San Giovanni e Paolo (CE) 9-4-10
Il venerdì è sempre stato un giorno di fine settimana utile per uscire perciò spesso lo utilizzavo per incontrare gli amici del Cai di Piedimonte Matese, lungo la strada il più delle volte mi fermavo per raccogliere con me il mio carissimo amico Antonio Sangiovanni abitante dell’omonima frazione di Caiazzo. Venerdì 9 Aprile così fu, però, viste le ormai belle e lunghe giornate, mi anticipai di un paio d’ore; al mio seguito un mio amico, Pasquale Foglia, la fidanzata Raffaella e la sorellina Margherita.
Arriviamo alla masseria Sangiovanni verso le 18, lì fuori c’è già Antonio pronto come sempre ad accoglierci cordialmente insieme ai suoi bei cagnoni; dopo le presentazioni e due chiacchiere decidiamo di immergerci subito nella stupenda natura che ci avvolge, Pasquale a tal riguardo gli sembra ricordare la Toscana ed in fin dei conti non ha tanto torto: un verdeggiante scorcio fatto di alternarsi di campi, uliveti, qualche casetta, dolci pendii e sinuose vallate si presentano avanti ai nostri occhi. Scendiamo tutti insieme appena al di sotto della casa di Antonio, qui una prima bella sorpresa ci accoglie: un bell’asinello di nome Fulmine; l’ho attorniamo e gli accarezziamo sia il muso sia le orecchie, Antonio addirittura con un gran balzo gli sale a cavallo, poi dopo lo sostituiamo sia io sia Pasquale, Margherita sembra molto contenta. Proseguiamo quindi la discesa entrando nell’uliveto e sostando ora presso le casette delle api, Antonio ci spiega un po’ il suo lavoro periodico che svolge per produrre il suo ottimo miele, io mi tengo invece un po’ lontano per paura delle possibili punture.
Ripresa la marcia raggiungiamo il fondo del vallone dopo esser stati sorpassati a gran velocità dai due figli di Antonio a bordo delle loro bizzarre motociclette da fuoristrada, qui saltiamo il quasi asciutto ruscello ed ora risaliamo per il ripido costone opposto fittamente imboscato; il tempo di osservare un’entrata di una tana di tasso, un’orchidea spontanea, dei sporadici pini marittimi, qualche asparago sfuggito all’occhio di lince di Antonio e siamo su una dolce altura sempre nel bosco di carpini ed ornelli.
Sostiamo nuovamente presso una baracca in legno abbastanza in rovina usata dai figli di Antonio come campo estivo, dove riceviamo qualche pillola sulla festa dei Cornuti nella vicina Ruviano, al riguardo Pasquale se la ride. Dalla capanna prendiamo la via del ritorno passando più a monte rispetto all’andata; passando sotto degli insidiosi rovi usciamo dal bosco, ammiriamo qualche fioritura di pero ed ancora Antonio ci impartisce delle nuove lezioni riguardanti la botanica: nomi di piante, metodi di coltivazioni ed altro ancora: un vero è proprio patrimonio da tramandare, Pasquale lo ascolta con molta curiosità essendo un forestale. Guadato un mare di fiori giallastri di broccoli risaliamo l’uliveto attraversato all’andata e facciamo ritorno alla masseria proprio quando il sole già scompare dietro la collina.
Adesso Antonio è molto gentile nel farci assaggiare qualche suo delizioso e genuino prodotto di sua produzione, che ci prendono assolutamente per la gola. E’ così che in un batter d’occhio l’olio, la salsiccia, il pane, il formaggio e l’immancabile vino vengono letteralmente divorati da noi cinque, ovviamente i complimenti non mancano. Dopo una seconda razione di vino, qualche generico discorso per allungare la serata e l’immancabile finocchietto sciogliamo l’incontro poiché Pasquale è di partenza per il suo lontano posto di lavoro mentre io e Sangiovanni proseguiamo la nostra lunga giornata verso Piedimonte Matese, tutti contenti di poter comunque ammirare un pezzo di Toscana vicino casa.
Alessandro Santulli