Lezione XXIV 

Spazio come informazione

Il concetto di spazio può essere illustrato in tre modi:

- Spazio Organo

- Spazio Sistema

- Spazio Informazione

Degli architetti che parlano del concetto di spazio troviamo tre grandi figure: Le Corbusier, Gropius e Bruno Zevi. I primi due ne parlano come fosse una cosa organica che rimanda alla medicina nella quale un organo ha una forma in base alla funzione che questo deve svolgere. L’architettura moderna quindi si presuppone abbia un rapporto molto stretto tra forma e funzione.

Nel dopoguerra, quando la medicina ha iniziato ad interessarsi ad ulteriori concetti e sistemi (quello nervoso ad esempio) anche l’architettura ha iniziato ad aprirsi a nuove modalità e a nuovi mondi andando a lavorare in maniera simultanea.

In questa nuova epoca, l’informazione diventa materia prima.

Caravaggio lavora sul nodo strumento-crisi- nuova estetica affermando che se uno strumento viene sfidato si può raggiungere una nuova estetica.

Analizzando lo spazio ci rendiamo conto di quale sia la sua prima dimensione: il tempo. Questo avviene perché lo spazio viene identificato con il tempo. Per giungere ora ad affermare che lo spazio è informazione dobbiamo fare una serie di ragionamenti. Come prima cosa ci chiediamo se il colore esiste veramente. quindi possiamo affermare che:

- Il colore è contestuale: non è assoluto, dobbiamo vedere il contesto in cui si pone, varia a seconda del colore che vi affianco. Anche per la trasparenza possiamo fare lo stesso ragionamento.

- Il colore è fisiologico: a differenza di alcuni animali noi riusciamo a vedere a colori. Noi umani abbiamo tre coni ottici mentre alcuni uccelli ne hanno quattro, questo fa sì che l’uomo veda in maniera diversa rispetto ad alcuni animali.

- Il colore è cognitivo: attraverso le culture si sviluppa la capacità di vedere i colori. Gli eschimesi vedono 30 tipi di bianco diversi mentre noi soltanto uno. Quindi rianalizzando dal  punto di vista cognitivo facciamo un ragionamento che usa il colore come sinonimo di spazio. Ma il  colore esiste veramente? Per rispondere utilizziamo tre categorie :

1 Il colore ha valenza contestuale, vedo o non vedo alcuni colori rispetto al contesto in cui si trovano questi colori.

2. E' fisiologico, la sua percezione varia moltissimo da come è costruito l'occhio.

3. Il colore ha una caratteristica cognitiva, deriva dalla cultura specifica e dalla conoscenza specifica di vari ambiti.

Esistono le radiazioni elettromagnetiche ed esistono le informazioni elettromagnetiche ma il colore s'inscrive in queste tre categorie. L'anello di congiunzione che lega di volta in volta questi concetti è proprio l'informazione. Dunque anche quello che noi chiamiamo spazio sarà caratterizzato da questi tre concetti e sarà perciò dominato e costruito dall'informazione.

La domanda, quindi, è: il colore esiste veramente? Più o meno. Infatti, esistono le onde elettromagnetiche che rappresentano il dato, mentre il colore rappresenta l’informazione. 

Dato-informazione. Solo con questo connubio noi possiamo affermare che esiste il colore.

Quindi lo spazio è un costrutto, esiste la materia che, come il colore, è inscrivibile nelle tre categorie (fisiologico, cognitivo, contestuale). Se noi tentiamo di comprendere alcuni spazi essi possono essere “invisibili” ma attraverso il parametro dell’informazione essi diventano pieni.

Il cambiamento del concetto di spazio :

