Sport

Vittoria Rossoblu ai playout, i Lupi del Cosenza ancora in B 

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Maggio 2023

Nonostante un avvio di stagione molto positivo con sette punti conquistati nelle prime quattro partite, il Cosenza inizia a perdere posizioni su posizioni in classifica, giornata dopo giornata, fino ad arrivare nella zona rossa dei playout con l’inevitabile esonero di Mister Dionigi in favore di William Viali alla prima stagione in cadetteria. Con il tecnico milanese, almeno nelle prime partite, la situazione non è migliorata per come si sperava, considerata una sola vittoria contro il Palermo nelle prime dieci partite. 

Successivamente con una vittoria contro il Parma e altre brutte figure rimediate in trasferta particolarmente contro Bari e Como, la squadra del Presidente Guarascio, ultima in classifica a fine febbraio, sembrava ormai spacciata ma una vittoria al cardiopalma ottenuta nella partita casalinga contro la Reggina permette al Cosenza di rimettersi in corsa verso la salvezza tanto da vincere tre delle seguenti quattro partite. 

Si inizia addirittura ad ipotizzare una salvezza diretta ma i lupi non vanno oltre cinque pareggi e due sconfitte (tra cui una pesantissima a Brescia) e per salvarsi devono disputare gli spareggi contro il minaccioso Brescia di Mister Gastaldello. L’andata, giocata al San-Vito Gigi Marulla, davanti a quindicimila spettatori, vede il Cosenza battere, con fatica, le rondinelle grazie ad un gol di Marco Nasti (miglior marcatore stagionale dei Lupi) mentre il ritorno, al Rigamonti di Brescia, è inizialmente una partita bloccata, ma a sbloccarla ci pensa Dimitri Bisoli che, a venti minuti dalla fine, porta, in virtù delle due gare, il punteggio in parità con il match che, minuto dopo minuto, va sempre più in direzione dei supplementari. Al minuto 94:34 ci pensa però l’incornata di Andrea Meroni, su assist delizioso di Brescianini, a ripotare il Cosenza in vantaggio e a far esplodere i 1000 tifosi venuti da Cosenza e provincia. 

Nonostante i quarantacinque secondi dalla fine, dalla curva del Brescia iniziano ad arrivare vari petardi sul terreno di gioco e l’arbitro Massa è costretto ad interrompere il gioco, invitando i giocatori a rientrare negli spogliatoi considerata la situazione di pericolo. Dopo quindici minuti di confusione, con le forze dell’ordine che devono entrare in campo, viene fischiata la fine che dà inizio alla festa cosentina. Il Cosenza per il sesto anno consecutivo si impegnerà nuovamente nel campionato di Serie B dove potrà affrontare non solo il Derby contro la Reggina ma anche, a distanza di cinque anni, gli acerrimi nemici del Catanzaro.

Chris Bumstead

di Francesco Giovanni Rotiroti e Francesco Varano, 3ALS

Maggio 2023

Christopher Adam Bumstead, anche conosciuto con lo pseudonimo di CBum, è un culturista canadese che ha partecipato al primo Mr. Olympia nel 2017 nella categoria Classic Physique. Il Mr. Olympia è la più grande competizione mondiale di culturismo, che a partire dal 1965 si tiene ogni anno. Christopher nasce il 2 febbraio 1995 in una cittadina canadese. Già da piccolo si appassiona al mondo dello sport, praticando calcio, hockey su ghiaccio, pallacanestro e baseball. Solo all’età di 14 anni scopre il culturismo, a cui si appassiona velocemente. Esordisce sul palco come professionista nel 2016, all’età di 21 anni, e attualmente è vincitore del Mr. Olympia per quattro volte consecutive, precedute da due medaglie d’argento. Per raggiungere tale condizione fisica Chris deve seguire un’alimentazione molto rigida, con la presenza di vari integratori per l’aumento della massa muscolare. Dal 15 al 18 dicembre 2022 si è svolta la 57esima edizione del Mr. Olympia, dove Chris Bumstead è riuscito a raggiungere per la quarta volta consecutiva il gradino più alto del podio.

