La costruzione di macrostrutture abitative, come il quartiere delle Vele di Scampia, complesso di case popolari opera dell'architetto Franz Di Salvo, realizzato dal 1965 al 1972 nel programma di abitazioni economiche e popolari della legge 167, dal punto di vista architettonico rappresentavano una soluzione per dare risposte alle richieste abitative del tempo, creando edifici funzionali.
Ciò che mi ha colpito molto e che ritrovo in luoghi più vicini a me, come il Serpentone a Corviale, è l'effetto che queste strutture hanno avuto sulla mente dei cittadini che vi abitano.
"il mondo delle Vele sembra determinare un ambiente senza scampo: come se ambiente e personaggi si appartenessero l'uno con l'altro determinando comportamenti ineluttabili"
Mi ha fatto riflettere, ed effettivamente ne ho trovato conferma, di come costruzioni di degrado, o degradate nel tempo, in periferia, creino una fusione tra uomo (mente) ed edificio (spazio) in cui entrambi si influenzano negativamente a vicenda producendo un'unica situazione di degrado.
Citando di nuovo l'articolo dove "i personaggi creano l'ambiente e allo stesso tempo la loro mente prende la forma dell'ambiente"
Ma come possono crearsi ambienti alternativi?
Riporto qui l'esempio del progetto di Arturo Vittori "warka water". Si tratta di una torre per raccogliere acqua potabile sfruttando la condensazione in Etiopia. Warka Water si basa su un semplice principio naturale: la condensazione dell’aria che produce acqua, possibile sfruttando l’escursione termica giorno/notte, cosa che in Africa è molto accentuata. È fatto con materiali ecologici e facilmente reperibili (giunchi e nylon). Ogni pilastro è composto da due sezioni: un esoscheletro semi-rigido costruito legando gambi di Juncus o bambù insieme e una rete di plastica interna in fibre di nylon e di polipropilene. Goccioline sotto forma di rugiada condensano e seguono la maglia raccogliendosi poi in un bacino alla base della struttura. Una soluzione più ovvia per combattere la carenza d’acqua in queste zone, sarebbe quella di costruire un un pozzo, ma la perforazione in altipiani rocciosi come quelli etiopi è molto costosa. Il progetto è ispirato allo Warka, un albero di fichi del posto, utilizzato come spazio di ritrovo della comunità. L'intero progetto è costruito dagli abitanti stessi. Warka è simbolo perchè è funzione, dà speranza e valore.
L'architetto Paolo Cascone ha realizzato una mostra nel fuori salone di Milano sulla situazione delle Vele di Scampia.
Il primo concetto che evidenzia è quello di riappropriazione, inserendo dei nuovi spazi come dei plug-in, la creazione di nuovi spazi nelle aree comuni. Un FabLab che permette la creazione di oggetti, elementi di arredo, panchine, fioriere, lampade, portacenere, con materiali riciclati realizzati con le nuove tecnologie di stampanti per oggetti? Ciò che sottolinea è creare un processo partecipativo che veda tanto l'innovazione sociale che quella tecnologica