lezione 13 L'avvento di "CATIA" 

Il Mondo dei Layer

Dopo il mondo dei vettori, con Leonardo 2 abbiamo trovato un modo più intelligente di condivisione delle immagini rispetto a quello utilizzato nel mondo raster.

Viene consigliata la visione del video di Mario Carpo che spiega la nascita delle curve di Bezier…nella lezione ne analizzeremo una piccola parte del video: “Non esistevano disegni di questa macchina perchè risultavano essere troppo complicati, ne viene fatto un modello in scala 1:1 (stiamo parlando di uno dei primi modella della DS Citroen), dopodichè veniva fatti degli ultimi accorgimenti e poi veniva realizzata. 

Le curve di Bézier sono un’ equazione per descrivere le curve, non ha un’applicazione diretta se non con il computer.

 L'utilizzo di  CATIA, primo software per la modellazione di navi, aerei e automobili. CATIA fu sviluppato inizialmente nel 1977 per uso interno dal produttore di aerei francese Dassault Aviation, a quel tempo utilizzatore del software CADAM[1][2]. Inizialmente chiamato CATI (Conception Assistée Tridimensionnelle Interactive, in italiano Progettazione Assistita Tridimensionale Interattiva) fu rinominato CATIA nel 1981 quando Dassault creò una sussidiaria per sviluppare e vendere il software e firmò un accordo non esclusivo di distribuzione con IBM[3].

Nel 1984, la Boeing scelse CATIA come suo principale software CAD 3D divenendone il più grande acquirente. Nel 1988, CATIA 3 fu trasferito dai mainframe alla piattaforma UNIX. Nel 1990, la General Dynamics Electric Boat scelse CATIA come software per progettare i sottomarini di classe Virginia. Nel 1992, CADAM fu acquistato da IBM e l'anno successivo fu distribuito CATIA CADAM v4. Nel 1996 divennero quattro i sistemi operativi che lo supportavano: IBM AIX, Silicon Graphics IRIX, Sun Microsystems SunOS e Hewlett-Packard HP-UX. Nel 1998 fu distribuita CATIA V5, una versione completamente riscritta e supportata da UNIX, Windows NT e dal 2001 Windows XP. Nel 2008, Dassault ha annunciato CATIA V6[4] supportato unicamente da Windows[5], mentre le altre versioni saranno mantenute dai vari partner commerciali, tanto che si parla con insistenza di un futuro porting su Linux e BSD.

Frank Gehry ha scoperto questo programma agli inizi degli anni ‘90, esso gli permise di realizzare opere complesse strutturalmente come “Il Pesce” di Barcellona o il Guggenheim di Bilbao.”

Perchè il concetto di layer è fortemente legato al concetto di vettore?

La risposta è che sono entrambi delle entità, sono nominabili quindi non esiste un punto (pixel , c’è o non c’è), magari in un singolo pixel possono esserci diverse entità o curve e queste avranno una disposizione a layer.

Nella città di  Roma, possiamo notare quanto sia evidente la stratificazione a layer della città. L’utilizzo dei layer cambia radicalmente il modo di progettare, possono caratterizzare un edificio o una porzione di esso in un modo molto dettagliato.

Vari esempi di stratificazioni presenti sono evidenti nelle chiese di Roma, come: Largo di Torre Argentina,oppure nella Basilica di San Clemente,nella la Basilica di Santa Pudenziana. 

Perchè si trovano tutti questi (stratificazoioni o layer)  a Roma? Le stratificazioni o  layer a Roma si trovano perché al tempo , si riutilizzavano come fondamenta strutture, interamente o parzialmente demolite, e direttamente sopra ci  si ricostruiva dei nuovi edifici. Al tempo , influiva l'assenza dei macchinari moderni per lo spostamento delle macerie e pensare di affrontare le lavorazioni a mano era molto faticoso, vie era comunque anche un motivo ovvero per certi versi  mantenere la sacralità di sedime.

Possiamo identificare 3 livelli in cui il layer è utile:

-1) INTERPRETATIVO E CRITICO, vediamo e guardiamo il mondo attraverso i layer.

