Giuseppe Parini affronta l’argomento del cibo nella sua opera “Il Giorno”, per mettere in luce le differenze tra le classi sociali della sua epoca; per farlo tratta il tema dell’alimentazione, per sottolineare le macroscopiche differenze.
Parini scrive questo poemetto tra il 1763 e il 1765 e lo compone di tre parti (il Giorno, il Mezzogiorno e la Sera) in endecasillabi, che mirano a rappresentare satiricamente l’aristocrazia di quel tempo. Nel Mattino l’autore descrive il risveglio del giovin signore caratterizzato dall’indecisione sulla bevanda da gustare: caffè o cioccolata ’Tu il cioccolatte eleggi, onde tributo ti diè il Guatimalese e il Caribeo… La nettarea bevanda ove abbronzato arde e fumica il grano a te d’Aleppo giunto e da Moca che mille navi popolata mai sempre insuperbisce’.
Nel Mezzogiorno è contenuto un celebre episodio: la vergine cuccia. Durante il banchetto i signori seduti al tavolo chiacchierano ed emerge l’opinione di un vegetariano, l’essere vegetariano era una moda discretamente in voga tra i nobili, per Parini si trattava di ipocrisia. Una dama racconta di un episodio gravoso accaduto tra un suo servo e la sua amata cagnolina ‘Allor che la sua bella Vergine Cuccia delle Grazie alunna, giovanilmente vezzeggiando, il piede villan del servo con gli eburnei denti segnò di leve nota’. Alla fine del banchetto i commensali sorseggiano il caffè che viene descritto dall’autore come una bevanda paradisiaca, in seguito si aprono i giochi.
La sera è divisa dall’autore in Vespro e Notte, nel primo la dama e il giovin signore bisticciano sui pettegolezzi nello stesso momento viene annunciata la nascita del primogenito di una famiglia nobiliare, celebrata attraverso un suntuoso rinfresco.
L’impronta ironica del poema mira innanzitutto ad una critica nei confronti della nobiltà settecentesca italiana, ambiente conosciuto e frequentato da Parini quale precettore di famiglie aristocratiche.