Incontri Docenti di Italiano come LS

III Convegno Docenti di Italiano come LS in Portogallo

FLUL/UL   8 maggio 2015

Sala 5.2

 

            https://sites.google.com/a/campus.ul.pt/lettorato-di-italiano-flul-ul/home

 

Programma

 

9h45 Apertura dei lavori con i rappresentanti del DLGR/FLUL e dell’ IIC Lisbona

 

1ª sessione – Keynotes Speakers

 

10h15  Franco Nasi  Il “Teatro di narrazione” in Italia: per una didattica interdisciplinare tra lingua, letteratura, storia.

11h15  Angela Albanese  Dissonorata, La Borto, Polvere: il femminile violato nel teatro di Saverio La Ruina

12h15 Dibattito

12h45 Pranzo libero

 

2ª sessione - Moderatore: Prof. Gaspare Trapani

 14h00 Debora Ricci La grammatica la fa….la differenza: esempi e suggerimenti per una didattica nel rispetto di genere.

 14h20 Linda Garosi  L’insegnamento/apprendimento del lessico nei manuali di italiano per stranieri

14h40 Rosanna Carretta  La ricostruzione di Conversazione come tecnica per la riflessione grammaticale e linguistico-comunicativa.

 15h00  Dibattito

 

3ª sessione - Moderatrice: Debora Ricci

 

15h45  Simona Griani Lo studente adulto, principi di andragogia nell'insegnamento dell'italiano a stranieri

16h05  Elisabetta Maino Insegnare la Storia dell’Arte: perché?

16h25  Dibattito

17h00 Chiusura lavori

 

Organizzatrice e coordinatrice: Debora Ricci (docente e investigatrice DLGR)

Collaboratore:  Gaspare Trapani (docente e investigatore DLGR- UCP)

Abstract interventi

 

1)  Franco Nasi

Il “Teatro di narrazione” in Italia: per una didattica interdisciplinare tra lingua, letteratura, storia.

 

A partire dalla seconda metà degli anni ottanta si è assistito nel teatro italiano all’affermarsi di una modalità di rappresentazione innovativa, ma nello stesso tempo profondamente radicata nella tradizione del teatro popolare italiano: “il teatro di narrazione”. Figure principali di questo modo di fare teatro sono state Marco Bajani, Marco Paolini, Laura Curino, Gabriele Vacis, per quanto riguarda la cosiddetta “prima generazione del teatro di narrazione”; Ascanio Celestini, Mario Perrotta per quanto riguarda la “seconda generazione”. Molti dei loro spettacoli (come quelli sulla tragedia del Vajont, sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, su Olivetti, sulle Fosse Ardeatine) hanno avuto grande notorietà anche grazie alla loro messa in onda sui canali televisivi nazionali.

Nell’intervento s’indicheranno le particolarità strutturali e stilistiche di questa modalità performativa, e nello stesso tempo si cercherà di riflettere su come questi testi possano essere utilizzati in un contesto didattico. Essi appaiono infatti come testi particolarmente adeguati  per esercitare una lettura critica sia della storia e della cultura italiana più recenti, sia della lingua nei suoi vari registri e peculiarità regionali.

 

Franco Nasi, traduttore e saggista, insegna Letteratura italiana contemporanea e Teorie della Traduzione all’Università di Modena e Reggio Emilia.  I suoi interessi di ricerca comprendono la letteratura comparata (con particolare attenzione alle letterature italiana, inglese e angloamericana), la teoria e la storia della traduzione letteraria, la stilistica, la storia delle poetiche, il teatro italiano contemporaneo, la letteratura dell’infanzia e i problemi traduttivi di questo settore dell’editoria.

Fra le sue pubblicazioni: Stile e comprensione (1999), Poetiche in transito (2004), La Malinconia del traduttore (2008), Specchi Comunicanti (2010) e la traduzione e la cura di scritti di estetica di Coleridge, Wordsworth, J.S. Mill, o di raccolte di poesie di Roger McGough, Yoko Ono, Billy Collins, Bian Patten.

 

 

2) Angela Albanese

Dissonorata, La Borto, Polvere: il femminile violato nel teatro di Saverio La Ruina

 

Dissonorata e La Borto sono due lucide fotografie in forma di monologo di un meridione d’Italia  fermo e arcaico, che relega ai margini la figura femminile. Protagoniste sono due donne, entrambe interpretate dall’attore, drammaturgo e regista Saverio La Ruina.

