Purismo strutturale

Il concetto

Il «purismo strutturale» è una posizione di cura consapevole della lingua teorizzata principalmente dal linguista Arrigo Castellani (1920–2004).

Il purismo strutturale non va confuso col purismo «e basta»: entrambi traggono origine dal desiderio di avere una lingua bella e in salute, ma sono posizioni diverse e su certi aspetti quasi opposte. In particolare, il purismo storico si oppone massimamente a neologismi e forestierismi, mentre quello strutturale ha un atteggiamento aperto, vagliante, senza chiusure a priori.

I princìpi del purismo strutturale, scriveva Castellani, «sono semplicissimi»:

A questi si aggiunge il principio implicito che il forestierismo dev'essere in qualche modo utile, riempire una lacuna lessicale: non essere semplicemente un doppione di qualcosa di facilmente esprimibile coi materiali lessicali già esistenti.

È dunque una posizione di apertura, che valuta le innovazioni che possono arrivare da altre lingue e culture e studia il modo migliore per integrarle e farle proprie.

Normalità e naturalezza

Il purismo strutturale, di là dal nome impressionante, è semplicemente il buonsenso di tutte le lingue vive e in salute, che coniuga l'arricchimento lessicale dovuto a nuovi usi, scoperte e conoscenze, col mantenimento dei caratteri generali e peculiari dell'idioma.

Una sintesi famosa, citata spesso, si trova nel Discorso intorno alla nostra lingua di Machiavelli:

[...] ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sì potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro: perché quello ch’ella reca da altri lo tira a sé in modo che par suo.

Così in italiano moltissime parole, sia rare sia comuni, sono derivate da lingue straniere; ma, essendo totalmente integrate, la loro provenienza non è visibile a chi non abbia conoscenze di linguistica. Sono diventate parole italiane a tutti gli effetti: fanno più ricco e vario l'albero della lingua senza snaturarlo.

Qualche esempio:

e moltissime altre. 

Passato o futuro?

Il purismo storico identificava una lingua perfetta in un qualche autore o epoca del passato, rifiutando qualunque elemento successivo che non fosse presente in quel modello.

Il purismo strutturale ha un atteggiamento diverso e più ampio, che vede l'identità della lingua nelle sue strutture profonde, oltre i cambiamenti superficiali da un secolo all'altro.

Si potrebbe dire che la lingua a cui mira il purismo strutturale non è qualcosa di concluso e limitato nel passato, bensì, nel trascorrere della storia, un ideale di lingua viva a cui tendere costantemente, da costruire nel presente e nel futuro.

«Purismo strutturale» o «neopurismo»?

A volte si usa o si è usato neopurismo come sinonimo di purismo strutturale. Ci sembra preferibile questa seconda denominazione, autoesplicativa sulla natura del concetto. Neopurismo —termine che indica la posizione di Bruno Migliorini, un po' diversa da quella di Castellani— si presta a fraintendimenti, perché pare indicare semplicemente una riproposizione, un ritorno cronologico del purismo storico; mentre il purismo strutturale se ne distingue sotto aspetti anche importanti. Faceva osservazioni simili Castellani in Neopurismo e glottotecnica.