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Seguire una sana alimentazione serve a combattere: 


Un ottimo allenamento porta molti benefici: 

Julia Ituma

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Aprile 2023

Julia Ituma è stata sicuramente una giovane promessa del volley italiano e mondiale. 

Nasce a Milano, l’8 ottobre 2004, da genitori nigeriani. Dopo essersi cimentata in diversi sport nei suoi primi anni di vita, si innamora della pallavolo, conseguendo ottimi risultati anche grazie alla sua altezza significativa (192 cm). Un talento mai visto si diceva: a soli 18 anni aveva già gareggiato per tre stagioni in serie A2 ed è riuscita a farsi notare anche in A1 dove conquista un contratto e la maglia della Igor Volley Novara, un periodo di vittorie e successi incredibili. Nel 2019 fa parte della Nazionale italiana di Under 16 dove vince la medaglia d’argento. “Di ragazzine ne ho viste tante, ma lei ha qualcosa in più delle altre. La prima volta che è arrivata al Centro Pavesi, ha fatto dati impressionanti. Nel giro di un anno e mezzo è diventata una delle giocatrici più importanti in questa categoria”, aveva detto alla Gazzetta dello sport Pasquale D’Aniello tecnico azzurro con cui vince l’argento. Nel 2020 si qualifica al quarto posto europeo con la nazionale di Under 17, mentre l’anno successivo ottiene la medaglia d’oro sia ai Campionati mondiali di Under 18 sia a quelli di Under 20; infine nel 2022 trionfa al Festival olimpico della gioventù europeo e al campionato europeo, dove viene premiata come MVP. Nell’aprile del 2023 si trova ad Istanbul per giocare la Champions League con la sua squadra. È proprio qui che all’alba del 13 aprile Julia perde la vita, precipitando dal balcone dell’hotel in cui lei e la sua squadra alloggiava. Ad oggi le indagini non escludono l’ipotesi di suicidio. La giovane aveva tutte le carte in regola per poter diventare una stella del volley. 

Marco Mencarelli, dirigente tecnico del Club Italia: “Aveva i numeri per fare un percorso di eccellenza. Vedevo in lei le stesse qualità che avevo visto in Paola Egonu. Morire a 18 anni una cosa contro natura”.

Gianmarco Tamberi

di Francesco Giovanni Rotiroti e Francesco Varano, 3ALS

Marzo-Aprile 2023

Il campione olimpico Gianmarco Tamberi è un altista italiano, che ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi di Tokyo nella sua specialità, l’atletica leggera. Nato il 1° giugno 1992 Gianmarco nutre fin da piccolo un interesse per l’atletica leggera, dopo la pallacanestro. La sua famiglia è interamente appassionata di sport: il fratello Gianluca è un campione di lancio del giavellotto, mentre il padre Marco è un ex altista. 

Gianmarco, detto anche Gimbo, entra nel professionismo nel 2011 per poi vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2021, saltando per 2,37 m a pari merito con l’altista Mutaz Essa Barshim. Come tanti atleti professionisti, anche Gimbo ha un rito scaramantico. Nel 2011 il padre gli consigliò di radersi la barba per metà, solo su una guancia. Dopo aver accolto questo suggerimento, Gimbo riuscirà a saltare per 2, 24 m, migliorando il record personale di undici centimetri. Da quel giorno Gimbo si fa chiamare Half-Shave (mezza barba), proprio per via della sua barba rasata solo su una guancia.

Dopo 19 anni il Catanzaro torna in Serie B

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Marzo 2023

È il 19 marzo 2023 e, quando intorno alle 16:15 allo stadio Arechi di Salerno l’arbitro fischia la fine della partita vinta 2-0 dal Catanzaro contro la Gelbison, inizia la festa del popolo giallorosso perché 19 anni dopo “E’ di nuovo SERIE B”. Una grandissima soddisfazione per i tifosi calabresi che, partiti in più di diecimila dalla propria terra, hanno assistito all’ennesima splendida partita giocata durante questa stagione dalla loro squadra. 

