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Ottavia

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Nelle intricate trame politiche e sociali dell’antica Roma, le donne sono pedine, facilmente scambiabili e sacrificabili. Il matrimonio con una donna aristocratica rappresenta lo strumento per  raggiungere il potere e ottenere prestigio. Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio, diventa così il mezzo attraverso cui Nerone si avvicina al trono. La sua ascesa poltica, però, lascia una scia di sangue. Una volta eliminati tutti gli avversari politici, Ottavia diventa superflua e un ostacolo ai desideri del nuovo imperatore. 


L’episodio è stato scritto e interpretato dalle studentesse e dagli studenti del Convitto Nazionale Marco Foscarini di Venezia, a cura delle professoressa Francesca Rohr e Alessandra Valentini. 

Autrici e autori: Sofia Bracale, Beatrice Brutesco, Gaia Fiamengo, Emma Girotto, Gabriele Lucchetti, Iris Mendez, Laura Nappa, Laura Trevisan. 

Montaggio e produzione: Thomas Marampon, Elena Missaggia.

Voci: Emma Girotto (narratrice), Giacomo Frizzele (Cassio Dione), Gabriele Lucchetti (Tacito), Laura Nappa (narratrice). 

Ottavia (trascrizione italiano)

Sigla. Benvenuta o benvenuto, questo è MATRONAE, il podcast che restituisce la voce alle donne dell’antica Roma. In questo episodio parleremo di Claudia Ottavia, figlia dell'imperatore Claudio e prima moglie di Nerone.

 

Narratore. Roma, 40 d.C., Principato di Claudio. 

È in questo anno che nacque Claudia Ottavia, figlia dell’imperatore Claudio e di Valeria Messalina. In quanto erede diretta di Claudio, insieme al fratello minore Britannico, Ottavia rappresentava il futuro del principato: è lei che, attraverso un opportuno matrimonio, avrebbe potuto generare una prole che avrebbe garantito la stabilità del governo dei Giulio-Claudi. 

 

L'infanzia dei due fratelli non dovette essere semplice: nel 48 d.C., quando Ottavia aveva solo otto anni, la madre, dipinta dalle fonti antiche come in balia di una sfrenata libido, sposò con nozze adulterine il senatore Caio Silio, nemico politico di Claudio. Questo matrimonio le costerà la vita: condannata a morte per volontà del suo stesso marito. 

 

L’anno dopo Claudio sposò la propria nipote, Agrippina Minore, madre di Nerone. Agrippina non tardò ad organizzare le nozze tra Claudia Ottavia e il proprio figlio, nato dal precedente matrimonio con Lucio Domizio Enobarbo, con il fine di garantirne la successione. Lo storico latino Tacito ricorda le dinamiche sociali dell’epoca e la rete di parentele che si stava così costruendo per mano di Agrippina: 

 

Tacito. «Ottavia viene così promessa a Domizio, che, divenuto, oltre ai precedenti legami di parentela, promesso sposo e genero di Claudio, si trovava essere sullo stesso piano di Britannico, e ciò grazie ai favoritismi della madre e ai maneggi di quanti temevano la vendetta del figlio per le accuse rivolte a Messalina.» (Tacito, Annali, XII 9.)

 

[intermezzo musicale]

 

Narratore. All'epoca, Claudia Ottavia aveva solo 13 anni, il suo futuro sposo ne aveva 16. Il matrimonio costituisce per Agrippina la chiave di volta per estromettere progressivamente dalla successione l'erede legittimo di Claudio, il figlio Britannico, a vantaggio del suo di figlio: Nerone. 

