Una selezione di erbe e piante officinali, utilizzate in passato dalla tradizione popolare e oggi prezioso bagaglio della Fitoterapia moderna. Ciascuna pianta è provvista di descrizioni dettagliate sulle proprietà e modi d'uso, per conoscerne il potenziale terapeutico e scoprire i meccanismi d'azione.
Vi proponiamo una selezione di erbe e piante officinali più utilizzare nella fitoterapia, con descrizione dettagliata di proprietà, principi attivi, caratteristiche botaniche, impiego terapeutico e curiosità storiche.
In passato, conoscere le piante e le loro virtù era fondamentale per la terapia medica antica, in quanto corrispondeva all'unica soluzione possibile per la cura delle malattie. Nel tempo, vennero chiamate "officinali" tutte le erbe (specie annuali o perenni le cui parti aeree sono per lo più verdi e di consistenza non legnosa) e le piante (alberi e arbusti) impiegate nelle "officine" (laboratori farmaceutici) degli speziali. Questi artigiani conoscevano le tecniche di lavorazione delle piante, le procedure di preparazione (oli, unguenti, profumi, tisane ecc.) e di conservazione, e se ne servivano per realizzare rimedi medicamentosi, prodotti cosmetici e profumi.
Oggi le "erbe e le piante officinali" sono quelle utilizzate per preservare la salute e il benessere di uomini e animali; che possono essere impiegate tali e quali in cucina, come spezie per aromatizzare alimenti; nella preparazione di tisane; oppure lavoratecon procedure chimiche, nella produzione di liquori, integratori alimentari, cosmetici, farmaci e altri prodotti per la casa.
Secondo l'Organizzazione Mondiale dalla Sanità (OMS), tra le erbe e piante officinali sono definite "medicinali" quelle che "contengono in uno o più organi, sostanze che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi o che sono precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche", da cui derivano preparati farmacologicamente attivi.
È quindi chiaro che una pianta può essere "officinale" in un paese e non in un altro, a seconda delle regolamentazioni, in quanto è un termine esclusivamente procedurale e indica quelle piante inserite all'interno di elenchi ufficiali (farmacopea), utilizzabili dai laboratori farmaceutici, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno proprietà di tipo medicinale. Eventuali restrizioni a tale possibilità nascono dalla compatibilità della pianta, o del suo derivato, al suo specifico modo d'uso; e dalla conformità del prodotto finito, rispetto alla legislazione di riferimento.
Per ogni erba o pianta officinale, la parte utilizzata (foglie, fiori, semi, corteccia, radici ecc.) è chiamata "droga". La droga contiene il fitocomplesso cioè l'insieme dei principi attivi che caratterizzano le proprietà del vegetale, non riproducibili per sintesi chimica. Il lavoro sinergico dei principi attivi all'interno del fitocomplesso garantisce alla pianta una serie di azioni contemporanee, che il singolo componente risulta non possedere, oltre all'abbassamento della soglia di tossicità, controindicazioni ed effetti collaterali. Ecco perché in campo erboristico si cerca di mantenere la pianta nella sua integrità (in toto) per la preparazione di prodotti naturali.