È stato infatti un campionato stratosferico quello affrontato dalla squadra di Vincenzo Vivarini che sin dalla prima giornata, vincendo allo stadio Ceravolo 5-0 contro il Picerno, ha dimostrato di potersela giocare per davvero a differenza delle passate annate caratterizzate da varie delusioni. Bisogna riconoscere grande merito al Presidente Floriano Noto che, dopo vari investimenti e acquisti (Fulignati, Sounas, Situm, Vandeputte e Iemmello su tutti), è riuscito finalmente a portare la sua squadra fuori dall’inferno della Serie C e ad una sola categoria di distanza dalla massima serie con l’ambizione, come da lui stesso affermato, di volerla raggiungere molto presto. 

Il Catanzaro, che aveva già chiuso virtualmente il campionato quando, a fine gennaio, aveva un margine di vantaggio sul Crotone di ben dieci punti, ha stabilito il record di punti in un campionato di Serie C visto che nessuno aveva mai raggiunto 96 punti in classifica (infatti il precedente record apparteneva alla Ternana e al Sudtirol con 90 punti). I giallorossi, primi in classifica del girone C, dovranno adesso affrontare la Supercoppa Serie C contro la Feralpisalò, vincitrice del girone A, e la Reggiana, vincitrice del girone B, e a detta di molti si tratta di una bella occasione per confrontarsi con due grandi squadre che il Catanzaro ritroverà nella prossima stagione nella serie cadetta. 

Il Catanzaro affronterà, da neopromossa, il prossimo campionato di Serie B, tuttavia non vuole porsi dei limiti e per questo motivo iniziano già da adesso a girare i primi nomi di calciomercato tra cui il centrale Quaranta, Marrone e Botteghin, il terzino mancino Di Chiara e il trequartista Compagnon dalla Juventus. La società capitanata dal Presidente Noto vorrà rendere felici non solo i tifosi giallorossi ma quelli di tutta la Calabria perché in una terra, spesso criticata e pregiudicata, come la nostra lo sport può rappresentare una grande via d’uscita.

