Le difficoltà delle api, legate ai cambiamenti ambientali, preoccupano esperti e apicoltori. La loro sopravvivenza dipende dallo stato di salute dell'ambiente, che sta cambiando a causa di fattori naturali e umani. L'urbanizzazione riduce gli habitat ricchi di fiori e nettare, mentre la vegetazione che rimane non fornisce più cibo per le api. Cambiamenti rapidi, come il passaggio dal girasole alla soia, sono particolarmente dannosi per loro, mentre in natura i cambiamenti avvengono più lentamente e sono meno dannosi.
Negli ultimi anni, le specie aliene, come insetti e piante, stanno proliferando negli ambienti agricoli e naturali, influenzando gli allevamenti di api. Le api dipendono dalle piante per il nettare, e specie come l'acacia e l'ailanto, che producono molto nettare, possono avere effetti sia positivi che negativi sulla produzione di miele. L'acacia è invasiva in alcune aree, mentre l'ailanto si sta espandendo in zone marginali. Anche insetti alieni, come la metcalfa, hanno alterato gli equilibri ambientali, ma l'introduzione di parassiti naturali ha contribuito a ristabilire l'equilibrio.
L'agricoltura industrializzata sta riducendo la presenza di api selvatiche, fondamentali per l'impollinazione delle coltivazioni di frutta. Mentre nelle aziende biologiche le api selvatiche sono sufficienti, nelle aziende convenzionali, dove si usano insetticidi, non ce ne sono abbastanza. Questo impoverimento della fauna di insetti porta a una maggiore dipendenza dalle api domestiche, che però sono in calo negli Stati Uniti dal 1950.
Alcune problematiche che riguardano una certa specie possono ripercuotersi, con un effetto a catena anche sulle api. Un esempio è l'Albizia julibrissin. Questa specie ornamentale, introdotta in molte città grazie alla sua bellezza, è stata danneggiata dagli psillidi, che hanno causato perdite di linfa e melata. Ciò ha costretto i giardinieri ad usare insetticidi, danneggiando anche le api.
Il declino delle api minaccia gravemente la sicurezza alimentare globale, poiché le api sono responsabili del 35% della produzione alimentare mondiale e della riuscita di 87 coltivazioni principali. Dal 2014, oltre 10 milioni di alveari sono scomparsi, e solo in Italia si perdono 200.000 arnie all'anno.
Le cause della "sindrome di spopolamento degli alveari" sono complesse, ma i cambiamenti climatici stanno peggiorando la situazione, influenzando le api in tre modi principali:
Le api faticano ad adattarsi al riscaldamento globale e ai nuovi habitat.
Le fioriture anticipano, mettendo a rischio la sincronizzazione con la raccolta di polline e nettare.
Il riscaldamento favorisce la diffusione di parassiti come l'acaro Varroa e il fungo Nosema ceranae, che indeboliscono le api.
Uno studio condotto in Danimarca ha rilevato tracce di microplastiche in tutte le api, sia urbane che rurali, con circa una particella su sei sul corpo delle api composta da microplastica, principalmente frammenti e fibre di poliestere.
Le api urbane raccolgono più microplastiche rispetto a quelle rurali, ma la differenza è minima, indicando che il vento contribuisce alla loro diffusione. Sebbene non siano noti gli effetti sulla salute delle api, gli autori suggeriscono che monitorare le microplastiche potrebbe aiutare a rilevare l'inquinamento.
GALLERIA REALIZZATA DA: Federico Pellegrini e Giacomo Lombardi