In Dissonorata, Pasqualina è una campagnola, costretta al silenzio, a non dare confidenza e a sposare, quando verrà il suo turno, l’uomo che la famiglia ha scelto per lei. Il tempo passa e cresce in Pasqualina la paura che il promesso sposo si stanchi e che rimanga “zitellona”. Per questo cede e rimane incinta, mentre lui sparisce. Sedotta, abbandonata e dissonorata, la ragazza subisce la feroce punizione della famiglia che, per togliere l’onta, la cosparge di benzina e le dà fuoco.

Dopo Pasqualina, deturpata delle sevizie che la ferocia maschile ha perpetrato sul suo corpo, un’altra mater dolorosa, Vittoria, testimonia su di sé l’industria feroce degli aborti artigianali che, per paura e per disperazione, e di fronte alla disumana indifferenza dei mariti, le donne del sud gretto e patriarcale pre-legge 194 hanno alimentato ricorrendo alle “mammane”, ambigue figure paesane sostitute clandestine della medicina ufficiale. Si tratta di personaggi d’invenzione, eppure la finzione si nutre drammaticamente della tragica verità di donne violate di cui Pasqualina e Vittoria sono casi paradigmatici.

Infine con Polvere. Dialogo fra uomo e donna, La Ruina indaga la zona grigia della violenza psicologica che arriva a soffocare il rapporto di coppia. Le botte sono la parte più fisica della violenza, ma c’è un prima, impalpabile come polvere, fatto di parole che umiliano e feriscono, di sgarbi, di prevaricazioni. A questa polvere asfissiante che cresce intorno alla donna minandone le certezze fino a destrutturane la personalità, a questo malamore il drammaturgo dà forma con strumenti retorici che rendono martellante e affilato il linguaggio e trasformano il dialogo in inferno dialettico.

 

Angela Albanese è dottoressa di ricerca in lingue e culture comparate e cultrice di Letteratura italiana contemporanea e Teoria della Traduzione all’università di Modena e Reggio Emilia. Ha svolto studi sui trattati cinque-secenteschi di mnemotecnica, sul teatro e sulla teoria della traduzione Fra le sue pubblicazioni più recenti, Metamorfosi del Cunto di Basile. Traduzioni, riscritture, adattamenti (2012); I dilemmi del traduttore di nonsense (ed. con F. Nasi, 2012), Sermo humilis e lirismo in Italianesi di Saverio La Ruina, (2014); Aida dint’ ’a casa ’e Donna Tolla Pandola. Parodie verdiane al San Carlino di Napoli (2014); L’artefice aggiunto. Riflessioni sulla traduzione in Italia: 1900-1975 (ed. con F. Nasi, 2015).

 

 3) Debora Ricci

La grammatica la fa….la differenza: esempi e suggerimenti per una didattica nel rispetto di genere

 

Per alcun* il momento è propizio, per  altr* non ancora. Ma le polemiche sull’uso del femminile createsi intorno alla proposta della Presidente Boldrini per un uso paritario della grammatica nel discorso quotidiano, portano alla luce un’esigenza impellente di partire dalla lingua e dal linguaggio per cambiare le cose e dare visibilità alla Donna, troppo tempo rimasta invisibile ed esclusa dal terreno politico e decisionale. Ci son tanti problemi più importanti? Secondo la teoria di Saphir-Worf secondo la quale “la lingua influenza il pensiero” non sarebbe proprio così. La discriminazione comincia dalle parole che usiamo. La presente comunicazione si prefigge quindi lo scopo di presentare come possibile e anzi obbligatorio, anche attraverso l’esperienza personale come docente di lingua, la formazione di nuovi valori e codici culturali solamente applicando quel che già esiste: le nostre regole grammaticali semplici, facili, accettate da tutti e da tempo (il femminile di ragazzo è ragazza, il femminile di deputato è deputata!). Si analizzeranno inoltre le forme sessiste della lingua quale corpus a disposizione di donne e uomini (uso di lessemi, di locuzioni ed immagini stereotipate e riduttive della donna così come di espressioni, modi di dire, proverbi e di un lessico dissimmetrico). Si cercherà di dimostrare che gli ostacoli si possono superare: perché governante sì e ministra no? Perché un governate ed una governante presumono concetti differenti (asimmetrie semantiche)? Perché tanta caparbietà da parte di uomini e donne? Tante domande a cui cercheremo di dare risposta anche mostrando progetti riusciti, casi di successo grazie al lavoro instancabile di docenti ed educatori/trici (Toponomastica Femminile; Progetto Hamlin; Videodocumentario di Pina Capasso; Progetto Sui Generis e tanti altri). Si tratta di una posizione politica che ci fa scegliere e decidere se le donne (restringendo per ora il problema alla divisione – anche se ormai superata- binaria dei generi) debbano essere visibili o no, perché nominare significa esistere e far esistere partendo dall’immaginario collettivo per arrivare alla vita di tutti i giorni.