Federica Pellegrini

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Febbraio 2023

Federica Pellegrini nasce il 5 agosto 1988 a Mirano, trascorre la sua giovinezza a Spinea insieme al fratello Alessandro, il padre Roberto e la madre Cinzia. È proprio quest’ultima, da sempre appassionata di nuoto, ad indirizzare Federica verso lo sport; in seguito ai corsi di acquaticità per neonati, infatti, nel 1995 iscrive la figlia alle prime lezioni di piscina. A soli 6 anni Federica inizia a gareggiare e nel 2002 ottiene i primi riconoscimenti, partecipa ai campionati italiani assoluti e sale sul podio vincendo il bronzo. Nel 2003 la troviamo ai mondiali a Barcellona e l’anno successivo riceve il titolo di migliore stileliberista italiana, vincendo 15 titoli tra gare individuali e staffette. Ottenuta la convocazione alle olimpiadi di Atene, nella capitale greca nuota i 200 metri arrivando in semifinale, qui fa il suo miglior tempo e accede in finale dove, purtroppo, non riesce a superare  la romena Camelia Potec piazzandosi seconda. Al termine delle olimpiadi consegue il titolo di Cavaliere ufficiale per iniziativa del Presidente della Repubblica italiana. Federica continuava ad avere successo anno dopo anno, partecipando nuovamente ai mondiali di nuoto del 2005 a Montreal e ottenendo l’argento. L’anno seguente deve, però, ritirarsi dagli europei di Budapest per un problema alla spalla e, intanto, l’allenatore che la segue da sempre Massimiliano Di Mito viene sostituito da Alberto Castagnetti. Dopo essersi ripresa, la giovane nuotatrice sembra proprio la favorita all’oro nell’olimpiade di Pechino e sarà proprio così. Federica vince le batterie dei 200 metri, conseguendo un nuovo record mondiale e regalando all’Italia il primo oro femminile olimpico del nuoto. La giovane nuotatrice non può mancare ai mondiali di casa.  Ai campionati del mondo del 2009 svoltisi a Roma, infatti, si iscrive a tutte le distanze dello stile libero, dai 100m agli 800m ed è proprio qui che Federica si supera, portando a casa due medaglie d'oro e tre record del mondo battuti e verrà nominata dalla FINA (Federazione internazionale di nuoto) “atleta dei campionati”, insieme all’americano Michael Phelps. Nello stesso anno viene però a mancare il coach Alberto e per questo non si presenta al meglio agli europei in vasca corta, tuttavia l’anno dopo riuscirà a riconfermare l’oro continentale nei 200m stile libero dedicando la vittoria al tecnico defunto. Nel 2010 con l’arrivo di Stefano Morini, suo nuovo allenatore, non ci sarà un rapporto sereno e ciò porterà Federica a scegliere il francese Philippe Lucas come nuovo tecnico. I risultati si vedranno ben presto nei primaverili di Riccione in cui Federica conquista il titolo in tutte le prove e stabilisce un nuovo primato italiano. L’appuntamento più importante si svolge a luglio: il mondiale di Shangai. Anche qui Federica fa parlare di sé per i risultati sportivi conseguiti, ma anche a livello sentimentale, rendendo pubblica la fine della storia con Luca Marin e la nascita della relazione con il suo compagno di nazionale Filippo Magnini. Successivamente agli ori di Shangai Federica non rinnova il rapporto con Lucas e nel giro di pochi mesi cambia tre tecnici diversi, scelte che influiranno sull’andamento delle Olimpiadi di Londra del 2012, alle quali Federica non riceve alcuna medaglia, decidendo subito dopo di riprendere gli allenamenti con Lucas. La preparazione di quest’ultimo sarà sicuramente più proficua, tanto da far aggiudicare alla ragazza l’argento ai Mondiali di Barcellona e «il riscatto dopo la delusione di Londra». Gli ultimi anni della carriera di Federica Pellegrini sono pieni di successi e di medaglie. Partecipa alla sua quarta Olimpiade (Rio 2016), che non le darà i frutti sperati, facendole considerare un ritiro dalle attività agonistiche, idea che sarà eliminata dalla determinazione di voler partecipare ai giochi di Tokyo 2020. L’obiettivo della sua quinta olimpiade sarà raggiunto, vince i 200m stile libero in 1'56"69. Al termine della gara scoppia in lacrime consapevole che sarebbe stata la sua ultima olimpiade. Il ritiro ufficiale dal nuoto di Federica avviene il 30 novembre 2021 ai Campionati italiani invernali, evento in cui vince anche la sua ultima medaglia d'oro nei suoi amati 200m stile libero.

Gino Bartali

di Francesco Giovanni Rotiroti e Francesco Varano, 3ALS

Gennaio-Febbraio 2023

Gino Bartali è stato uno dei più grandi ciclisti italiani della storia, noto non solo per i suoi successi sportivi, ma anche per il suo impegno durante la Seconda Guerra Mondiale nel salvataggio di molti ebrei italiani dalla deportazione verso i campi di concentramento nazisti. Bartali nasce a Ponte a Ema, vicino Firenze, nel 1914, e cresce in una famiglia modesta. Fin da giovane dimostra un grande interesse per il ciclismo e inizia a correre per la squadra del suo paese natale. Nel 1936 vince il suo primo Giro d'Italia, diventando uno dei più giovani campioni di sempre della corsa rosa. Negli anni successivi trionfa altre due volte nel Giro d'Italia (1936-1937) e due volte nel Tour de France (1938 e 1948). Durante la Seconda Guerra Mondiale Bartali utilizza la sua posizione di ciclista famoso per aiutare la Resistenza Italiana, in particolare si offre di trasportare documenti e foto tessere nascosti nei tubi del telaio della bicicletta affinché una stamperia segreta potesse falsificare i documenti necessari alla fuga degli ebrei rifugiati. Questo lavoro di resistenza richiese coraggio e determinazione, in quanto Bartali rischiava la propria vita ogni volta. Dopo la guerra Gino continua a correre vincendo altri due Giri d'Italia nel 1946 e nel 1948, diventando un'icona dello sport italiano. Nel 1950 si ritira dalle competizioni, ma continua ad essere coinvolto nel mondo del ciclismo come allenatore e mentore di giovani ciclisti. Muore nel 2000, all'età di 85 anni. Il campione scomparso è stato ricordato nel 2005 per il suo impegno volto alla salvezza degli ebrei perseguitati con una medaglia d'oro al valore civile consegnata alla moglie Adriana dal Presidente della Repubblica Ciampi ed inoltre nel 2013 è stato dichiarato Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'Olocausto.

