<<Per aspera ad astra!>>esclamò nonno Enrico.
<<Che significa nonno?>>domandò mio cugino, Antonio.
Il nonno ci disse di sederci intorno a lui e di ascoltare la sua storia. Ci spiegò che si trattava di un motto latino e che solo dopo aver aperto il suo ristorante aveva capito fino in fondo il significato impresso in quelle parole.
<<Dovete sapere che, prima di diventare la trattoria che conoscete voi, quel locale era un’osteria. Io all’epoca ero giovane, mi ero appena diplomato e lavoravo come lavapiatti. Avevo la passione per la cucina anche allora e avevo cercato di farlo notare al capo, in modo tale che mi assumesse come aiuto cuoco, ma niente da fare: ero negato per cucinare il pesce.>>
<<E allora, nonno,>>gli chiesi<<come sei diventato il cuoco più bravo del paese?>>
Nonno Enrico sorrise: <<Ora ci arriviamo. Io ero demoralizzato all’idea di non poter far fiorire il mio talento solo per questo. Passarono otto anni e il capo, però, era diventato anziano e non poteva più portare avanti l’osteria. Figli non ne aveva e occorreva trovare qualcuno che portasse avanti il ristorante. A quel punto, presi coraggio e pochi giorni prima della sua pensione, mi presentai sotto casa sua con un pranzo di terra preparato da me in persona! Mi aiutarono alcuni miei amici a portare tutti i piatti. Il mio capo era incredulo e per un terribile attimo pensai che non avrebbe assaggiato nemmeno una portata! Per fortuna, però, non appena vide come le avevo impiattate, decise di darmi una possibilità. Fu allora che capì il mio talento nascosto e decise di affidarmi il ristorante, che io trasformai, come già sapete, in una trattoria di terra.>>
Un dubbio si fece largo nella mia mente:
<<Non capisco… che c’entra il motto latino con questa storia?>>
<<Per aspera ad astra? Oh beh, significa “attraverso le difficoltà sino alle stelle”. Bambini, non importa quanto sarà tortuoso il cammino che vi ritroverete a percorrere per raggiungere una vetta, perché sappiate che i sogni si realizzano solo con il duro lavoro!>>
Anna Depalma