 

Debora Ricci.  Laureata in Lingue e Letterature Straniere (inglese e portoghese) con specializzazione in Letteratura Comparata, ha poi proseguito i suoi studi in Portogallo frequentando e completando due corsi post-laurea in Letteratura Comparata (femminile) e in Linguistica Applicata/Studi di Cultura. È attualmente  docente di Lingua e Linguistica italiana presso il Dipartimento di Linguistica Generale e Romanza dell’Università di Lisbona (DLGR/UL), Dottoranda (Studi di genere e sociolinguistica) e ricercatrice in Women’s/Gender Studies presso la stessa Università e l’Università di Siviglia (Progetto Hera).

Organizza e partecipa a convegni sulla didattica dell’italiano e sugli studi femminili (ultimo evento organizzato: I Convegno sugli Studi di Genere. Donna e scrittura in ambito lusofono e italiano. Lisbona, novembre 2014). È una delle autrici del libro (2015) La grammatica la fa….la differenza, in cui si è occupata della parte teorica diretta ai genitori e agli insegnanti. Fa parte del Comitato scientifico della rivista on-line Scuol@Europa per la quale scrive articoli sulla didattica dell’italiano e del Comitato scientifico che si occupa della collana Donne nella storia. Riflessi di inchiostro per la casa editrice Aracne, Roma.

È socia e collaboratrice della UMAR-Lisbona (União de Mulheres Alternativas e Respostas) in progetti riguardanti l’uso di una lingua rispettosa del genere e la ‘rieducazione’ visuale.

È socia dell’associazione Toponomastica femminile per la quale ha scritto il dossier Sulle strade di Lisbona pubblicato dalla rivista on-line Dol’s e sul sito di Toponomastica.

È membro dell’AIPI – Associazione Internazionale Professori di Italiano e della CSIS - Canadian Society for Italian Studies al cui congresso, che avrà luogo dal 19 al 22 giugno di questo anno, parteciperà, insieme a Lorella Zanardo, con una comunicazione dal titolo: Il linguaggio violento è esso stesso violenza: il corpo come oggetto nelle immagini pubblicitarie. Collabora con il gruppo “Escritoras y Escrituras” dell’Università di Siviglia (con il progetto europeo HERA sulla genealogia femminile) presso la quale, in occasione del congresso di dicembre 2015 presenterà una comunicazione sulla scrittrice e giornalista portoghese Maria Judite de Carvalho.

 

 

4) Linda Garosi

L’insegnamento/apprendimento del lessico nei manuali di italiano per stranieri

 

Spesso ci accade come insegnanti di sentirci chiedere come si dice una certa parola in italiano e di renderci conto che quella parola già spiegata non è stata assimilata dal nostro discente. Siamo ormai consapevoli della necessità dello sviluppo della competenza lessicale nell’insegnamento/appendimento di una lingua straniera, e non solo per i livelli avanzati, sistematizzato in uno dei più recenti metodi di glottodidattica (lexical approach). Tuttavia, può succederci di non riuscire a gestire con consapevolezza il processo acquisizionale del lessico, né di utilizzare con efficacia le attività didattica che, in questo senso, vengono proposte dai manuali di italiano per stranieri.