Lo spazio al centro : Nella letteratura dell'architettura, l'idea che lo spazio sia l'oggetto fondamentale dell'architettura è una cognizione abbastanza recente. Questa idea ha cominciato a diffondersi nei circoli degli storici dell'arte e nel dopoguerra è stata ripresa con grande forza e centralità da Bruno Zevi. Egli scrive nell'immediato dopoguerra, nel 1948, questo libro che si chiama "Saper Vedere l'architettura", che è un po' alla base di questo concetto, e mette al centro come caratteristica fondamentale del pensiero architettonico la progettazione dello spazio cavo. Il libro ha avuto molta fortuna ed è stato tradotto in moltissime lingue. Questo in Zevi è molto legato alla sua grandissima attenzione verso il mondo dell'architettura organica e in particolare al lavoro di F.L.Wright, pioniere e promotore della cultura. Una volta stabilito che lo spazio è al centro della progettazione architettonica è interessante pensare che le idee di spazio variano, la cultura del tipo di spazialità che l'architettura persegue in diversi momenti e nelle differenti epoche cambia. Possiamo guardare l'architettura del passato attraverso questa categoria e capire per esempio che lo spazio di una chiesa bizantina, monodirezionale, estremamente ritmato, è un tipo di spazio completamente diverso dallo spazio di una chiesa barocca, uno spazio compresso e dilatato, dinamico.

Lo spazio organo : Un modo per pensare allo spazio in una fase della storia dell'architettura del nostro secolo è il concetto di spazio inteso come organo. Questa è un'idea abbastanza interessante ed esiste un parallelismo illuminante tra la medicina e il pensiero architettonico : 

nella Medicina, In una certa fase,  la stessa si concentra su gli organi, principalmente sul rapporto forma funzione :

In Architettura , avviene qualcosa di non dissimile, anzi il rapporto forma-funzione diventa centrale nel processo progettuale. Si pensa che alla esplicitazione di una certa funzione o funzionalità corrisponda una determinata forma spaziale. Questa idea ha dei rapporti tanto con il filone funzionalista europeo quanto con l'interpretazione che si fa oltreoceano e in particolare nel pensiero di F.L.Wright. Egli intende avere un rapporto fortemente organico tra la funzione e la forma. Sintesi di questo ragionamento è proprio il Guggheneim Musem di Wright. La funzione museale qui viene svolta come una promenade. Infatti Wright ripensa il processo museale in una spirale da percorrere. Questa idea che il nuovo organo, la nuova funzione viene interpretata in un tipo di spazio che noi possiamo chiamare spazio organo.

Lo spazio sistema , Proseguendo il parallelo con la nella medicina ci si rende conto che non basta avere conto degli organi ma che esistono dei veri e propri sistemi :

A una medicina orientata verso l'organo, s'interseca e si sovrappone la medicina di tipo sistemico.

Architettura : Anche in architettura comincia ad essere considerata l'idea di spazio come sistema. Prendiamo ad esempio il Guggheneim di Bilbao di Gehry. Si tratta di uno spazio in cui coesistono principi e sistemi che si intrecciano tra loro. Non sono più organizzati secondo una logica gerarchica come nel concetto dello spazio organo ma con una logica per la quale esistono contemporaneamente funzioni differenti. I vari sistemi espositivi, il gioco plastico, il sistema costruttivo. Ognuna di queste componenti costituisce un'equazione che deve essere implementata in base a un livello ciclico iterativo. Ecco perché lo chiamiamo spazio sistema.

Come si è passati dallo spazio organo allo spazio sistema? :

Chiaramente questo cambio di rotta e questo livello di complessità maggiore si ottiene grazie all'avvento dell'informatica. E' attraverso l'informatica che è possibile gestire questo livello di complessità. La compresenza di questo livello di complessità comincia a poter esistere grazie alla presenza dei calcolatori.

Lo spazio informazione :

Dal punto di vista culturale :

 Quindi rianalizzando dal  punto di vista cognitivo facciamo un ragionamento che usa il colore come sinonimo di spazio. Ma il  colore esiste veramente? Per rispondere utilizziamo tre categorie :

1 Il colore ha valenza contestuale, vedo o non vedo alcuni colori rispetto al contesto in cui si trovano questi colori.

2. E' fisiologico, la sua percezione varia moltissimo da come è costruito l'occhio.

3. Il colore ha una caratteristica cognitiva, deriva dalla cultura specifica e dalla conoscenza specifica di vari ambiti.

Esistono le radiazioni elettromagnetiche ed esistono le informazioni elettromagnetiche ma il colore s'inscrive in queste tre categorie. L'anello di congiunzione che lega di volta in volta questi concetti è proprio l'informazione. Dunque anche quello che noi chiamiamo spazio sarà caratterizzato da questi tre concetti e sarà perciò dominato e costruito dall'informazione.

http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/Didattica/Cad/2023/LEZ/25/index.htm