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Approfondimenti Tecnologici 

Approfondimento sull'Alga Spirulina

La Spirulina è la discendente della prima forma di vita originatasi per fotosintesi. Tre miliardi e mezzo di anni fa, queste alghe verdi - azzurre trasformarono un’atmosfera satura di anidride carbonica e anidride solforosa in un’atmosfera ricca di ossigeno nella quale nuove forme di vita poterono evolvere. Per questo motivo, tra le oltre 30.000 specie di alghe, risulta essere una delle più antiche.

La Spirulina presenta una struttura molto elementare. La cellula che la compone, a forma di spirale, non presenta un nucleo e le sue pareti molto sottili, a differenza di altre piante, non contengono cellulosa.

È conosciuta sin dall’antichità. Se ne cibavano le popolazioni insediatesi lungo le sponde del lago Ciad già nel tempo della colonizzazione romana. Rientrava nella dieta quotidiana delle antiche civiltà del Centro America: Toltechi, Olmechi, Aztechi.

Oggi viene consumata in tutto il mondo per la sua ricchezza di micronutrienti. Viene considerata un superalimento poiché il suo profilo nutrizionale supera di gran lunga qualsiasi altro alimento, pianta, erba o cereale. Per tali ragioni, la FAO (Food and Agricolture Organization), l’ha recentemente definita l’alimento del futuro per le sue qualità nutritive, ma quello dell’organizzazione è un segreto di Pulcinella; infatti, le proprietà benefiche della Spirulina erano note già nell’antichità.

Se le proprietà nutritive dell’alga sono note da tempo, quelle “ambientali” sono state una scoperta recente. Infatti, la Spirulina per crescere ha bisogno di calore e di respirare Co2. In particolare, per ogni kg di biomassa (inteso come materiale organico prodotto per fotosintesi e utilizzato per generare energia) servono 2 kg di Co2. Da qualche tempo sono nati diversi progetti che cercano di sfruttare questa proprietà.

Potendo fare riferimento ad esempi concreti, ma comunque ancora poco conosciuti, nel 2017 nei pressi della centrale geotermica di Chiusdino, in Toscana, importanti aziende del settore energetico e CoSviG (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche), hanno avviato la sperimentazione di un impianto per la coltivazione dell’alga utilizzando i residui (calore e Co2) provenienti dalla centrale. L’idea è stata quella di produrre, grazie alla centrale, energia pulita e con i suoi scarti prodotti alimentari. I dati della sperimentazione sono incoraggianti, infatti i costi per la produzione dell’alga diminuiscono di un 30% e si è notato che la produzione è aumentata di circa un 25% rispetto alle previsioni. La superficie per la sperimentazione di Chiusdino è di 125 mq, ma esistono anche progetti realizzati su più piccola scala.


Il politecnico di Milano , nell’aprile 2018 ha presentato al salone del Design, Struna: il bioreattore domestico. Struna, presente all’interno della mostra Material Village, consiste in un filtro architettonico che permette, grazie all’impianto di produzione di micro-alghe incorporato, di “pulire” l’aria dalla Co2 e produrre ossigeno, cibo e biomassa. Il lavoro è frutto di SAPERLAB, unità del ABCLab – Dipartimento del Politecnico di Milano.

Tra gli esempi più significativi, troviamo il lavoro svolto per l'Expo di Dubai 2020. All'interno del Padiglione Italia è stato mostrato al mondo come è possibile, grazie a tecnologia e design, convertire in ossigeno l’anidride carbonica prodotta da migliaia di visitatori. Il tutto si è compiuto all’interno di un “polmone”, quello firmato da Carlo Ratti e Italo Rota, dove anche l’estetica è stato il frutto di un concept circolare; I materiali e i colori, arrivano da una lunga ricerca su fonti alternative ed ecologiche. 

È il 2000 quando, dall’intuizione di Gilberto Gabrielli, manager e imprenditore di lungo corso, nasce Tolo, azienda attiva nelle energie rinnovabili. Dopo qualche anno speso nel fotovoltaico, nel 2009 la scelta è stata quella di puntare tutto sulla coltivazione delle microalghe, in particolare della Spirulina, di cui Tolo Green diventa in breve il primo produttore italiano con il suo impianto di Milis, in Sardegna.

Nasce così l’idea di allestire cinque grandi vasche, in grado di assorbire sotto la luce di lampade progettate ad hoc l’anidride carbonica della struttura e convertirla in ossigeno. Inseguendo il concept di una sostenibilità piena, nel progetto è entrato in gioco anche Gruppo Boero (Premium Partner del Padiglione), altra eccellenza del made in Italy con i suoi quasi duecento anni di storia nella produzione di vernici per l’architettura e la nautica. Agli occhi dell’azienda ligure, il know-how di Tolo Green è diventato subito l’occasione per scommettere sullo sviluppo di vernici ecologiche destinate proprio al “polmone” di Dubai.