Pablo Lima

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Gennaio 2023

Nato a Porto Alegre l’11 ottobre 1986, il brasiliano Pablo Lima, noto con il soprannome “EL Canon de Porto Alegre” è uno dei più grandi maestri del Padel. 

Pablo inizia a dedicarsi al Padel all’età di nove anni diventando professionista nel 2004, ma nell’anno 2008, formando coppia con il connazionale Jardin, inizia a ottenere grandi risultati diventando la rivelazione della stagione. Ma i migliori risultati di Lima vengono dal 2009, dall’unione con l’argentino Juani Mieres con il quale inizia il braccio di ferro tra i due aspiranti al trono e i re della storia di questo sport, Belasteguin-Diaz. Dopo tanti anni da numero due al mondo, nel 2015 crea una nuova coppia con Fernando Belasteguin con il quale per tre anni consecutivi (2015/2017) domina il palcoscenico mondiale e sale al primo posto del ranking WPT.

Nei due anni successivi, a causa di due infortuni del suo compagno, si posiziona al terzo posto del ranking mondiale nel 2018, al sesto posto nel 2019 ma ottiene diverse soddisfazioni come il Master Final 2019 a Barcellona in coppia con lo spagnolo Ale Galan e l’ottavo posto nel ranking race 2020.

Il suo compañero nel WPT 2020 è Paquito Navarro con il quale vince il Master di Marbella a marzo dello scorso anno.

Nel 2020 vince il campionato di serie A con il Padel Team del Circolo Canottieri Aniene con cui difenderà il titolo anche nel 2021. 

Recentemente intervistato da Carlo Ferrara e Marco Oddino, per conto del Corriere della Sera, riferisce le vicende della sua vita tra cui il soprannome, l’infanzia ma anche quanto riportato riguardo alle sue caratteristiche tecniche : “Non ho un colpo specifico stellare, ma se dovessi scegliere quelli migliori per ordine sono il globo (pallonetto), la volée di dritto e il rovescio da fondo campo.”

Nell’ultimo World Padel Tour 2020 Pablo vince un solo torneo ma raggiunge per due volte la finale, per quattro volte riesce ad entrare in semifinale e per due volte ai quarti di finale.

Il giocatore brasiliano ha vinto in carriera 47 tornei del World Padel Tour disputando 430 partite nel WPT vincendone 367 (85% di vittorie) ed è il secondo in classifica, come percentuale di vittorie, dopo Belasteguin  (90%) con il quale in coppia è riuscito a vincere 53 partite consecutive.