Tacito così ricorda il matrimonio:

 

Tacito. «Per Ottavia, il primo giorno di nozze fu in realtà giorno funebre: condotta in una casa nella quale nulla diceva avere se non lutti.» (Tac. Ann. XIV 63)

 

Narratore. Per procedere alle nozze vi era, tuttavia, un ulteriore ostacolo. Per agevolare la carriera politica del figlio, Agrippina aveva fatto in modo che Nerone fosse adottato da Claudio. Nerone divenne, quindi, sul piano legale, padre a tutti gli effetti del figlio di primo letto di Agrippina: Britannico. In questo modo, però, i due futuri sposi risultavano essere fratelli e le nozze non erano possibili sul piano giuridico. Si dovette escogitare un escamotage. La soluzione è raccontata dallo storico greco Cassio Dione: 

 

Cassio Dione. «Dato che Claudio aveva adottato Nerone e lo aveva fidanzato con la figlia, fece adottare costei da un’altra famiglia perché non apparisse la convivenza tra fratelli.» (Dio LX, 33,2,2)

 

[intermezzo musicale]

 

Narratore. È significativo che della famiglia adottante la tradizione antica non ricordi neppure il nome. 

Il matrimonio fu infelice e segnato dalle numerose infedeltà di Nerone. La vita di Ottavia fu destinata a essere colpita da numerosi lutti: nel 54 d.C. il padre Claudio morì, forse avvelenato dalla stessa moglie Agrippina. Come ricorda Tacito: 

 

Tacito. «Agrippina, da tempo risoluta al delitto e pronta a cogliere l’occasione offerta e non priva di complici, si informò sul tipo di veleno, temendo che il crimine venisse svelato con uno rapido e di effetto immediato; o se ne avesse scelto uno lento e a consunzione graduale, che Claudio, vicino alla morte e scoperto l’inganno, tornasse all’amore per il figlio. Le sembrava opportuno qualcosa di ricercato, che alterasse la mente e procrastinasse la morte.»

(Tacito, Annales, XII, 67)

 

[intermezzo musicale]

 

Narratore. Il 13 ottobre del 54 d.C., Nerone divenne il nuovo principe di Roma, estromettendo dal potere l'erede legittimo di Claudio, Britannico. Quest'ultimo, tuttavia, rimaneva un pericoloso elemento di destabilizzazione per il nuovo imperatore. Essere marito della figlia del defunto principe poteva, infatti, non essere sufficiente per Nerone - che nel 55 d.C. decise di eliminare il proprio avversario politico. Anche questa volta, è Tacito a raccontare la pianificazione dell’omicidio. 

 

Tacito. «Si serve a Britannico una bevanda ancora innocua ma caldissima, che subì l'assaggio di verifica; quando poi Britannico la respinse, perché troppo calda, gli fu versato, in acqua fredda, il veleno, che si diffuse in tutte le membra, al punto da togliergli insieme la parola e la vita. S'agitano i commensali e i meno accorti s'allontanano; ma quelli in grado di capire più a fondo, restano immobili a guardare Nerone. Ed egli se ne stava sdraiato, senza scomporsi, facendo finta di nulla, e diceva trattarsi del solito attacco di epilessia, di cui Britannico soffriva fin da bambino, e che poi, poco alla volta, sarebbero ritornati la vista e i sensi. Ma il terrore e la costernazione di Agrippina, benché si sforzasse di nasconderli, si delinearono così evidenti che la sua estraneità risultò pari a quella di Ottavia, sorella di Britannico.» (Tacito, Annali, XIII, 12)

 

[intermezzo musicale]

 

Narratore. Assicurata quindi la propria posizione politica, Nerone potè stringere una relazione amorosa con Poppea, sposata al senatore Marco Salvio Otone, a sua volta futuro imperatore. La donna divenne una figura chiave nella vita di Nerone, contrastata dalla madre Agrippina, che divenne ben presto l'unico ostacolo al ripudio di Claudia Ottavia, passo necessario per poter sposare Poppea. 

 

Il principe si risolse, quindi, a eliminare tutti coloro che rappresentavano un freno alle sue scelte: progettò e realizzò l'assassinio della madre che venne uccisa su suo ordine nel 59 d.C. Ed estromise progressivamente quelli che erano stati i suoi collaboratori: il suo precettore Seneca e il prefetto del pretorio Afranio Burro. Restava quindi un ultimo ostacolo: la moglie legittima Claudia Ottavia che venne prontamente allontanata da Roma e relegata in Campania sotto sorveglianza militare. Ciò provocò una sollevazione popolare. L’intera vicenda è raccontata da Tacito: 

 