Facciamo degli esempi: Mimmo Rotella utilizza i manifesti del cinema con la tecnica del decollage (lavorazione opposta a quella del collage); 

Rauschenberg lavora invece con il collage, definito il pionere della pop art, manifesta un forte uso del sistema dei layer nell’installazione del 1968.

-2) RAPPRESENTATIVO, lo strumento cambia il nostro modo di fare. Essendo Architetti o studenti di architettura è il punto a noi più vicino. In tutti i software che si usano nella progettazione disegno e rappresento documenti attraverso i layer (verde, acqua, residenze, strade).

-3) GENERATIVO, lo strumento cambia il nostro modo di pensare e cambia il modo di fare architettura

Si prenda ad esempio  il concorso per il " Parc de la Vilette". nelle varie proposte

A) B. Tschumi, 1983. Nelle assonometrie del progetto troviamo delle rappresentazioni attraverso i layer. I layer non devono sposarsi nella sovrapposizione, i livelli si possono sovrapporre o sottrarsi in base alle necessità. I layer più importnati nel progetto sono 3: I PERCORSI → chiamate LINEE: PADIGLIONI → chiamati PUNTI

        VERDE → suddiviso in verde pubblico, verde boschivo ecc…

B) Koolhaas (OMA). propone uno sviluppo diverso del parco, ma la stratificazione dei layer è ben visibile.

C) Peter Eisenman, anche lui lavora per stratificazione e layer, il progetto  per concetti è simile a quello che farà poi dopo a Venezia.

Nell'approfondimento  della lezione si parla  di Peter Eisenman, considerato vero pioniere della progettazione e organizzazione attraverso l’utilizzo dei layer.

L’utilizzo dei layer ci permette di uscire dall’estetica dello zooning e si discosta dai cosiddetti edifici bottiglia, che sembrano giacciano su un vassoio senza altre funzioni. I layer permettono di creare relazioni con gli altri layer, conferiscono maggiore complessità ed è più facile anche creare delle strutture fondate sul concetto di Mixitè.

Peter Eisenman:

Partiamo dai rapporti con l’arte, si tratta di un paper intitolato “Notes on conceptual Architecture”, 1970. Questo è un tentativo di trasporre nell’architettura il cambiamento che si stava verificando in america con la nascita dell’arte concettuale. L’opera è fatta di fogli bianchi sopra i quali vengono stampati dei puntini facenti riferimento ad un indice a piè di pagina con riferimenti, opere d’arte, libri e architetture.

Eisenman fece parte dei New York Five con: Richard Meier, Michael Graves, Charles Giwathmey e John Heiduk. Tutti loro sono accomunati per il modo di intendere l’architettura in modo espressivo e referenziale.

Houses I,II,III… sperimentazioni sulle residenze basate su giochi e manipolazioni vettoriali. 

Queste case risultavano essere poco vivibili, erano quasi tutte puramente teoriche e dei circa quindici progetti differenti solo poche sono state costruite.

Il concetto di Palinsesto. Per Palinsesto si intende la pergamena adoperata in epoca medioevale, materiale prezioso e scarso da recepire. Essa, per i motivi precedentemente elencati, spesso veniva grattata e riutilizzata per nuove scritture. Le vecchie scritte lasciavano un senso di presenza/assenza, proprio questa è la chiave che si lega con il mondo dei layer.

Fine anni ‘70 ed i primi degli ‘80 questo concetto di presenza/assenza (tecnica del palinsesto) diventa protagonista nell’architettura di Eisenman, ad esempio possiamo ritrovarla: Parc de la Villette, Venezia Cannaregio e nelle residenza IBA a Berlino dove la tecnica viene utilizzata per recuperare le tracce del costruito e con una traslazione crea una griglia a contrasto.

Eisenman nella Casa Guardiola gioca con dei volumi ad “L” facendoli vibrare e ondulare, ne cattura dei fermo immagine e da queste estrapola il progetto.

Link alla lezione:

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Didattica/Cad/2021/LEZ/13/index.htm

Link alla videolezione:

https://drive.google.com/file/d/1t3dX04vsayP38UmEhoppn09kB32cOwLf/view