Argentina Campione del mondo

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Dicembre 2022

I mondiali di calcio 2022 si sono svolti dal 20 novembre al 18 dicembre 2022 in Qatar. È stato il primo campionato del mondo tenutosi in Oriente e anche l’ultimo a cui hanno partecipato 32 nazionali, poiché dal 2026 la gara verrà estesa a 48 partecipanti.  Un’altra novità, rispetto ai campionati precedenti, è data dallo svolgersi della competizione in mesi invernali, si era soliti infatti procedere ai mondiali in mesi estivi come giugno e luglio, caratterizzati da un clima maggiormente caldo, ma, poiché il territorio del Qatar è soggetto a temperature altissime in quei mesi, l’organizzazione ha deciso di prendere questa scelta. In una prima fase le 32 squadre sono state suddivise in otto gruppi da quattro squadre ciascuno e al termine di essa si passa alla fase successiva, quella di eliminazione diretta, solo le prime due classificate di ciascun girone giungeranno quindi agli ottavi di finale, seguiti dai quarti, semifinale e finale. Quest’ultima si è disputata il 18 dicembre allo stadio Iconico di Lusail, nel centro urbano di Doha, tra Francia e Argentina. Molti tra gli osservatori la considerano come la migliore finale di tutti i tempi tra due eccellenze calcistiche. Una gara molto equilibrata che si sblocca al 23’ con un rigore a favore dell’Argentina, calciato e messo a punto dal capitano Lionel Messi. L’entusiasmo e la grinta della squadra sudamericana non si ferma e al 36’ Di Maria batte il portiere francese Hugo Lloris. La Francia si trova visibilmente in difficoltà e ciò porta l’allenatore Deschamps ad effettuare due sostituzioni a pochi minuti dalla conclusione del primo tempo: entrano in campo i due attaccanti Randal Kolo Muani e Marcus Thuram. Durante il secondo tempo l’Argentina abbassa notevolmente le difese, riuscendo a mantenere il doppio vantaggio fino all’80’, minuto in cui Kolo Muani subisce un fallo in area e, concesso il rigore, Mbappé realizza il 2-1. Appena due minuti dopo, sempre il giovane ventitreenne pareggia i conti portando il parziale sul 2-2 con una grande conclusione al volo e conducendo la sfida ai supplementari. Il primo supplementare non trascina nessuna delle due squadre al vantaggio, diversamente nel secondo il capitano argentino colpisce ancora, portando la propria squadra avanti. La partita a questo punto sembra quasi giunta al termine, ma a tre minuti dalla fine un tocco di mano del terzino Montiel rimette tutto in discussione con l’arbitro Marciniak che concede un penalty ai “galletti” e Mbappé realizza la sua tripletta divenendo il secondo giocatore nella storia a segnare tre goal in una finale, dopo Geoff Hurst, e portando il match ai calci di rigore. È sempre lui, il capocannoniere Mbappé, a tirare e segnare il primo rigore, successivamente il suo compagno di squadra Kingsley Coman viene neutralizzato dal portiere argentino. Anche il rigore di Aurelien Tchouaméni non trova la porta, mentre quello di Kolo Muani va a segno. I quattro argentini, Messi, Dybala, Paredes e Montiel sembrano invece più convinti e segnano senza esitazione, così la squadra albiceleste si aggiudica la terza coppa del mondo, a 36 anni dall’ultima.

Niki Lauda

di Francesco Giovanni Rotiroti e Francesco Varano, 3ALS

Novembre-Dicembre 2022

L’austriaco Andreas Nikolaus Lauda è stato un pilota automobilistico tre volte campione del mondo di Formula 1 (due volte con la Ferrari e una volta con la McLaren). Viene considerato uno dei più grandi piloti di tutti i tempi. Soprannominato “Il computer” per via della sua freddezza al volante, ha disputato 171 Gran Premi, vincendone venticinque e guadagnandosi il primo posto per ventiquattro volte sulla griglia di partenza. Nel 1976, sulla monoposto della McLaren, viene coinvolto in un grave incidente che gli provoca ustioni molto gravi al viso e da quel giorno indossa sempre un cappellino rosso. 

Niki si interessa di automobilismo fin dalla tenera età, contro il volere dei genitori, e all’età di 19 anni abbandona gli studi. Con i soldi presi in prestito dalla banca acquista la sua prima monoposto e inizia la sua carriera correndo prima in Formula Vee e dopo in Formula 3. Dopo svariati ritiri, all’età di 36 anni decide di lasciare definitivamente le competizioni attive per via di una brutta stagione vinta dal compagno Alain Prost e diventa imprenditore nel campo dell’aviazione e dirigente sportivo. Nel 2019 viene a mancare il tre volte campione del mondo, l’uomo che ha avuto il coraggio di criticare la Ferrari davanti agli occhi di Enzo Ferrari.

A Cosenza arriva William Viali, Scelta pensata o ennesima scommessa?

