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Poppea

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Con Nerone al potere, fiumi di sangue attraversano le vie di Roma. Nemici stranieri e avversari politici vengono eliminati senza pietà, e persino la sua famiglia non è risparmiata. L’imperatore ordina l’uccisione della madre Agrippina, della prima moglie Ottavia, e uccide personalmente la seconda moglie Poppea. Le azioni di Nerone restano impunite, grazie a una legge che conferisce agli uomini potere assoluto sulle donne. Poppea, invece, viene ricordata dalla tradizione solo per i suoi eccessi, la sua bellezza, e la mancanza di un erede per Roma.


L’episodio è stato scritto e interpretato dalle studentesse e dagli studenti del Convitto Nazionale Marco Foscarini di Venezia, a cura delle professoressa Francesca Rohr e Alessandra Valentini. 

Autrici e autori: Anna Baroni, Giacomo Frizzele, Mattria Patron Zennaro, Carolina Penso, Alessia Perandin, Elisabetta Tonitto, Margherita Trevisa, Alessandro Simon Zambon. 

Montaggio e produzione: Thomas Marampon, Elena Missaggia.

Voci: Giacomo Frizzele (Cassio Dione), Matteo Pavanetto (Svetonio), Alessandro Simon Zambon (Tacito).

Poppea (trascrizione italiano)

Sigla. Benvenuto o benvenuta, questo è MATRONAE, il podcast che restituisce la voce alle donne dell’antica Roma. In questo episodio parleremo di Poppea Sabina, moglie dell’imperatore Nerone, passata alla storia per il suo grande fascino. 

 

Narratore. 65 d.C. Roma.

Un urlo squarcia il silenzio: nella villa ha luogo una morte tragica: quella di Poppea Sabina, la seconda moglie dell'imperatore Nerone. Le cause della sua morte non sono chiare. Certa è invece la responsabilità del marito Nerone. 

Ma chi era Poppea? 

 

[intermezzo musicale]

 

Nata nel 31 d.C., figlia di Tito Ollio e appartenente ad una famiglia aristocratica, contrariamente alla tradizione, Poppea aveva dovuto assumere il nome dal nonno materno, Poppeo Sabino. Durante il principato di Tiberio, il padre, Tito Ollio, era infatti caduto in disgrazia per la sua amicizia con Seiano, il potente prefetto del pretorio, condannato a morte proprio dal principe (Tac. Ann. XIII 45). Poppea era dotata di bellezza e carisma e ciò la rese fin dalla gioventù una figura di primo piano. 

Ricorda Tacito, storico romano attivo tra il primo e il secondo secolo d.C.: 

 

Tacito. «Questa donna aveva tutte le doti, tranne l’onestà d’animo. La madre, che superava in avvenenza tutte le donne della sua età, le trasmise insieme gloria e bellezza; le sostanze erano adeguate alla nobiltà della famiglia. Aveva modi affabili e intelligenza vivace, ostentava la modestia e praticava la lussuria. Usciva raramente in pubblico e velandosi una parte del volto, per non saziare gli occhi altrui, e anche perché le donava. Non risparmiò mai la propria reputazione, e non fece mai distinzione tra mariti e amanti: non fu mai schiava di nessun sentimento, né proprio né altrui; dove vedeva il profitto, là portava la sua libidine.» (Tac. Ann. XIII 45)

 

Narratore. Molte sono le testimonianze degli storici antichi sulla sua vita: alcune restituiscono di lei un ritratto che rovescia il modello matronale, attribuendole atteggiamenti inaccettabili e scandalosi; altre si concentrano sul suo amore per il lusso e per la sua ossessione per il proprio aspetto. 

Lo storico greco Cassio Dione, vissuto nel III secolo d.C., cita alcune delle sue strane abitudini:

 

Cassio Dione. «Questa Sabina condusse una vita oltremodo lussuosa, tanto da far applicare delle cordicelle dorate agli zoccoli delle mule che la portavano in giro e da far mungere ogni giorno cinquecento asine che avevano appena partorito, in modo da potersi fare il bagno nel latte.» (Dione 62, 27-28).

 

Narratore. Prima delle nozze con Nerone, Poppea era già stata sposata due volte. 

La prima con Rufrio Crispino, prefetto del pretorio durante il principato di Claudio, ma caduto in disgrazia sotto Nerone e costretto al suicidio. La seconda, nel 58, con Otone personaggio di spicco della nobiltà romana e amico intimo dell’imperatore Nerone. Otone sarebbe poi divenuto imperatore nel 68 d.C.

È Tacito a raccontare di questa unione:

 

Tacito. «Quand’era sposata a Rufrio Crispino, cavaliere romano da cui aveva anche avuto un figlio, la sedusse Otone con la giovinezza e la lussuria, e con la fama di essere amico intimissimo di Nerone. Senza indugio il nuovo matrimonio tenne dietro all’adulterio. Otone lodava con l’imperatore la bellezza e l’eleganza della moglie, sia che fosse imprudente per passione, sia perché volesse infiammarlo in modo che, spartendo la medesima donna, questo legame accrescesse il suo potere. Spesso si sentì Otone dire, lasciando il banchetto di Cesare, che andava dalla donna che gli era toccata, magnificandone la nobiltà e la bellezza, desiderata da tutti e gioia di chi aveva la fortuna di possederla. Con simili stimoli, Poppea fu senza indugio ricevuta a corte e cominciò a farsi valere con le arti della lusinga, fingendo di essere conquistata dalla bellezza di Nerone e di non saper resistere alla passione.» (Tac. Ann. XIII 45-46)

 

Narratore. Il matrimonio fra Poppea ed Otone - secondo Tacito - aveva un secondo obiettivo: avvicinarsi a Nerone e godere dei suoi favori.

