Casa del fascio

L’edificio di quella che fu la Casa del Fascio a San Donà di Piave è ubicato nell’attuale Piazza Indipendenza, in pieno centro storico. Realizzato a partire dal 1932 e inaugurato nel 1936, sarà il centro del comando fascista e ufficio del Commissario del Fascio a San Donà di Piave; con la fine del conflitto bellico diventerà il palazzo della Pretura. Il 10 gennaio 1944 venne fatta esplodere, di fronte all’edificio, una bomba a orologeria: a causa di un calcolo errato del tempo, il Commissario del Fascio, che era l’obiettivo dei partigiani, uscì illeso. Venceslao Nardean, che aveva posizionato l’ordigno, venne arrestato poco dopo l’attentato, e oltre a lui vennero arrestate altre trenta persone circa, soprattutto familiari e amici degli appartenenti ai gruppi di Resistenza nel sandonatese. Undici partigiani accusati dell’azione furono portati nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore. Dopo gli arresti, i partigiani sandonatesi diffusero un volantino, consultabile qui, con il quale si imputava ai fascisti stessi la responsabilità dell’esplosione: era forse un modo per non far perdere alle forze partigiane l’appoggio della popolazione civile. In seguito all’attentato partigiano del 26 luglio 1944 contro la sede della Guardia nazionale repubblicana di Venezia a Ca’ Giustinian, il 28 luglio gli undici vennero fucilati insieme ad altri esponenti della Resistenza, entrando così a far parte dei Tredici Martiri (vedi pagina dedicata ai 13 martiri).