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Novembre 2022

Sono le ore 14:00 circa quando, lo scorso primo novembre, il Cosenza Calcio pubblica sul proprio sito il comunicato che sancisce l’esonero del tecnico Davide Dionigi. Il 48enne, nato a Modena nel mese di giugno, era stato ingaggiato dall’attuale proprietà per ottenere una salvezza più tranquilla ed evitare quelle sofferenze che avevano condizionato le annate precedenti ma, dopo aver collezionato 6 punti nelle prime due giornate, le premesse per fare bene c’erano tutte. Col passare del tempo e delle partite questo rendimento è venuto però a mancare sempre più e dopo quattro sconfitte consecutive (tra cui un 3-0 a Reggio Calabria e un 5-0 a Ferrara) la scelta di cambiare guida tecnica, per la società bruzia, è diventata improrogabile. Trovare un nuovo condottiero non è stato affatto facile e dopo aver ricevuto vari rifiuti (tra cui quelli di Stellone, Aglietti e Di Biagio su tutti) la scelta del Patron Guarascio e del DS Gemmi ricade, considerate le scarse pretese economiche, su William Viali, reduce dalla positiva esperienza a Cesena, che si appresta a vivere la sua prima esperienza su una panchina di Serie B. I tifosi del Cosenza sono abituati, ormai da tanti anni, a questo genere di situazioni dovute a  una programmazione inadeguata nel periodo estivo e che, puntualmente, viene pagata a stagione in corso e più precisamente nel periodo compreso tra novembre e dicembre quando, visti gli scarsi risultati ottenuti fino a quel momento, l’obiettivo stagionale diventa quello di sperare in una salvezza miracolosa e insperata, chiedendo anche una mano alla dea Fortuna che, a dire il vero, raramente ha voltato le spalle ai lupi. Riuscirà Viali a condurre il Cosenza alla salvezza? La scelta di affidare la panchina ad un esordiente per la categoria è pensata o è l’ennesima scommessa? A queste domande potranno rispondere solo il campo e i risultati ma ,nella speranza di vedere un Cosenza vincente nelle prossime partite, ci tengo ad augurare al nuovo mister un buon lavoro.

Primo Carnera

di Francesco Giovanni Rotiroti e Francesco Varano, 3ALS

Ottobre 2022

Nella storia della boxe mondiale, il friulano Primo Carnera è uno dei professionisti più caratteristici che abbia mai calcato il ring. Primo nasce a Sequals nell’ottobre del 1906 con l'assurdo peso di 8 chili. La sua famiglia, estremamente povera, sopravvive grazie allo scarso stipendio da artigiano del padre. Con lo scoppio della Grande Guerra il capofamiglia deve partire e Primo con i suoi due fratelli inizia a chiedere l’elemosina per le strade più popolate della regione, non riuscendo comunque ad ottenere una vita agiata. Il giovane Carnera, non ancora ventenne con un’altezza di 197 centimetri e un peso superiore al quintale, emigra in Francia per intraprendere l’attività di carpentiere. Dal carattere ingenuo e bonaccione, accetta di lavorare per il circo locale, che gli garantisce uno stipendio nettamente più corposo di quelli a cui è abituato. Presentato alla folla come un fenomeno da baraccone, il ragazzo non dà peso ai pregiudizi comuni dettati dalla propria imponente stazza. Con la mansione principale di sfidare i più temerari spettatori tra il pubblico, i tre anni passati nell’ambiente del circo si riveleranno per Primo fondamentali. In un pomeriggio di primavera avviene la svolta: nel bel mezzo dello spettacolo, un coraggioso uomo tra la platea si dice convinto di poter mettere al tappeto “Il gigante“. Lo spettatore, appena inizia lo scontro, sferra con eccessiva cattiveria un brutale pugno allo stomaco di Carnera. L’italiano, non aspettandosi una così gratuita prepotenza nei suoi confronti, reagisce d’istinto afferrando il collo dell’uomo ed innalzandolo da terra con ammirevole facilità. Quattro amici del bullo - svenuto intanto per lo spavento - decidono di vendicarlo e circondano minacciosi Primo, che li mette al tappeto uno per uno nel giro di pochi minuti, senza scomporsi minimamente. Il friulano diventa così una piccola celebrità del posto, accrescendo la propria popolarità. Il 12 settembre 1928 Carnera combatte nel suo primo match da professionista contro Leon Sebilo a Parigi, vincendo per KO al secondo round. Vincerà i suoi primi sei match, per poi perdere contro Franz Diener per squalifica al primo round a Leipzig. In seguito collezionerà sette vittorie di fila prima di incontrare Young Stribling in due match consecutivi: il primo se lo aggiudicherà Carnera, sconfiggendo l’avversario in soli quattro round, il secondo Stribling che vincerà il rematch stoppando Carnera al settimo round. In seguito Carnera avrà la sua rivincita contro Diener, questa volta mandandolo KO al sesto round. Primo Carnera è apparso in almeno dieci film italiani tra il 1939 e il 1943 e in diversi altri negli anni ’50. Il suo ultimo ruolo sullo schermo è stato quello del gigante Antaeus al fianco di Steve Reeves in “Hercules Unchained” (girato in Italia nel 1959 con il titolo di “Ercole e la regina di Lidia”).

