http://terrenomadi.blogspot.it/2013/09/lisbona-la-voce-del-fado-portoghese.html
di Rosaria Campanale
Arriviamo a Lisbona di notte. Vista dall’aereo, illuminata da tante luci, sembra un immenso presepe al cui centro convergono numerosi figuranti: lo sfavillio delle auto, le stelle intermittenti del porto, i fari caldi sui monumenti del centro città e, nel buio, le sagome dei tralicci di un ponte per l’attraversamento del fiume Tago. Per visitarla, si entra nel ventre intricato della metropolitana. Subito, la percezione della cultura e delle tradizioni di un popolo. Ad ogni fermata, la pareti riecheggiano lo scenario che cambia.
E il viaggiatore rincorre le pareti rivestite di azulejos, famose piastrelle blu, le sagome stilizzate dei tori, quella del marchese di Pombal dai capelli inanellati che sembrano trucioli, le scritte con gli aforismi celebri di Pessoa, le statue che omaggiano i mestieri delle donne, i bassorilievi rappresentanti i ceti sociali del periodo medievale. E pareti... non mancano alle pareti i simboli iconografici della cultura araba, indiana e africana, che si sono intrecciate con questo popolo... un intero repertorio della sua storia, piccolo assaggio di ciò che è stato e di ciò che è.
Una capitale multietnica, multiculturale, ma versatile e generosa, accogliente verso tutti coloro che vi convergono per studio, lavoro, turismo. Mai caotica. Così tranquilla da dare l’impressione di un grosso paese provinciale del Sud. Una Lisbona che avvolge nella sua atmosfera calorosa, coinvolgendo con colori, suoni, odori. Un invito a viverla tranquillamente, a visitare i luoghi caratteristici trasportati dal tram 28, che risparmia ai turisti la fatica di percorrere a piedi le ripide salite e le pendenze delle vie.
Perlustrando zone poco affollate, è consueto vedere, a ridosso delle case o sui balconi, qualcuno che armeggia la griglia per preparare sardine, carapaus odorada. Nei negozi capita spesso di ascoltare il fado (destino), espressione del pathos popolare, struggente e atavico. A volte si sente dal vivo, improvvisato da qualche donna in un locale insieme ad amici. La solarità di questo popolo si esprime nelle piazze, dove è facile ascoltare musica. Basta uno strumento ed è subito festa. Durante gli spettacoli, gli artisti invitano il pubblico a ballare e a cantare, a lasciarsi prendere dai suoni, a farsi coinvolgere senza ritrosie perbeniste. E il pubblico risponde sempre muovendosi all’unisono con la melodia. Cosa porta a casa un viaggiatore? L’emozione di un ricordo fatto di luci, di suoni, di colori. L'apprezzamento per una cultura diversa dalla propria. La consapevolezza che, in ogni andare, verso qualunque destinazione, è importante lasciarsi coinvolgere dalle persone, mescolandosi con la loro umanità. Solo così si può assaporare la ricchezza di un modo diverso di essere. Basta accettare l’invito a gustare una sardina cotta in strada, a salutare nella lingua del posto, a seguire le indicazioni di un passante fermo ad ascoltare. Incontrare uno sconosciuto e intavolare una discussione politica in due lingue diverse. Unicamente in questo modo si ha la dimensione più vera del nostro essere nel mondo, senza barriere, senza confini. Le barriere, i confini e il colore della pelle sono mostri che abitano nella mente. Perché il viaggio è fuori, ma anche nella testa.
Colonna sonora: Madredeus, Moro em Lisboa(fado portoghese)
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=5JMsPwsmke8
Lisbona, celebri cantanti di fado
Lisbona di notte
Lisbona, azulejos moderni
Lisbona, due chiacchiere al bar con Pessoa
© Rosaria Campanale
Lisbona, Vasco da Gama
© Rosaria Campanale
Lisbona, sardine per strada
© Rosaria Campanale
Per le strade c’è sempre odore di pesce arrosto. Un odore che sa di buono...