Il mio intervento, prendendo le mosse dal crescente riconoscimento dell’importanza del lessico nell’apprendimento linguistico degli ultimi decenni, tenterà di mettere a fuoco come viene impostato l’insegnamento/apprendimento della competenza lessicale nei più recenti manuali di italiano come lingua straniera. Saranno oggetto di analisi, Contatto, Viaggio nell’italiano, L’italiano all’università 1.

 

Linda Garosi è Profesora Contratada Doctora (equivalente alla categoria di Ricercatore confermato con incarichi di docenza) presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Cordova (Spagna) dal 2011.

Tiene corsi di lingua italiana nelle Lauree di Filología Hispánica, Estudios Ingleses, Traducción e Interpretación.

Per quanto riguarda le pubblicazioni scientifiche, nel 2009 pubblica il saggio Novela y personaje en el ocaso del fin de siglo (XIX-XX). Estudio comparativo de la narrativa italiana y española, in cui si presentano i risultati più cospicui e originali degli studi realizzati durante la tesi dottorale discussa nel 2006. Si occupa di narratori del periodo compreso tra l’Otto e il Novecento, tra cui Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello, Italo Svevo, Carlo Dossi. Ha svolto parallelamente lavori di traduzione letteraria su opere poetiche di D’Annunzio, Pascoli e Marino. Attualmente si sta occupando di Carlo Emilio Gadda, così come dei rapporti tra letteratura ed arti visive, con lavori pubblicati e altri in corso di stampa. Sul versante della linguistica applicata ha svolto studi di grammatica contrastiva italiano-spagnolo riguardanti la costruzione della frase passiva e le espressioni idiomatiche di base metaforica.

 5) Rosanna Carretta

La ricostruzione di Conversazione come tecnica per la riflessione grammaticale e linguistico-comunicativa.

 

Attraverso la Ricostruzione di Conversazione lo studente, nella sua veste di ricercatore, costruisce le sue ipotesi linguistiche e, sotto la guida dell’insegnante, le rielabora aiutato dalla classe attraverso strategie di Problem Solving. Rilevante, pertanto, il ruolo rivestito dal docente facilitatore che, attraverso un’attenta osservazione della classe, deve favorire questo tipo di strategie, riuscendo a coinvolgere tutti gli studenti, e partendo dal singolo, arrivare a interazioni sociali e comunicative dell’intera classe.

 

Rosanna Carretta   Dottoranda in Scienze dell’Educazione presso Universidade Nova di Lisbona, argomento di ricerca: Metodo Montessori nell’Apprendimento delle lingue straniere.  Master ITALS in Didattica e Promozione della Lingua e Culture italiane e Straniere, presso Università Ca´Foscari di Venezia, tesi: Lo Studio della Lingua Italiana in Portogallo. Laurea in Scienze Politiche – Università degli studi di Bari, Italia, tesi in Piccole e Medie Imprese- un confronto tra Sud Italia e Portogallo. Formatrice accredidata dallo IEFP. Docente IlNova/Universidade Nova di Lisbona dal 2007. Docente presso l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona dal 1998. Membro della commissione esaminatrice di lingua italiana del CEMS-NOVA na UNL Facoltà di Economia. Ha fatto parte della commissione esaminatrice di lingua italiana LS di esami CELI e CILS.  Attività di formazione di lingua italiana in varie imprese: Angelini, Cofabre, Galp, Fisipe, Hotel Pestana, tra le altre.

 

6) Simona Griani

Lo studente adulto, principi di andragogia nell'insegnamento dell'italiano a stranieri

 

Per molto tempo, l’età adulta è stata considerata una fase dell’esistenza priva di dinamismo, una fase di completa stabilità, durante la quale raramente la persona si metteva in gioco avvicinandosi allo studio di una lingua straniera. Oggi le cose sono cambiate, le nostre classi sono piene di adulti ed anziani desiderosi di imparare l’italiano. Ma come impara l’adulto? Quali sono i meccanismi che mette in atto? Come possiamo noi insegnanti accompagnare nel modo migliore questo loro autonomo desiderio di apprendimento? Quali le migliori tecniche da utilizzare? Un piccolo viaggio alla scoperta delle principali caratteristiche di un approccio andragogico potrà forse aiutarci a rispondere a queste domande.