Campionato mondiale maschile pallavolo

di Gaia De Simone e Gianpaolo OLiverio, 5ALS

Ottobre 2022

Il ventesimo campionato mondiale di pallavolo maschile si è svolto dal 26 agosto all’11 settembre 2022 e si è disputato tra la Polonia e la Slovenia, anche se originariamente previsto in Russia ma la decisione è stata revocata in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Ventiquattro sono state le squadre partecipanti al torneo suddivise in sei gruppi e tre sono state le città ospitanti: l’Arena Stozice di Lubiana che ha ospitato quattro pool, l’Arena Spodek a Katowice che ha accolto otto squadre delle pool A e C e stessa arena in cui si erano disputati i campionati mondiali del 2014, e infine la Gliwice Arena in Polonia. Durante la prima fase del torneo ogni nazionale doveva disputare tre partite, soltanto le prime due classificate di ogni girone e le migliori quattro terze sarebbero passate alle fasi successive, quindi ottavi, poi quarti e infine semifinali e finali con eliminazioni dirette. Le squadre hanno tutte dimostrato un grande gioco e lavoro ma ad arrivare alla tanto attesa finale sono state solo due, Italia e Polonia, che l’11 settembre a Katowice hanno dato prova di essere le squadre più forti del mondo. I 14 azzurri, guidati dal coach Fefè De Giorgi, si trovano fin dall’inizio in difficoltà di fronte ad una Polonia paurosa e in seguito a diverse incertezze perdono il primo set 25-22. Anche il secondo set continua sulla scia del primo ma ci pensa subito Daniele Lavia a mettere a terra qualche punto e a trascinare così la propria squadra. Si continua a giocare punto dopo punto fino a quando il nostro coach chiama un time-out, riprendendo gli azzurri in campo e chiedendo loro maggiore attenzione in difesa. Al rientro in campo i nostri giocatori dimostrano subito grande intelligenza nel mettere in atto ciò che era stato appena detto da De Giorgi e a chiudere il set è un grandissimo muro del nostro centrale Simone Anzani. L'Italia c’è e dimostra la propria determinazione anche nel terzo parziale. Si incendia il nostro giovanissimo Michieletto con diversi colpi d’attacco, parallele corte, lunghe, diagonali e pallonetti. Tutti stanno dando la migliore prestazione di sé e a chiudere nuovamente il set è Simone Anzani con il risultato di 25-18. Italia 2 Polonia 1. Comincia così il parziale successivo. “E’ un set che bisogna pensare una palla alla volta” queste le parole del nostro Fefè, ed è proprio quello che i ragazzi hanno fatto, con Romanò senza freni e Giannelli e Balaso perfetti nelle proprie specialità, così come tutti gli altri. È l’errore al servizio del polacco Bieniek che ci consegna il titolo mondiale, dopo esattamente 24 anni dall’ultimo. L'Italia batte la Polonia 3-1. 


“Abbiamo fatto qualcosa di incredibile, vicino all’eccezionale, la crescita di questo gruppo è stata davvero notevole, sono contento perché ho avuto una conferma importante delle scelte fatte già due anni fa; spero che questi ragazzi rimangano sempre così e continuino ad avere voglia di fare del loro meglio e di non accontentarsi mai; nello sport è importante voler sempre migliorarsi”. (Ferdinando De Giorgi)