrate nella fonotassi e nell'ortografia italiane, ma derivate da un elemento che, preso da solo, solitamente oggi non è adattato (resettare e reset; brandizzare e brand; manageriale e manager). In questo caso dubbio, sarà la sensibilità dello scrivente a decidere se tali parole vanno considerate termini ibridi oppure no; a seconda che voglia integrare l’elemento nel lessico dell’italiano o preferisca invece rimarcarne l’estraneità.

Grafia corretta

Lingue scritte con l’alfabeto latino

Quando si riporta una parola o un nome straniero di un'altra lingua scritta con l'alfabeto latino, bisogna rispettarne l'ortografia, comprensiva di maiuscole e segni diacritici. 

I segni diacritici infatti non sono orpelli gratuiti, ma hanno una funzione e un significato precisi, e fanno parte dell'ortografia proprio come la corretta sequenza delle lettere. Anche in italiano: capì è diverso da capi, passerò è diverso da passero, eccetera.

Lingue scritte con altri sistemi

Per le lingue che non usano l'alfabeto latino, iI nomi andranno traslitterati; se vogliamo usare il nome nella sua forma originale, generalmente è meglio usare un sistema di traslitterazione «all’italiana» o un sistema scientifico internazionale, evitando le traslitterazioni basate sul sistema grafico di altre lingue.

In certi casi può essere preferibile usare direttamente l'adattamento italiano pieno.

Qualche esempio:

Plurale e variabilità

Generalmente, i termini stranieri si trattano come invariabili, sia rispetto al genere sia rispetto al numero. Non è detto infatti che le lingue straniere abbiano le stesse categorie singolare-plurale e maschile-femminile dell'italiano; mentre a volte hanno tali categorie in coincidenza con quelle italiane, ma i loro meccanismi morfologici non sono facilmente comprensibili e adoperabili dall'italofono. Esempi d'invariabilità:

Scarico i file e guardo subito.

In quel locale fanno dei cocktail fantastici.

Una rivendita di computer usati.

Le forme flesse, eventualmente adattandole alle nostre categorie (per esempio, il neutro latino è normalmente reso col maschile in italiano), si possono usare, purché coerentemente col registro linguistico del testo e il messaggio che vogliamo trasmettere: avendo di solito una marcata intenzionalità, possono risultare molto ricercate e di conseguenza, se fuori luogo, anche affettate e ridicole (una sfumatura che si potrebbe anche cercare consapevolmente).

Casi dubbi

Le lingue non sono entità costituite di compartimenti stagni, bensì, in tutte le loro parti, possono presentare delle aree grigie di confine, in casi speciali dove s'incontrano o sovrappongono elementi diversi. Cercare di normare tutti i casi possibili con regole rigide è un'impresa difficilmente praticabile, che può risultare comunque poco utile agli effetti pratici.

Nei casi dubbi che possono presentarsi, è ragionevole concedere una certa libertà, lasciando che sia lo scrivente a valutare la soluzione migliore secondo le circostanze specifiche. L'importante è agire sempre con consapevolezza.