 

 

Simona Griani Insegnante di Lingua e Cultura italiana nei corsi dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona per adulti e bambini, interprete e traduttrice. Laureata in Lingue, letterature e culture moderne, è mestranda, presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Lisbona, in Lingua e Cultura Portoghese, come lingua seconda e lingua straniera. Ha realizzato l’esame DITALS – dell’Università per Stranieri di Siena, per l’insegnamento dell’italiano a stranieri adulti e anziani.  Ha partecipato a vari incontri e convegni sulla didattica delle lingue con gli interventi: “Insegnare l’italiano attraverso le fiabe”, “Parole da ricordare”, “A Roma l’amore è più forte della grammatica”, “Imparare a parlare: come, quando e perché”, tra gli altri.

 

 

7) Elisabetta Maino

Insegnare la Storia dell’Arte: perché?

 

L’Italia è per eccellenza il Paese delle opere d’arte, dei monumenti, dei musei.

Da secoli viaggiatori, letterati e uomini di cultura hanno fatto del Bel Paese una meta obbligata di studio.

L’articolo 9 della Costituzione della Repubblica italiana, la più bella del mondo, come disse Benigni, recita che

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Ciò significa che tutti noi, cittadini italiani, siamo “proprietari” del patrimonio artistico del nostro Paese e per questo abbiamo l’obbligo di preservarlo, in quanto amministratori temporanei di un bene che dobbiamo restituire a chi non è ancora venuto al mondo, così come ci è stato donato da chi ci ha preceduto.

E per fare in modo che tutto questo avvenga, è necessario che nelle scuole italiane, fin dalle elementari, si educhino gli alunni all’arte, insegnando loro l’altra lingua degli italiani, quella della storia dell’arte, che, come diceva Longhi nel 1994,

Ogni cittadino dovrebbe imparare da bambino come una lingua viva, se vuole avere coscienza della propria Nazione.

La storia dell’arte serve a capire i quadri, le sculture, le opere architettoniche, ma serve anche a capire le città in cui viviamo, il paesaggio che ci circonda, a capire il rapporto tra città e campagna, tra uomo e mondo, tra noi e la storia, tra noi e il futuro.

 

 

Elisabetta Maino  Laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano con una tesi svolta a Lisbona e orientata dagli Architetti Manuel Graça Dias (Facoltà di Architettura dell’Università di Lisbona) e Remo Dorigati (Politecnico di Milano), nel 1992 sostiene l’esame di stato e diventa membro dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Mino.

Nel 1994 si trasferisce a Lisbona dove, fino al 2004, lavora in diversi studi di architettura.

Nel 1998 partecipa alla 3ª Triennale di Sintra con il progetto “Il giardino botanico ed il giardino di pietra”.

In parallelo all’attività di architetta, dal 2002 comincia a dedicarsi all’insegnamento della lingua e della cultura italiana, collaborando con diverse scuole di Lisbona e dintorni, tra cui il Centro Europeu de Línguas, Linguagest e ILO - Instituto de Línguas de Oeiras.

Partecipa in numerosi corsi di formazione, seminari e workshop internazionali tenuti da diverse istituzioni.

Dal 2006 collabora con l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona dove, oltre ai corsi di lingua e cultura italiana organizza e tiene seminari di Storia dell’Arte per adulti e corsi per bambini italofoni. Lavora anche nel campo di traduzione in ambito architettonico.

Dal 2012, nell’ambito degli incontri dei docenti di lingua italiana, organizzati dal Dipartimento di Linguistica della Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona, e degli eventi della Settimana delle Lingua Italiana nel Mondo, ha tenuto alcuni interventi su svariati temi, fra i quali “Incontro con la Fantastica – quando l’immaginazione si affianca all’educazione”, “La didattica della Storia dell’Arte nell’insegnamento dell’Italiano LS”, “Il sentimento architettonico nella pittura di Mario Sironi”, “Vita e religiosità nel Medioevo – Giotto e la Cappella degli Scrovegni” e “Il colore del Sole – Caravaggio visto da Camilleri”.

Nel 2014 ottiene il Certificato di Competenza il Certificato di conoscenza della lingua Portoghese di livello C2 - DUPLE (Diploma Universitário de Português Língua Estrangeira) il certificato di specializzazione Post Laurea in Storia dell’Arte presso l’Istituto di Storia d’Arte dell’Università di Lisbona.