Claudia Pasquero e Marco Poletto, fondatori di ecoLogicStudio insieme a Urban Morphogenesis Lab della Bartlett School of Architecture hanno partecipato alla precedente Biennale di Venezia con BIT.BIO.BOT, un’installazione in scala 1:1, dedicata alla coltivazione domestica di microalghe. Il sistema architettonico in mostra alle Corderie, ha combinato strategie di progettazione computazionale (BIT) con tecniche di fabbricazione proprietarie (BOT) per implementare un protocollo di coltivazione microbiologica collettiva (BIO).

Il processo principale alla base di BIT.BIO.BOT è la fotosintesi, alimentata dal sole e dal metabolismo delle colture viventi di Spirulina Platensis, microbi unicellulari spesso indicati come microalghe blu-verdi, e di Chlorella SP. Si compone di tre sistemi interconnessi che incarnano gli ambienti architettonici fondamentali di una futura dimora: il Living Cladding, il Giardino Verticale e il Convivium. 

Il Living Cladding è composto da dieci tende PhotoSynthEtica, ognuna alta tre metri e larga uno e in grado di contenere 7 litri di colture di microalghe. 

Ogni modulo di Vertical Garden, realizzato in vetro borosilicato e componenti in bioplastica stampata in 3D, ospita 10 litri di colture di microalghe all’interno di un terreno di coltura altamente efficiente. Le alghe possono essere raccolte più volte alla settimana da ciascun modulo ed è possibile raccogliere fino a cento grammi di biomassa, che è l’assunzione giornaliera raccomandata di proteine di una famiglia di quattro persone. Inoltre, il Giardino Verticale è in grado di assorbire CO2 in misura pari a quella di tre grandi alberi maturi. 

Il Convivium infine è uno spazio di condivisione e di sperimentazione collettiva sul futuro del cibo: un tavolo che accoglie 36 pezzi unici in cristallo progettati per incoraggiare il consumo di cellule appena raccolte di Chlorella e Spirulina. I cristalli sono stati progettati da ecoLogicStudio e stampati in 3D da Swarovski. 

Al termine della Biennale, ogni unità di BIT.BIO.BOT è diventata un giardino didattico di alghe. Grazie a un sostenitore anonimo, e in collaborazione con il progetto Destination Wattens, ecoLogicStudio ha donato l’installazione e si è assicurato il suo trasferimento all’interno del paesaggio tirolese, per diventare il centro delle attività educative e di raccolta all’interno del locale comunità, focalizzata sul tema del cibo futuro. 

Gli architetti Aleksander Wadas, Rafal Wroblewski, Anna Stempniewicz e il bioingegnere Keenan Pinto hanno creato l’Algae Dome, presentato alla fiera d’arte CHART a Copenaghen nel 2017.

Durante la fiera, la Algae Dome ha prodotto 450 litri di microalghe e ha fornito un’esperienza architettonica interattiva. E’ stata prodotta una grande quantità di cibo in uno spazio sorprendentemente piccolo grazie al design che caratterizzava 320 metri di tubi a spirale, mostrando il flusso di microalghe verde smeraldo. 

I visitatori sono stati invitati a sedersi all’interno del padiglione e godersi una “boccata d’aria fresca” realizzata dalle microalghe mentre si convertiva l’anidride carbonica in ossigeno. I pacchetti di spirulina, creati dallo chef di SPACE10, Simon Perez, sono stati posizionati attorno al padiglione per offrire ai passanti la possibilità di provare il superalimento. 

In futuro, diverse specie di microalghe potrebbero essere utilizzate come forma di cibo ricco di nutrienti, come sostituto delle proteine di soia nei mangimi per animali, nello sviluppo di biocarburanti, come modo per ridurre l’anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera e come metodo di trattamento delle acque reflue industriali “, ha affermato SPACE10 - team che ha realizzato tale installazione. 

In altre parole, le microalghe potrebbero aiutare a combattere la malnutrizione, ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, contribuire a fermare la distruzione delle foreste, migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento. Non c’è da meravigliarsi se le microalghe sono state soprannominate il super raccolto sostenibile del futuro. SPACE10 vede l’Algae Dome come il prototipo di un’architettura di produzione alimentare che potrebbe apparire praticamente ovunque, dalle fermate dell’autobus ai complessi di appartamenti.

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