Tacito. «Tale misura sollevò proteste insistenti ed esplicite tra il popolo, che è meno prudente e corre, per la modestia della sua condizione, rischi minori. A queste voci di protesta, Nerone, come se si fosse pentito del gesto, aveva richiamato la moglie Ottavia. Salirono subito festanti in Campidoglio a ringraziare finalmente gli dèi. Rovesciano le statue di Poppea; portano sulle spalle le immagini di Ottavia, le coprono di fiori e le depongono nel foro e nei templi. Si levano, nello strepito di chi manifesta devozione, perfino lodi al principe. E già una folla urlante riempiva il palazzo, quando uscirono gruppi di soldati con gli staffili e con le armi puntate a scompigliare i turbolenti e a disperderli.» (Tac. Ann. XIV 60-61)

Narratore. Ben conscio del sostegno popolare di cui godeva la moglie in quanto figlia legittima del suo predecessore, Nerone si vide costretto a inventare accuse pretestuose per screditare Claudia Ottavia. Con la complicità di Aniceto, che era stato l'ideatore e l'esecutore dell'assassinio di Agrippina, Nerone accusò la moglie di adulterio:

 

Tacito. «Nel frattempo, Nerone con un editto rende noto che Ottavia aveva sedotto il prefetto nella speranza di trarre la flotta dalla propria parte; dimentico/ di averla poco prima incolpata di sterilità, la accusa di essersi procurata degli aborti perché consapevole delle proprie dissolutezze. Dichiara che tali fatti erano stati da lui accertati. Ordina pertanto che sia confinata nell’isola di Pandataria.» (Tacito, Annali, XIV, 63)

 

Narratore. L'8 giugno del 62 d.C., nell'isola di Ventottene dove era stata relegata, Claudia Ottavia fu raggiunta dalla condanna alla pena capitale:

 

Tacito. «Questa fanciulla di vent'anni, fra centurioni e soldati, già sottratta alla vita dal presagio delle sue sventure, non trovava però ancora pace nella morte. Dopo l'intervallo di qualche giorno, venne l'ordine di ucciderla […]. Stretta in catene, le tagliano le vene in tutti gli arti e, poiché il sangue, bloccato dalla paura, stentava a uscire, viene uccisa nei vapori di un bagno caldissimo. Il tutto coronato da un gesto di crudeltà più atroce, perché Poppea poté vedere la sua testa mozzata e fattale giungere a Roma. » (Tac. Ann. XIV 64)

 

Narratore. Il gesto estremo di crudeltà ordinato da Poppea aveva lo scopo di mostrare ai sostenitori di Claudia Ottavia, presenti nell'Urbe, che la donna era morta e che i loro sforzi per ottenerne il ritorno a Roma sarebbero stati vani. 

La morte di Ottavia rientra nelle sanguinose lotte per la successione che caratterizzarono il principato dei Giulio-Claudi. Costretta a un matrimonio non desiderato e testimone dell'eliminazione violenta dei membri della sua famiglia, Ottavia, nella sua breve vita, fu vittima delle logiche del potere in cui suo malgrado si trovò inserita. Le accuse infondate e le violenze perpetrate su di lei dal marito Nerone suscitarono solo una debole protesta popolare. In questo modo la discendenza legittima del principe Claudio veniva estromessa dalla successione e dalla gestione del potere. Per le sue azioni Nerone non subì mai una vera e propria condanna ma solo una critica per la gestione del suo potere. Le azioni compiute dal principe nei confronti della moglie vennero utilizzate dalle testimonianze antiche per mettere in rilievo il carattere autocratico del suo governo, tracciando un ritratto negativo di Nerone. In questo quadro la voce di Claudia Ottavia scompare e il suo personaggio diviene funzionale alla caratterizzazione di Nerone.

 

Titoli di coda. Podcast prodotto dall'Università Ca' Foscari di Venezia, GIEFFRA e VeDPH, all’interno del progetto PRIN 2022 “Etiamego. Violence against women in ancient Rome: historical perspectives and symbolic construction”. Con il contributo del Convitto Nazionale Marco Foscarini di Venezia. 

Bibliografia di riferimento

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