Era stato proprio Otone a presentare Poppea all’imperatore e questi si era innamorato perdutamente di lei. Ma Nerone era già sposato con Ottavia, la figlia del suo predecessore Claudio, con cui aveva contratto le nozze per garantirsi la successione, quando entrambi erano giovanissimi.

 

[intermezzo musicale]

 

Narratore. Agrippina Minore, madre di Nerone, guardava con preoccupazione l'influenza crescente di Poppea su Nerone. Il fatale incontro tra i due diede inizio a un periodo che avrebbe portato a grandi cambiamenti politici segnati da complotti e assassini.

 

Per celebrare le nozze con Poppea, Nerone era disposto a far uccidere la madre, poiché contraria alla loro unione, e a divorziare da Ottavia di cui l'imperatore ordinò l'uccisione. Ciò comportò gravi conseguenze politiche dovute al favore popolare di cui godeva Ottavia, la figlia di Claudio.

Nel 62 d.C. Poppea diventò quindi la moglie dell’imperatore. La relazione di Poppea e Nerone fu tempestosa, caratterizzata da passioni violente e tradimenti.

Sia Svetonio, il biografo latino, sia lo storico Tacito raccontano la morte di Poppea. 

Svetonio ci racconta:

 

Svetonio. «Nerone, undici giorni dopo il suo divorzio da Ottavia si sposò con Poppea che amò più di qualsiasi altra cosa. Eppure, la uccise con un calcio mentre era gravida e malata perché poco prima ella lo aveva rimproverato per essere tornato tardi a casa. La loro figlia Claudia Augusta morì quando era ancora in fasce.» (Svetonio, Vita di Nerone 35)

 

Narratore. Poppea diede a Nerone una figlia che fu chiamata Claudia Augusta, destinata a morire pochi mesi dopo la nascita. La scomparsa della bambina fece sì che il rapporto tra i due coniugi si deteriorasse progressivamente fino a culminare in una violenta lite avvenuta nel 65 d.C. In preda all’ira Nerone colpì con un calcio nello stomaco Poppea, che era incinta, provocandone la morte. Le cause del decesso della donna sono discusse presso gli autori antichi. L'opinione comune era che il tragico destino di Poppea fosse stato conseguenza di un incidente involontario. Tacito, però, negli Annali racconta:

 

Tacito. «Poppea morì a causa di un improvviso attacco d’ira del marito: Nerone la percosse con un calcio durante il periodo di gravidanza.

È falsa invece la voce tramandata da altri storici secondo la quale la avrebbe uccisa con del veleno; infatti, sparsero questa diceria più per odio che per convinzione: Nerone era desideroso di eredi ed era “schiavo” dell’amore di Poppea.


L'imperatore realizzò le esequie funebri non con la cremazione, secondo uso romano, ma con l’imbalsamazione secondo l’usanza dei re stranieri, e la fece seppellire nella tomba dei Giuli.

Egli stesso celebrò, in un'orazione pronunciata dai Rostri del foro, la bellezza della defunta, e la sua bambina che diventerà oggetto di culto divino.» (Tacito, Annali XVI, 6)

 

Narratore. Lo storico Cassio Dione aggiunge che dopo la morte della moglie, Nerone, prese con sé una donna a lei somigliante perché provava una inconsolabile nostalgia.

 

Cassio Dione. «Nerone ne sentì a tal punto la mancanza che dopo la morte di lei, in un primo momento, avendo saputo che c’era una donna che le assomigliava, la convocò e la tenne con sé.»

 

Narratore. La morte di Poppea è l'esito di una violenza. 

Secondo le fonti antiche Nerone fu spinto da un eccesso d’ira a colpirla: un delitto dettato dalla rabbia scaturita da un rimprovero della moglie. L’episodio concorre così a delineare quel ritratto a tinte fosche di Nerone che la tradizione ha costruito e che mette in evidenzia le sue intemperanze e il disordine della sua vita. 

Poppea, la vittima della violenza, invece, non viene indagata dagli autori antichi, che si concentrano principalmente sull’uso inappropriato della sua bellezza come strumento seduttivo, sugli eccessi nell’uso del denaro e sull’ostentazione della sua ricchezza. Ciò non fa altro che proporre una visione negativa di Poppea, con l’obiettivo di delegittimarne azioni e scelte. 

Nerone non verrà condannato come uxoricida né per la legge né per la morale, ma solamente criticato per il suo carattere impetuoso, per la sua ira incontrollabile e per aver ucciso la moglie, incinta, privando così l’impero di un possibile erede. 

 

La voce di Poppea è cancellata dalla tradizione antica; la sua memoria verrà costruita attraverso cliché delegittimanti e funzionali alla sola caratterizzazione negativa di Nerone. 

Ma Poppea fu una figura polarizzante: detestata e ammirata allo stesso tempo per la sua personalità complessa e per il suo ruolo centrale nella politica e nella società del tempo. Poppea si dimostra così erede di quelle matronae romane, capaci di agire nella intricata rete della società romana per i propri obiettivi, ma costrette allo stesso tempo a subire la volontà di uomini che le volevano pie, pudiche, tacite.

 

Titoli di coda. Podcast prodotto dall'Università Ca' Foscari di Venezia, GIEFFRA e VeDPH, all’interno del progetto PRIN 2022 “Etiamego. Violence against women in ancient Rome: historical perspectives and symbolic construction”. Con il contributo del Convitto Nazionale Marco Foscarini di Venezia. 

Bibliografia di riferimento

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