La statuetta madre

di Cecilia Turani

Siamo nel 184 d.C., in una piccola città romana vicino alla costa del Mediterraneo. 


Un giovane ragazzo di nome Marzio, mentre giocava tra le rovine dell'antica città, trovò una statuetta di argilla che rappresentava una madre con in braccio il figlio. L’opera aveva qualcosa di magico, un'aura di potere e di mistero che attirava l'attenzione del ragazzo. Decise di portarla a casa con sé e iniziò a osservarla attentamente. 

Con il passare dei giorni, notò che sembrava cambiare forma e colore a seconda della luce che la illuminava. Di notte, sotto la luce della luna, pareva brillare di una luce propria, mentre durante il giorno, rifletteva la luce del sole in modo sorprendente. Ma non era solamente il colore che variava a renderla qualcosa di speciale. 

Marzio ebbe l’impressione che aveva anche un effetto magico su di lui e sulle persone che la osservavano. 

Quando i suoi amici la guardavano, sembravano più felici e rilassati, come se fossero stati alleggeriti da qualche peso. 

Intrigato, di conseguenza decise di raccontare la sua scoperta da un anziano saggio della città, che era noto per la sua conoscenza delle cose mistiche e magiche. Il vecchio studiò l’oggetto con attenzione per alcuni minuti, poi disse: "Questa statua è stata creata con una magia antica e potente, che le conferisce un potere speciale. Chiunque la osserva con attenzione e rispetto, può sentire la forza dell'amore materno che si manifesta attraverso la figura della madre che tiene il figlio tra le braccia". 

Il fanciullo capì allora il suo valore che si faceva sentire molto su di lui a causa del fatto che non aveva perso la mamma da molto tempo, perciò decise di custodirla con cura, in modo che potesse continuare a diffondere la sua magia e il suo messaggio di amore e di protezione. 

Da quel giorno in poi, la statuetta divenne una sorta di talismano per Marzio e i suoi amici, che la portavano con sé ovunque andassero, sapendo che il suo potere magico avrebbe custodito e ispirato loro in ogni momento. 


In realtà, questa scultura aveva ben poco di magico e Marzio lo capì qualche mese più tardi. Era un giorno molto caldo, probabilmente estate, quando il ragazzo, tornato dalla raccolta insieme al padre, si accorse delle urla provenienti dalla  villa della famiglia Dorotheus, una delle più ricche della città. Da lontano si vedeva il fumo fuoriuscire dalle finestre e dalle porte dell’abitazione, così corse verso casa sua per assicurarsi che non fosse accaduto nulla di grave. L’incendio però si stava propagando sempre più velocemente, quindi Marzio si affrettò a raccogliere i suoi oggetti più importanti per fuggire e salvarsi. Marzio era alquanto tranquillo, quella situazione non lo spaventava più di tanto. Sapeva che a proteggerlo c’era la statuina; purtroppo si rese conto troppo tardi di averla persa e non gli restava più tempo per cercarla, perciò scappò. Durante la fuga, il giovane si mise a piangere credendo che senza la magia  del talismano sarebbe morto, ma il padre lo tranquillizzò aprendogli gli occhi sul fatto che non fosse l’incantesimo che lo aiutava in ogni guaio, ma l’idea di ciò che Marzio si era fatto riguardo la statuina; perciò, l’unica cosa che lo aiutava era la consapevolezza di essere protetto, mentre in quel momento restava solo il padre a prendersi cura di lui: quindi Marzio capì che non esiste alcuna stregoneria, ma solo l’amore e il rispetto delle persone che ti vogliono bene.